MINACCIA DI FAR SALTARE 60 CHILOMETRI DI STRADE
Senza fine l’odissea dell’imprenditore di 89 anni che reclama il pagamento delle strade costruite per conto della Regione. Minaccia di distruggerle, incatenandosi di nuovo, dopo che la Regione Molise si è opposta al decreto ingiuntivo e dopo che, a distanza di pochi mesi dalla conclusione della perizia da parte del CTU nominato dal Tribunale, lo stesso Tribunale nomina un nuovo perito. Chi pagherà per rifare le stesse identiche cose? I cittadini molisani.
“Luca 23:3 Pilato lo interrogò: “Sei tu il re dei Giudei?”. Ed egli rispose: “Tu lo dici”. Si chiude così la sentita missiva indirizzata al Presidente ff del Tribunale di Campobasso, Vincenzo Di Giacomo, e al giudice onorario, dr.ssa Scacciavillani. Una lettera terribile, di chi è alla disperazione, deciso a rimettere le catene contro una consuetudine che favorisce sempre la P.A. nei confronti dei cittadini. Non trova infatti ancora una soluzione la vicenda dell’imprenditore 89enne che per un anno intero è rimasto incatenato davanti al Consiglio e alla Giunta Regionale del Molise, per vedersi riconosciuto il legittimo pagamento delle strade realizzate su tutto il territorio regionale, oltre 60 chilometri, finanziate due volte dalla Comunità europea e mai liquidate dalla Regione, che quei soldi li ha incamerati dagli anni ’90. Grazie ad una delibera del Consiglio Regionale approvata all’unanimità, l’Esecutivo di Michele Iorio aveva proceduto, sempre all’unanimità, a votare una delibera che riconosceva il beneficio apportato con la realizzazione delle strade, imponendo una transazione all’imprenditore incatenato. “Quando si è alla disperazione – le dichiarazioni di Antonio Cappussi, classe 1922 – si accetta di tutto. Si rinuncia anche a tutti gli interessi capestro pagati alle banche e alle capitalizzazioni dovute agli strozzini. Pur di vedere risolta finalmente una storia senza fine, pur di non finire sul lastrico, pur di non vedere i propri figli e nipoti in mezzo ad una strada si accetta qualsiasi condizione. In seguito alla transazione la Regione si impegnava a pagare quanto pattuito a seguito di presentazione, da parte di un perito nominato dal Presidente del Tribunale, della relativa perizia. Avrebbero dovuto pagare entro 30 giorni, e invece di giorni ne sono passati 90 e la Regione non rispondeva nemmeno alle richieste di colloquio dei miei avvocati. Sono stato costretto a ricorrere ad un decreto ingiuntivo contro la Regione Molise, pur di bloccare le procedure fallimentari. Ebbene la Regione, nonostante sia consapevole di usufruire di strutture viarie in maniera gratuita, si è opposta al Decreto Ingiuntivo, cioè si è opposta al pagamento della somma che essa stessa aveva statuito in via transattiva. Quello che oggi voglio far sapere ai cittadini molisani è che in un momento di crisi economica e occupazionale terribile, con molte famiglie che faticano ad arrivare a fine mese, si sprecano indegnamente i soldi dei contribuenti. Perché? E’ subito detto. Solo qualche mese fa il Ctu nominato dal Presidente del Tribunale di Campobasso ha consegnato la sua perizia dopo un anno di sopralluoghi, ricerche documentarie, fotografie, rilievi satellitari, misurazioni, conteggi. Il perito, lo ripeto, nominato dal Tribunale, non il mio perito di parte! Ebbene, domattina dovrà arrivare da Roma il Presidente dell’Ordine degli Ingegneri per rifare le stesse identiche cose che aveva fatto il precedente perito, con ulteriore esborso di denaro ai danni dei contribuenti e rallentamento della causa, che invece sarebbe stata inserita nella corsia privilegiata prevista da una recente normativa, per la risoluzione in tempi rapidi”. La lettera giunta sulla scrivania del Giudice Di Giacomo ispira qualche riflessione. “Dovrò fare un patto con l’Altissimo – scrive il Cappussi – affinchè possa vedere la fine di questa vicenda? A 89 anni, Sig. Giudice, le forze vengono meno, ci si stanca a vivere. Ma come potrei andarmene sereno sapendo di lasciare i miei figli e mi miei nipoti in mezzo ad una strada? Come posso addormentarmi tranquillo, la sera, con questa spada di Damocle sulla testa? Come possono andare a letto tranquilli, consiglieri e assessori della Regione Molise, gli Avvocati, Presidenti di Tribunale e Giudici, sapendo che un uomo al tramonto