Arriveranno alla fase finale 24 aspiranti Miss e 12 aspiranti Mister SUMMER MODEL.

Arriveranno alla fase finale 24 aspiranti Miss e 12 aspiranti Mister SUMMER MODEL.
Sul podio solo in 6…..In bocca al lupo a tutti,e vincano i migliori!!!!! E quindi non necessariamente i più belli e basta,ma anche capaci di lavorare nel gruppo,simpatici,instancabili,disponibili ad imparare,capaci di dare rispetto a tutti i “colleghi” di gara e quindi,di meritarlo anche loro…

4^ SELEZIONE e FINALISSIMA
Concorso di bellezza Miss & Mister Summer Model

PREMI DESTINATI ALLE MISS:
1^ classificata Premio € 500
2^ cassificata Premio € 300
3^ classificata Premio € 200

Inoltre le prime 12 classificate prenderanno parte alla realizzazione del calendario 2011 “ABRUZZO TREND”!!!

PREMI MISTER:
1° 2° e 3° classificato
Un soggiorno vacanza di una settimana per due persone!

Condurrà la serata,come le precedenti,Maria Rita Piersanti.

Iscrizioni aperte online www.prince46.com
Info: 347.3676276

A breve riprenderà anche WINTER MODEL…..Vi aspettiamo!




Roma. Mostra:ALESSANDRO CANNISTRA’

Mostra:ALESSANDRO CANNISTRA’

Titolo: FUMO SOLO

Testo: Luigi Angius

Inaugurazione: giovedì 7 ottobre 2010 ore 18

Durata mostra: fino al 6/11/2010

Luogo: Galleria Maniero via Dell’Arancio, 79 – 00186 Roma

Info: tel./fax 0668807116 www.galleriamaniero.itinfo@galleriamaniero.it

Orari: da martedì a sabato ore 16 – 20 e su appuntamento

La galleria Maniero inaugura il 7 ottobre 2010 la personale di Alessandro Cannistrà Fumo solo”. In questa mostra Alessandro presenta i suoi lavori recenti, tele di grandi dimensioni eseguite come dice il titolo, solo con il fumo. Dall’ultima mostra alla galleria Maniero del 2006, Cannistrà usa come materia pittorica la fuliggine rilasciata dalla fiamma; l’elemento indomabile viene ora controllato, per creare luoghi fantastici, paesaggi senza tempo e senza spazio geografico, guardando terre primordiali come un presunto futuro, luoghi irreali abitati da soli alberi, presenze enigmatiche, e insieme altamente poetiche.

La mostra è accompagnata da un testo del collezionista Luigi Angius

Alessandro Cannistrà (Roma 1975) ha studiato scenografia all’Accademia di Belle Arti di Roma. Mostre personali: 2010 “fumo solo” Galleria Maniero, Roma; 2009 “ladies & gentleman” Galleria LIBRA, Catania; “Ludicantropia” Galleria Pio Monti, Roma; 2006 “Sfumature“ galleria Maniero, Roma. Principali mostre collettive: 2010 “il lusso essenziale”,“L’Arte dei Giardini. Proposte di Prossimità della Natura”, Terme di Diocleziano, Roma; 2009 “altre contemplazioni” galleria LIBRA, Catania; “25 tondi tondi” galleria Maniero, Roma; “Contemplazioni” Bellezza e tradizione del Nuovo nella pittura Italiana contemporanea, Castel Sismondo e Palazzo del Podesta’, Rimini; 2008 “Q8” galleria Maniero, Roma; “caos – caso” New Own Gallery, Milano; “una mano per l’AIL” Palazzo Massimo Lancellotti, I edizione,  Christie’s, Roma; “XV Quadriennale di Roma” Palazzo delle esposizioni, Roma; 2007  “cantiere in corso”, ARATRO Archivio delle Arti Elettroniche, Università degli Studi del Molise, Campobasso; “NOVE” galleria S.M.A.C., Roma; 2006 “Artisti Italiani Emergenti” Galleria del Teatro Dell’Opera del Cairo, Il Cairo “X Biennale D’Arte Contemporanea del Cairo” Egitto; 2005 Salone di Maggio “Roma Luoghi e Colori” Palazzo del Vittoriano, Roma; “IV Biennale del Libro D’Artista” Città Di Cassino, Biblioteca Comunale Malatesta; 2004 “generazionale” Palazzo dei Congressi, Roma; “Cleopatra”, Bakù, Arzebajgian; 2001 “vision 21” Sale espositive della Bonhams, Londra; Salone di Maggio: “Uomo e Natura” Complesso del Vittoriano, Roma; “Paralleli” Istituto Italiano di Cultura Gezira Art Centre, Il Cairo Egitto

La Galleria Maniero ha inoltre aderito a Roma Art2Nights, l’evento si svolgerà l’8 ed il 9 in concomitanza con la VI Giornata del Contemporaneo ed in sinergia con AMACI ed ha l’obiettivo di unire l’attività delle Gallerie private, delle Fondazioni, delle Accademie e degli Istituti di Cultura attraverso una due-giorni di inaugurazioni ed aperture straordinarie.

con i seguenti orari

venerdì 8 Ottobre dalle 18.00 alle 23.00

sabato 9 Ottobre dalle 11.00 alle 20.00




Teramo. Concerto conclusivo della Masterclass di Canto, tenuta dal M� Marcello Lippi,

Il Laboratorio Musicale Abruzzese, con sede a Teramo, in collaborazione con l�Istituto Superiore di Studi Musicali �G.Braga� e con il patrocinio del Comune, invita le autorit� e la cittadinanza al Concerto conclusivo della Masterclass di Canto, tenuta dal M� Marcello Lippi, in programma il giorno 18 settembre 2010 alle ore 18 presso l’auditorium di Santa Maria a Bitetto. Nella serata conclusiva della Master-class, alla quale hanno partecipato allievi provenienti da tutta Italia, verranno eseguite musiche di Haendel, Puccini, Massenet, Verdi, Mascagni, Mozart, Ponchielli e Tosti interpretate da  Loren Cifoni, Sara Di Giampietro , Paola Di Nardo , Silvia Faugno , Emanuela Grassi , Giorgio Iacovelli , Maria Mondella  e Laura Surricchio .