potrebbe non avere giustizia? Come si può mettere in dubbio, per l’ennesima volta, la realizzazione di quelle strade? Per questo significa, in definitiva, la nomina di un ennesimo Ctu. E se invece di tornare ad incatenarmi dessi disposizione di farle saltare, quelle strade? Se mandassi un escavatore nottetempo a scavare l’imbocco di ognuna di loro? Se utilizzassi un esplosivo, di notte, per non arrecare danni alle persone? Cosa ci scommetterebbe che tutti quelli che oggi fanno finta di nulla, tutti quelli che dicono che le strade non sono le loro, tutti quelli che dicono che mi sono alzato una mattina e mi sono sognato di fare delle strade, farebbero un putiferio? Se me le sono sognate queste strade, se mi sono alzato una mattina e mi sono messo a mistare vecchie piste, perché non mi denunciano? Perché non mi fanno un ordinanza di ripristino dello stato dei luoghi? Hanno avuto le traveggole anche i Sindaci dei Comuni in cui tali strade ricadono, che hanno fatto voti alla Regione perché venisse pagata l’impresa Cappussi. E poi, Sig. Giudice, a che pro questa nuova perizia? Che senso ha io proprio non lo capisco. Non ha stima, forse, del Suo collega, allora Presidente del Tribunale Civile, dr. Beatrice? Deve non stimarlo per niente se cancella con un colpo di spugna quello che aveva statuito, nominando il perito che per diversi mesi ha lavorato, ha fatto sopralluoghi, calcoli, misure manuali e satellitari, affiancato ogni giorno, ogni momento, ogni attimo dal perito nominato dalla Regione, ing. Giordano, il quale ha preteso quattro copie (dico quattro) di tutta la documentazione redatta e acquisita dal perito nominato dal Tribunale (foto digitali, foto satellitari, planimetrie, autorizzazioni, lettere, computi metrici, valutazioni, stime, conteggi, calcoli, confrontati e addirittura condivisi dall’ing. Giordano, che ha concordato con le somme ricavate relative al costo a metro lineare delle strade. Stranamente le contestazioni il perito della Regione, che non ha avuto nulla da ridire durante le operazioni peritali, le ha presentate dopo 5 – 6 mesi, evidentemente “spinto” a farlo, prima del meritato riposo. L’ha vista Lei, Sig. Giudice, la perizia redatta dal perito nominato dal Presidente del Tribunale? E la dr.ssa Scacciavillani l’ha vista?
E se non l’avete vista com’è che l’avete cancellata? E tutto il lavoro svolto in un anno circa? Come si può eliminare il lavoro di un professionista affiancato dal professionista della Regione che ha firmato tutti i verbali di sopralluogo senza contestare? Chi le paga le doppie perizie? Se non le pago io le dovranno pagare tutti i cittadini del Molise? Anche quelli che faticano ad arrivare a fine mese con la crisi economica ed occupazionale? Chi glielo dice ai cittadini del Molise che una perizia ordinata dal Presidente di un Tribunale e consegnata solo qualche mese fa non vale nulla e un altro giudice ha ordinato un’altra perizia per le stesse cose? Perso per perso, l’unica cosa che posso fare è incatenarmi di nuovo, a 89 anni, a giorni alterni, davanti al Tribunale e davanti alla Regione perché stanno facendo come Ponzio Pilato. “Non sono responsabile di questo sangue; vedetevela voi!” le parole del Prefetto di Roma, guarda caso, di origine sannita, mentre si lavava le mani davanti alla folla, al cospetto di un Uomo innocente. Regione e Tribunale, pur nei rispettivi ruoli, ripetono quello che è accaduto duemila anni fa: se ne lavano semplicemente le mani! Hanno la possibilità di rendere giustizia ad un uomo, ma non lo fanno, si nascondono dietro i cavilli, le trafile, i giochi del potere. Tutto da capo? Sono stato incatenato per un anno intero davanti alla Regione, dovevano passarmi davanti e fingere di non vedermi, ma le strade le vedevano eccome, quelle non potevano fingere di non vederle!
No, io non ce la faccio.
Io mi siedo qua, datemi una sedia, la catena già me l’avete stretta attorno al collo.
Con me si siederanno, uno al giorno, i miei figli e nipoti. Siamo undici. Al dodicesimo giorno saremo tutti qui, tanto non abbiamo più nulla da perdere. Magari sarete così magnanimi di darci delle case popolari, non ci potremo permettere altro, mentre le auto continuano a sfrecciare sulle “mie strade”…
Luca 23:3 Pilato lo interrogò: “Sei tu il re dei Giudei?”. Ed egli rispose: “Tu lo dici”.