Il Baritono Marcello Lippi si � diplomato presso il Conservatorio Paganini di Genova; ha quindi proseguito gli studi di tecnica vocale con Fernando Bandera, Tristano Illersberg e Giuseppe Murmura.E� anche laureato in lettere moderne presso l�Universit� degli studi di Genova. La sua carriera comincia nel 1988 con La notte di un nevrastenico e I due timidi di Nino Rota e subito debutta a Pesaro al Festival Rossini in La gazza ladra e La scala di seta. In seguito canta in Italia nei teatri dell�opera di Genova (Le si�ge de Corinthe, Lucia di Lammermoor, Boh�me, Carmen, Elisir d�amore, Simon Boccanegra, La vida breve, The prodigal son, Die Fledermaus, La fanciulla del west), Roma (Simon Boccanegra, La vedova allegra), Napoli (Carmina Burana), Venezia (I Capuleti e i Montecchi), Verona (La vedova allegra), Palermo (La vedova allegra,Orph�e aux enfers, Cin-ci-l�), Catania (Wienerblut, Der Schulmeister), Firenze(Il finanziere e il ciabattino), Milano (Adelaide di Borgogna ), Pisa (Il barbiere di Siviglia-Paisiello, La vedova allegra), Torino (Hamlet), Piacenza (Don Giovanni), Modena (Elisir d�amore), Ravenna ( Elisir d�amore), Savona(Medea, Il combattimento, Torvaldo e Dorliska), Fano (Madama Butterfly), Lucca (Il barbiere di Siviglia-Rossini), Bari (Traviata, La Cecchina), Lecce(Werther), Trieste ( I pagliacci, Der Zigeuner Baron, Il pipistrello, La vedova allegra, Im Wei�en R��l), Cagliari (die Fledermaus, La vida breve), Alessandria (Boh�me, Giovanna d’Arco), Siena (La Vedova allegra), Prato (La vedova allegra), Chieti (La traviata), Iesi (La traviata), Salerno (La vedova allegra) ecc.All�estero si � esibito a Bruxelles (La Calisto), Berlin Staatsoper (Madama Butterfly,La Calisto), Muenchen (Giulio Cesare in Egitto),Vienna (La Calisto),Barcelona (Linda di Chamounix, La gazza ladra, La Calisto), Festival Salzburg (La Calisto), Lyon (Nozze di Figaro,Calisto), Paris (Traviata,Nozze di Figaro), Dresden( Il re Teodoro in Venezia,Xerses), Toronto (Aida), Atene (Il barbiere di Siviglia-Rossini), Ludwigshafen(Il re Teodoro, Xerses), Jerez de la Frontera(Nozze di Figaro), Granada(Nozze, Tosca, Boh�me), Montpellier (Calisto,Xerses),Alicante (Traviata,Don Giovanni, Boh�me, Rigoletto), Tel Aviv (Don Pasquale, Elisir d�amore, Traviata), Gen�ve (Xerses, La purpura de la rosa), Madrid (Don Giovanni, La purpura de la rosa), Basel (Maria Stuarda), Utrecht (Capuleti e Montecchi), Hong Kong (Traviata),Palma de Mallorca (La fanciulla del west), Kagegawa (Traviata), Ciudad de Mexico (La purpura de la rosa), Heidenheim (Rigoletto), Nara (Traviata), Marsiglia Maria Stuarda) ed in pi� di 40 altri teatri.I personaggi che ha pi� frequentemente interpretato sono: Scarpia, Don Giovanni, Rigoletto, Leporello, Figaro (Mozart), Giorgio Germont, Achillas, Jupiter (Calisto), Marcello (Boh�me), Sharpless (Madama Butterfly).Diverse le sue incisioni con diverse case discografiche ( Nuova Era Records, Harmonia Mundi, Arion Paris, Bongiovanni, Arcadia, Sony Classical, Dynamic,ecc).Dal 2004 ricopre la carica di Sovrintendente e Direttore Artistico del Teatro Sociale di Rovigo.


Ufficio stampa Istituto Braga Teramo




A Montorio al Vomano per un pomeriggio all’insegna di auto e abiti d’epoca Domenica 19 settembre dalle ore 16.00

A Montorio al Vomano per un pomeriggio all’insegna di auto e abiti d’epoca

Domenica 19 settembre dalle ore 16.00

Non solo moda” è l’evento organizzato dalla scuderia “Automobilady”, un’associazione di donne appassionate di auto d’epoca di Spinetoli (Ap), con il patrocinio del comune di Montorio al Vomano e la collaborazione delle stiliste Maria D’Andrea e Lucia Restauri. Si tratta di una sfilata di auto, abiti e abiti da sposa d’epoca ricordando i decenni del secolo scorso fino ad arrivare ai giorni nostri.

La sfilata delle auto, ciascuna accompagnata da un abito d’epoca, partirà alle ore 16.00 da largo Tom Di Paolantonio e attraverserà il centro storico di Montorio. Trenta le auto in mostra: dalla Topolino alla Balilla, dalla Fiat 501 torpedo alla Lancia e all’Autobianchi, fino ad arrivare alle nostre Mercedes, Bmw e barchette Fiat 1800 spider. Al termine del corteo le auto sosteranno in mostra in piazza Orsini dove avrà luogo la presentazione di ciascuna vettura con la descrizione delle epoche di riferimento e la descrizione della moda di quell’epoca. Per ciascun periodo sfileranno nella scenografica piazza allestita da “Piccolo mondo antico” abiti femminili e abiti da sposa, confezionati dalle stiliste Maria D’Andrea e Lucia Restauri; gli abiti maschili invece sono dell’Atelier Franco Mariani di Ascoli Piceno.

La sfilata sarà intervallata dagli spettacoli di danza del “Centro coreografico di danza” di Massimiliano Lanti e dalla scuola di danza “Le scarpette Rosa” di Lorella Restauri.

La stessa iniziativa sarà ripetuta nel pomeriggio di sabato 25 settembre in piazza Arringo ad Ascoli Piceno




Bisenti (TE). TAPPA di SETTEMBRE 2010 – “AGRITOUR IN RIMA”

TAPPA di SETTEMBRE 2010 – “AGRITOUR IN RIMA

Lo Staff di Agritour Teramo è lieto di comunicare a tutti i soci che la tappa di Settembre 2010 si svolgerà presso l’agriturismo “Villa Chiara” di Bisenti (TE) tel. 0861.997430!


Ora in terra d’Abruzzi i miei pastori
lascian gli stazzi e vanno verso il mare:
scendono all’Adriatico selvaggio
che verde è come i pascoli dei monti.

Han bevuto profondamente ai fonti
alpestri, che sapor d’acqua natía
rimanga ne’ cuori esuli a conforto,
che lungo illuda la lor sete in via.
Rinnovato hanno verga d’avellano.

E vanno pel tratturo antico al piano,
quasi per un erbal fiume silente,
su le vestigia degli antichi padri.
O voce di colui che primamente
conosce il tremolar della marina!

Ora lungh’esso il litoral cammina
la greggia. Senza mutamento è l’aria.
il sole imbionda sì la viva lana
che quasi dalla sabbia non divaria.
Isciacquío, calpestío, dolci romori.

Ah perché non son io cò miei pastori?

Tema della tappa che sarà incentrato sulla poesia, sia essa in italiano o in vernacolo, purchè dedicata all’Agritour:

Questo il menù della serata:

vini, caffè e amari.


Prezzo del menù € 18,00 circa

Le prenotazioni si chiuderanno alle ore 13 di giovedì 23 settembre 2010!

Per le adesioni, confermare tramite e-mail (info@agritour.te.it o tappamensile@agritour.te.it) o tramite SMS (Alfredo 328.8977652 – Luca 347.3419800)!

L’appuntamento è direttamente all’agriturismo, per le ore 20!

A venerdì, lo Staff di Agritour Teramo.

www.agritour.te.it




Giulianova. La lotteria di beneficenza è stata rinviata al 12 dicembre

L’Associazione Culturale Gruppo Corale G. Braga di Giulianova comunica che per
sopraggiunte cause impreviste e problemi improcrastinabili, comunque non
imputabili alla volontà della stessa, l’estrazione dei tagliandi vincenti della
lotteria di Beneficenza organizzata dalla stessa ed in programma per LUNEDI 20
SETTEMBRE p.v. alle ore 16.00 presso i locali associativi siti in Via della
Rocca a Giulianova, è rinviata a DOMENICA 12 DICEMBRE p.v., giornata clou della
II Rassegna di Gruppi Folk “Strada in canto”, alle ore 23.00 nei suddetti
locali.




Montorio al Vomano. Sei i gruppi finalisti al “Montorio in Festival” La finale sabato 18 alle ore 21.00 in Sala Civica a Montorio

Sei i gruppi finalisti al  “Montorio in Festival”

La finale sabato 18 alle ore 21.00  in Sala Civica a Montorio

Sono sei i gruppi finalisti della terza edizione del concorso “Montorio in Festival”, in programma sabato 18 alle ore 21.00 presso la Sala Civica di Montorio al Vomano (Te). Per la categoria UNDER 21 ad andare in finale sono gli  Impulse di Chieti, i Liposolubili di Pineto (Te) e i Wakkos di Montorio al Vomano (Te). Per la categoria OVER 21 ad andare in finale sono invece tre gruppi teramani: gli Apeirons, i Deaa e Sostanze corrosive. Al concorso aperto a tutte le band emergenti, unico requisito quello di avere almeno due brani originali su un totale di tre pezzi da presentare, hanno partecipato ben quindici gruppi. Quest’anno la gara prevede due categorie distinte su base anagrafica: OVER 21 e UNDER 21. Al primo classificato, per ogni categoria, verrà data la possibilità di registrare un cd audio presso la CINIK Records srl di Roma. Inoltre sono previsti altri premi per i secondi e terzi classificati, nonché premi speciali della giuria.