Antonio Cappussi
C/da xxxxxxxxxx
86021 BOJANO (CB)
Mio cell. 347
Figlia 338
Ill.mo Sig. Presidente del
Tribunale di Campobasso
Dr. Vincenzo Di Giacomo
Ill.ma dr.ssa Scacciavillani
Oggetto: PROCEDIMENTO 266 R.G. 2010. IL BUON SENSO NON ABITA QUI
Ill.mo Sig. Presidente Di Giacomo,
ho letto con estrema meraviglia, davvero rammaricato, il provvedimento a firma del Giudice onorario, dr.ssa Scacciavillani del 1 luglio u.s. nel quale si rimette tutto in discussione, si nomina un nuovo CTU che deve fare lo stesso lavoro, le stesse identiche cose che erano state affidate da un altro Presidente di Tribunale, il dr. Beatrice, ad un altro CTU, l’ing. Rago.
E’ proprio vero che in Italia quanto più si possono spendere i soldi dei contribuenti, e quanto più tempo si perde inutilmente, tanto più si è soddisfatti, ai danni della povera gente che si trova invischiata nelle orribili, assurde maglie della P.A. !!!!
Sa Sig. Giudice, quando ci si trova al posto sbagliato nel momento sbagliato? Beh, è quello che è accaduto al Giudice Onorario, dr.ssa Scacciavillani: senza sapere nulla, senza aver letto le carte, senza aver ascoltato i contendenti, senza esser potuta entrare nella problematica, si è trovata un giorno, doveva essere il 20 giugno, suo malgrado, a dover decidere di una questione annosa che mette in moto somme rilevanti e successivamente a doversi sobbarcare l’onere di emettere un provvedimento che spazza via, (l’ennesima volta) tutto quello che è stato fatto in precedenza.
Sig. Giudice, sono anni e anni che assisto impotente a questo modo di fare: quando sembrava tutto assodato e chiarito arrivava qualcuno o qualcosa a rimettere tutto in discussione, grazie alla longa mano della Regione Molise che vuole continuare a percorrere quelle strade senza pagarle a chi le ha costruite, e cioè chi vi scrive, lo sciocco che ha continuato a fidarsi dei politici, che gli dicevano di andare avanti e di non preoccuparsi. Come quando si presentava alle elezioni a Morrone il cugino dell’attuale presidente Iorio e occorreva che una strada fosse terminata nottetempo per raccogliere i necessari consensi elettorali. “Cappù, non ti preoccupare, va avanti!”.
Io sono andato avanti, ma con i miei soldi, con i soldi dello scoperto bancario pagato al 30% di interesse e con quelli racimolati dagli struzzini. Con quei soldi ho anticipato il misto, il bitume, il cemento, la sabbia, gli stipendi degli operati, la manutenzione dei mezzi, i carburanti, le tasse, i contributi previdenziali. Già, Sig. giudice, perché per quelle strade ho dovuto pagare pure l’Iva allo Stato, anzi sono in debito con lo Stato perché quei soldi da pagare non li ho, e quelle strade sono state fatturate e quindi per la legge italiana ci devo pagare le tasse sopra..
Sig. Giudice, chi vi scrive ha 89 anni. Sa che cosa significa a 89 anni dover assistere al pignoramento dei mobili in casa, dopo aver fatto una vita di sacrifici? Sa cosa significa, a 89 anni, presenziare ad un’udienza fallimentare? Sa cosa significa, a 89 anni, non poter comprare neanche una bicicletta ai propri nipoti, oberati già anch’essi, senza colpa, di debiti su debiti che si sono accumulati negli anni perché la Regione non vuole pagare ciò che è dovuto?
Avevo creduto che finalmente la Giustizia avesse avuto la meglio quando Lei, Sig. Giudice, temerario nella sua onestà intellettuale, aveva risposto con coraggio al mio appello dall’ospedale, dove mi trovavo ricoverato, a causa dell’ennesimo ictus che mi aveva colpito nel corso dell’udienza fallimentare.
Ma come, sig. giudice, in quella lettera, e nel successivo provvedimento, Lei aveva ribadito che “pur certa la posta attiva azionata nell ‘an come riconosciuta dalla Regione, la stessa dovrà essere specificata nel quantum”. E adesso? Tutto cancellato di nuovo?
Non ci sono certezze per gli onesti cittadini? Da un momento all’altro devono pensare che qualcuno si sveglia la mattina e rimette in discussone tutta la loro esistenza?
In quella stessa lettera e nel successivo provvedimento Lei aveva parlato di una corsia preferenziale in considerazione della mia età non proprio giovane e delle somme considerevoli in ballo. Aveva anche auspicato di chiudere il tutto entro l’anno.
Adesso dovrà venire a giurare in Molise il Presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Roma. Si scomoderà questa persona per venire a giurare e poi per seguire tutte le operazioni necessarie? Dovremo ricominciare con i sopralluoghi, con le verifiche, con le ricerche di documenti che hanno 10-12-15 addirittura 19 anni?
E quando finiremo? Dovrò fare un patto con l’Altissimo affinchè possa vedere la fine di questa vicenda? A 89 anni, Sig. Giudice, le forze vengono meno, ci si stanca a vivere. Ma come potrei andarmene sereno sapendo di lasciare i miei figli e mi miei nipoti in mezzo ad una strada? Come posso addormentarmi tranquillo, la sera, con questa spada di Damocle sulla testa? Come possono andare a letto tranquilli, la Regione Molise, gli Avvocati, Presidenti di Tribunale e Giudici, sapendo che un uomo al tramonto potrebbe non avere giustizia?
Come si può mettere in dubbio, per l’ennesima volta, la realizzazione di quelle strade? E se invece di tornare ad incatenarmi dessi disposizione per romperle, quelle strade? Se mandassi un escavatore nottetempo a scavare l’imbocco di ognuna di loro?
Cosa ci scommetterebbe che tutti quelli che oggi fanno finta di nulla, tutti quelli che dicono che le strade non sono le loro, tutti quelli che dicono che mi sono alzato una mattina e mi sono sognato di fare delle strade, farebbero un putiferio?
Se me le sono sognate queste strade, se mi sono alzato una mattina e mi sono messo a mistare vecchie piste, perché non mi denunciano? Perché non mi fanno un ordinanza di ripristino dello stato dei luoghi?
Che direbbero i cittadini di Pietracatella, i parenti del nostro Presidente Iorio, a Morrone del Sannio, se il prossimo lunedì mattina trovassero interrotte quelle strade che consentono di risparmiare almeno dieci chilometri sulle strade “canoniche”?
Le ha mai percorse Lei, Sig. Giudice, quelle strade? La invito a farlo e a constatare di persona quanto stupido sia chi Le scrive, che con i propri soldi, togliendoli ai propri nipoti, ha fatto un piacere alla Regione Molise e ai molisani. Uno stupido che continua ad appellarsi alla fugace, debole, mutevole, corruttibile giustizia degli uomini, invece di armarsi di escavatore, pala meccanica e motor-grader e distruggere oltre 60 chilometri di strade sulle quali cammina la gente comune, i giudici, gli avvocati, i periti, i consiglieri regionali e il presidente della Regione.
E poi, Sig. Giudice, a che pro questa nuova perizia? Che senso ha io proprio non lo capisco. Non ha stima, forse, del Suo collega, allora Presidente del Tribunale Civile, dr. Beatrice? Deve non stimarlo per niente se cancella con un colpo di spugna quello che aveva statuito, nominando il perito che per diversi mesi ha lavorato, ha fatto sopralluoghi, calcoli, misure manuali e satellitari, affiancato ogni giorno, ogni momento, ogni attimo dal perito nominato dalla Regione, ing. Giordano, il quale ha preteso quattro copie (dico quattro) di tutta la documentazione redatta e acquisita dal perito nominato dal Tribunale (foto digitali, foto satellitari, planimetrie, autorizzazioni, lettere, computi metrici, valutazioni, stime, conteggi, calcoli, confrontati e addirittura condivisi dall’ing. Giordano, che ha concordato con le somme ricavate relative al costo a metro lineare delle strade.
L’ha vista Lei, Sig. Giudice, la perizia redatta dal perito nominato dal Presidente del Tribunale? E la dr.ssa Scacciavillani l’ha vista?
E se non l’avete vista com’è che l’avete cancellata? E tutto il lavoro svolto in un anno circa? Come si può eliminare il lavoro di un professionista affiancato dal professionista della Regione che ha firmato tutti i verbali di sopralluogo senza contestare? Chi le paga le doppie perizie? Le dovrei pagare io? Con i creditori che mi bussano alla porta e tutti i miei beni all’asta? Se non le pago io le dovranno pagare tutti i cittadini del Molise? Anche quelli che faticano ad arrivare a fine mese con la crisi economica ed occupazionale? Chi glielo dice ai cittadini del Molise che una perizia ordinata dal Presidente di un Tribunale e consegnata solo qualche mese fa non vale nulla e un altro giudice ha ordinato un’altra perizia per le stesse cose? Certo, se non pago io che a giorni stento pure a mangiare, qualcuno dovrà pagare. Basterà aumentare le tasse, che altro?