La manifestazione canora, promossa dall’Associazione Magna Corda che elabora e promuove progetti per la formazione permanente del pubblico tramite la fruizione e produzione di cultura, si rivolge ai gruppi musicali meno conosciuti che troppo spesso non trovano spazio nei circuiti dediti alla musica dal vivo ma che producono e crescono in maniera autonoma e distaccata dalla realtà locale.

Eventuali informazioni sul sito web dell’associazione <www.magnacorda.it>.




Teramo. Bandabardò, il Pan del Diavolo e Marilena Catapano per ricordare Federica e Serena

Bandabardò, il Pan del Diavolo e Marilena Catapano per ricordare Federica e Serena

Sabato 18 settembre a Teramo

Bandabardò, il Pan del Diavolo e Marilena Catapano animeranno quest’anno la notte dedicata a Federica e Serena. Torna a Teramo, nell’area ex Villeroy, sabato 18 Settembre dalle ore 19.00 in poi l’evento  Note su ali di farfalla: notte per Federica & Serena”, organizzato dall’associazione culturale no-profit “Federica & Serena”, con il patrocinio del Consorzio BIM Vomano-Tordino, i comuni di Teramo, Bisenti e Montorio al Vomano. Si tratta di una serata di beneficenza, in ricordo di Federica Moscardelli e Serena Scipione, due studentesse di medicina morte a L’Aquila durante il terremoto del 6 aprile, organizzata dall’associazione fondata dai loro compagni di liceo e amici con lo scopo di mantenere vivo il ricordo delle due ragazze attraverso l’organizzazione di eventi culturali con finalità umanitarie e solidaristiche.

Federica Moscardelli, 24 anni, era di Montorio al Vomano. Quando il fine settimana tornava nel suo paese, faceva la volontaria per la Croce Bianca, il catechismo, cantava nel coro parrocchiale ed era responsabile del gruppo tend. Federica e Serena Scipione erano amiche dal liceo e coinquiline a L’Aquila, dove studiavano entrambe medicina. Serena, 24 anni, era di Bisenti dove tornava il fine settimana. Serena voleva laurearsi in medicina per poi andare a lavorare nei paesi dove c’era bisogno di persone che salvassero vite. Anche Serena faceva volontariato ed era iscritta all’Associazione Persone Down sezione provinciale di Teramo (AIPD), alla quale quest’anno sarà devoluto il ricavato dell’evento. Nello specifico l’Associazione andrà a finanziare il progetto “Al n. 27 ovvero i ragazzi della porta accanto” che prevede un’esperienza di vita autonoma e indipendente per i ragazzi down maggiorenni. Si tratta di un progetto già avviato dall’AIPD di Teramo che ha coinvolto vari gruppi di ragazzi. Il gruppo, insieme a tre educatrici professionali, trascorre un week end presso l’appartamento dell’Associazione in viale Cavour 27 per <<apprendere a vivere la quotidianità – come si legge nel progetto dell’Associazione – come qualsiasi altro ragazzo. Vivere in casa insieme significa occuparsi delle attività domestiche come cucinare, apparecchiare, prendere decisioni, effettuare scelte, avere degli impegni e portarli a termine, ma anche vivere all’insegna del divertimento e della spensieratezza. Considerata la positività delle esperienze vissute – ha sottolineato Annamaria Ponziani referente del progetto per l’AIDP – si è pensato di condividere in questo anno l’intervento educativo con le persone meno autonome e più avanti negli anni e con i ragazzi che non hanno avuto modo di partecipare lo scorso anno>>.

Nel corso della serata ci sarà la proiezione di cortometraggi e l’esibizione di writers con idee sempre più innovative che realizzeranno, come nella passata edizione, ritratti delle due ragazze.
All’interno dell’area della manifestazione saranno presenti stand eno-gastronomici.

L’ingresso costa 8 euro in prevendita e 10 euro al botteghino. Per info e prevendite contattare il 329.3927553; 340.5617185 www.federicaeserena.org.




Giulianova. Settembre Portuale 23 e 26 settembre 2010, libri e musica

Settembre Portuale a Giulianova
Settembre Portuale a Giulianova




L’Aquila. Appunti inediti di un uomo di montagna UN AMORE PERDUTO NEL SILENZIO DELLE ALPI OROBICHE

Gentile direttore, se può essere d’interesse, con il consenso dell’Autore, giro volentieri questa nota di Angelo Fusari che racconta una giornata particolare nell’ascensione del Bernina. Qui di seguito un breve curriculum dell’autore. Con viva cordialità   Goffredo Palmerini

* Angelo Fusari è nato a Tornimparte, un comune a pochi chilometri dallAquila. Laureato in Fisica, lavora per unazienda elettronica. Modesto alpinista, conta oltre venti anni di attività maturata sulle cime più alte delle Alpi italiane, francesi, svizzere ed austriache. Oggi ha di molto ridotto gli impegni in montagna, preso dagli studi nel campo della fisica. Ha però da qualche tempo iniziato a raccontare, sulla scorta dei ricordi e dei  suoi appunti alpinistici, le più emozionanti esperienze vissute sulle cime delle Alpi.

Appunti inediti di un uomo di montagna

UN AMORE PERDUTO NEL SILENZIO DELLE ALPI OROBICHE

di Angelo Fusari*

Eravamo arrivati da poco a Chiesa Valmalenco, in quel piccolo borgo adagiato su pendii scoscesi assai, ma lussureggianti di verde e rigagnoli d’acqua, quando sulla porta dell’albergo Kennedy, la nostra nuova dimora per una notte, vedemmo arrivare una ragazza, capelli corti ed occhi appena sorridenti in un volto fortemente abbronzato.

Avanzava, guardando qua e là tra la gente della hall. Poi, avvicinandosi a noi, con tanta gentilezza disse: ”Non posso sbagliarmi, sono convinta che siete voi gli alpinisti abruzzesi”. Non c’era da confondersi, in quanto il nostro modo di vestire e il nostro tavolo pieno di carte topografiche del Bernina lasciavano ben capire le nostre intenzioni, ciò che avevamo in mente di fare. Appena salutata quella ragazza, dal fisico atletico, si sedette subito vicino a noi alla stessa maniera, col medesimo atteggiamento di una persona amica che conoscevamo da tempo.

Non sapevamo nulla di lei. Guardandola da vicino, mi accorsi che, oltre ad essere di bella presenza, il colore del suo volto non era dovuto al sole delle dorate spiagge adriatiche, bensì causato dalle nevi eterne dei ghiacciai. Lei si chiamava Serena. Era venuta da Sondrio con un piccolo motociclo, per conoscerci e chiederci se poteva farci compagnia durante l’ascensione del gruppo del Bernina e delle altre vette che avevamo in mente di salire.

Sorpresi dell’affermazione, ci guardammo l’uno con l’altro: le chiedemmo chi le avesse dato notizia del nostro arrivo e perché volesse venire proprio con noi. Con poche parole fu tutto chiarito. Con la sua voce, lievemente sottile, ci disse che stava cercando di diventare la prima donna “guida alpina” italiana e che pertanto la conquista, ancora una volta, della vetta del Bernina avrebbe arricchito di punti il suo curriculum d’alpinista.

Rimanemmo sorpresi da quella inaspettata confidenza: non tanto io, quanto i miei compagni che, spinti dalla curiosità del caso, continuarono a farle domande cercando di capire qualcosa in più di quella donna particolare che, di momento in momento, sentivamo sempre più vicina ed amica,  da considerarla al pari di una nostra sorella.