Stranamente le contestazioni il perito della Regione, ing. Giordano, che non aveva avuto nulla da ridire durante le operazioni peritali, le ha presentate dopo 5 – 6 mesi, evidentemente “spinto” a farlo, prima del meritato riposo.
Già, qui si cancella tutto. Allo stesso modo di come si è cancellata una delibera dopo un anno e mezzo. Comodo vero? Prima si fa un atto, regolarmente pubblicato, una delibera di Giunta votata all’unanimità, la n. 1311, in cui si stabilisce che le strade hanno comportato un effettivo arricchimento per la Regione, stabilendo di pagarle entro 40 giorni dal deposito della perizia da parte del perito nominato dal Presidente del Tribunale. Poi, quando il poveraccio che non vede nemmeno l’ombra di quanto gli spetta, subissato dai creditori, rincorso dall’IVG, con lo spettro del fallimento sulle spalle, richiede e ottiene l’emissione di un Decreto Ingiuntivo per la somma oggetto di transazione, la Regione, molto comodamente, revoca quella delibera. E’ passato un anno e mezzo, ma tanto chi glielo può impedire? I poveri cittadini, nel Molise, vengono trattati come nel Medioevo. Il feudatario ha potere di vita o di morte. Nel mio caso, è la seconda…
E adesso? Si ricomincia tutto da capo?
Io, Sig. Giudice, mi perdoni, ma questa forza non ce l’ho. Non ce la faccio più. Come posso pensare di ricominciare tutto da capo? Ma perché, mi scusi, nella mia ignoranza, le foto satellitari fatte dal perito nominato dal presidente Beatrice, nel frattempo sono cambiate? Non valgono più? Sinceramente mi sembra di vivere un incubo, un incubo che non finisce mai, ma che ad un passo dalla fine, quando si sta per mettere l’ultima parola sul foglio, cancella tutto quello che è stato scritto finora e ricomincia dal “c’era una volta”.
Vede, Sig. Giudice, Lei che è giovane forse non riesce a capire la fretta che mi anima, l’ansia che mi fa fare notti insonni. Perché non so quanto tempo mi resta, quanto il buon Dio mi concederà ancora. E in ogni caso mi daranno tregua i creditori?
Ma come, Lei aveva scritto: “Il suo Legale, di conseguenza, potrà utilizzare l’anzidetto mio provvedimento al fine di ottenere rinvii istruttori ad udienze ravvicinate e, all’esito dell’istruttoria, una fissazione sempre in tempi ravvicinati dell’udienza di precisazione delle conclusioni e quindi della decisione della causa”.
Che gli porto, adesso al giudice Russo? E al giudice Scacciavillani?
Un provvedimento che rimette tutto in discussione? Come se ci fossimo svegliati, tutti quanti, da un lungo sonno in cui avevamo sognato di riuscire ad ottenere finalmente giustizia.
Perso per perso, l’unica cosa che posso fare è incatenarmi di nuovo, a 89 anni, a giorni alterni, davanti al Tribunale e davanti alla Regione perché stanno facendo come Ponzio Pilato. “Non sono responsabile di questo sangue; vedetevela voi!” le parole del prefetto, guarda caso, di origine sannita, mentre si lavava le mani davanti alla folla, al cospetto di un Uomo innocente.
Regione e Tribunale, pur nei rispettivi ruoli, ripetono quello che è accaduto duemila anni fa: se ne lavano semplicemente le mani! Hanno la possibilità di rendere giustizia ad un uomo, ma non lo fanno, si nascondono dietro i cavilli, le trafile, i giochi del potere.
Tutto da capo?
Sono stato incatenato per un anno intero davanti alla Regione, dovevano passarmi davanti e fingere di non vedermi, ma le strade le vedevano eccome, quelle non potevano fingere di non vederle!
No, io non ce la faccio.
Io mi siedo qua, datemi una sedia, la catena già me l’avete stretta attorno al collo.
Con me si siederanno, uno al giorno, i miei figli e nipoti. Siamo undici. Al dodicesimo giorno saremo tutti qui, tanto non abbiamo più nulla da perdere. Magari sarete così magnanimi di darci delle case popolari, non ci potremo permettere altro, mentre le auto continuano a sfrecciare sulle “mie strade”…
Luca 23:3 Pilato lo interrogò: “Sei tu il re dei Giudei?”. Ed egli rispose: “Tu lo dici”.
Antonio Cappussi
CAPPUSSI ANTONIO