Restammo a parlare ancora per poco. Dopo ci salutammo, rimanendo d’accordo che l’indomani mattina, di buon’ora, saremmo partiti insieme con un mezzo fino a campo Franscia da dove sarebbe iniziata la nostra avventura. Chissà perché nell’andare su verso l’alto, forse per simpatia od altro, mi accorsi che Serena preferiva rivolgersi a me e farmi domande. Mi chiese notizie del nostro passato di alpinisti, delle nostre esperienze di montagna, quale lavoro facessi ed altro ancora. Notai in lei un grande piacere nell’ascoltarmi.

Le dissi pure che ero un fisico e che pertanto, oltre all’attività svolta presso un’azienda,  studiavo all’università le teorie legate alla struttura della materia, alla fisica nucleare e ai raggi cosmici. Fu proprio per questo che mi bersagliò di domande, volendo sapere perché si generassero i venti, per quale motivo il cielo fosse azzurro, perché la neve fosse bianca ed altro. Cercai di darle risposte brevi ed esaurienti.

Continuammo a farci confidenze per tutta la salita. Poi, al momento di calzare i ramponi ai bordi del ghiacciaio dello Scerscen, con voce ancor più sottile, quasi un sussurro, da non far sentire nulla agli altri, mi rivelò che per amore della montagna e per via del suo grande richiamo, aveva rinunciato alla vita comoda d’ufficio, in quanto segretaria di un’azienda del luogo.

Proseguimmo fino al rifugio Marinelli. Facemmo più volte sicurezza sulle rocce vetrate e sui crepacci di un ghiacciaio accarezzato da una brezza fredda ed insistente, con la luce tenue di un sole che lentamente inabissava tra le nubi rese purpuree dal tramonto. Restammo a dormire. La mattina assai presto prendemmo la via sul ghiacciaio che ci avrebbe portato, dopo alcune ore, al rifugio Marco e Rosa.

Il nuovo rifugio – una piccola capanna tra ghiacci e alte cime, sollecitata giorno e notte dalla furia dei venti del nord – era gestito da un anziano e dal figlio, un bravo ragazzo tornato da poco dal servizio militare, fatto nelle truppe alpine della Brigata Tridentina.

La sera ci sedemmo vicino al tavolo di cucina assieme ad altre due cordate: una tedesca e l’altra austriaca. Tra di loro c’era una ragazza di circa quindici anni, viso sofferente e assonnato, che dava a capire, nonostante il vociare della comitiva, un qualche smarrimento e forse un po’ di paura per il giorno seguente.

A causa del pessimo tempo dei giorni precedenti e con la mancanza di rifornimenti di provviste alimentari da parte dell’elicottero, ci fu detto dal gestore che per cena avremmo dovuto accontentarci di quanto rimasto. Mangiammo una semplice minestra preparata con le acque di scolo della grondaia e un po’ di carne in scatola che portavamo dentro gli zaini. Durante la notte cercai di prendere sonno, ma non ci riuscii.

Il forte rumore generato dalle folate della tramontana mi costrinse ad alzarmi e portarmi in cucina. Alla luce fioca di una piccola candela che lo rischiarava, notai il volto del vecchio gestore, consumato dai freddi, che guardava fisso ed assai pensieroso verso quell’esile fiamma. Guardandomi, mi disse :”Anche per te la tormenta e’ di fastidio”.

Chissà come, dopo un po’, tutti e due ci addormentammo sul tavolo non ancora liberato dai resti della cena. Furono i miei compagni a svegliarmi alla tre del mattino, era l’ora di prepararsi per affrontare la vetta ghiacciata del  Bernina.

Dopo aver liberato la porta d’uscita dai cumuli di neve, partimmo. Avanzammo pian piano creando punti di sicurezza con chiodi, corde e piccozze. In prossimità della vetta, la nebbia fredda  dalla spinta veloce ci costrinse a tornare in dietro. Con attenzione riscendemmo, portandoci in una zona meno esposta. Fu qui che notando l’orologio fisso alle prime ore del mattino e le condizioni del luogo un po’ migliorate, rispetto all’altro versante, decidemmo di salire sul pizzo Palù.

In quella breve sosta, Serena mi si avvicinò chiedendomi come stava il morale dei miei compagni, aggiungendo che forse era il caso di affrettarci e fissare le prime corde alla base di quella spettacolare piramide di ghiaccio. Nonostante un po’ di ritardo, salimmo sulla vetta con un tempo inferiore a quello previsto. Restammo sopra per qualche minuto, giusto il tempo di consumare qualcosa di molto calorico per sconfiggere la morsa di quel freddo polare.

Tornati alla base, recuperammo gli oggetti lasciati. Poi, guardando in alto ed intorno capimmo che, per via di una presunta intensificazione delle nuvole, dovevamo affrettarci per riscendere al rifugio Marinelli attraversando il lungo ed insidiosissimo versante nord-est del ghiacciaio. Con attenzione e tranquillità arrivammo ai primi profondi crepacci, superandoli facilmente.

Successivamente, quando ci trovammo nella parte centrale di quella immensa distesa di ghiaccio, a causa dell’oscuramento del cielo e di un’improvvisa nevicata che mise fortemente a rischio il nostro ritorno successe l’inaspettato. In quegli attimi lo sguardo si perse nel vuoto, dandomi strane sensazioni, come pure il desiderio di tornare vicino al focolare di casa, vicino ai miei libri, insieme alla mia fisica. Riflettendo per un momento, mi resi subito conto che le nostre speranze di riscendere a valle erano tutte affidate a Serena: qualche ora prima mi aveva confidato che quel temuto e sorprendente ghiacciaio lo conosceva molto bene e che pertanto bisognava avere coraggio e volontà per proseguire.

Per tutto il tempo necessario all’attraversamento dello Scerscen lei fece da capo cordata, anche se ogni tanto gli davo dei brevi cambi. Solo dopo alcune ore di sofferenze e difficoltà venimmo fuori dai pericoli, poggiando gli scarponi coi ramponi sulle prime rocce scoperte. Con premura cercammo di abbassarci di quota, lasciandoci alla spalle il nostro luogo di calvario. Quando uscimmo dal buio delle nebbie notammo il paesaggio sottostante, dove si evidenziavano le ombre lunghe della sera, riscaldato dai chiarori opachi e assai densi del giorno che finiva. Essi accendevano di luce rossastra gli spazi rocciosi e umidi della valle, lasciati da poco dalle nuvole minacciose che avanzavano lentamente verso l’infinito.

Dopo qualche ora il rifugio Marinelli ci accolse di nuovo, ridandoci serenità e sicurezza. Con spirito di grande amicizia abbracciai Serena, stringendola a me e ringraziandola di quanto aveva fatto per noi. Dopo cena al rifugio c’era un po’ di euforia dovuta alle nuove persone arrivate. Ero seduto, solo, in un angolo semibuio di quell’ambiente di riposo, meditando sulla brutta avventura appena superata, quando  la vidi arrivare.

Lei si sedette accanto a me. Notai i suoi occhi arrossati, pieni di stanchezza. Con la sua voce sottile mi parlò, confidandomi che mai avrebbe potuto dimenticare i rischiosi momenti trascorsi in un ambiente così desolato. Quasi emozionata, aggiunse: ”Tra i tanti desideri della vita, c’è anche quello di poterti rincontrare al più presto per rivivere insieme un’altra esperienza di montagna”.

La guardai ancora una volta poi, di nuovo, la strinsi fortemente portandole amichevolmente una lieve carezza sul viso, mentre le facevo notare come la sua grande passione per la montagna fosse anche la mia. Per questo ci sentivamo più amici degli altri. Continuò a parlarmi quasi con timidezza, confidandomi i suoi sentimenti: “Che bello averti incontrato e conosciuto, sei una persona diversa dalle altre, una persona con la montagna nel cuore con la quale si sta molto bene insieme, una persona molto sensibile, forse per la fisica che studi, una persona alla quale non si può negare un legame che va oltre una grande amicizia”.

Quelle parole mi fecero capire tante cose, sollevando in me un senso di riflessione e di imbarazzo. Dovetti allora dirle, per non deluderla, che ero sposato da appena due mesi e che la mia giovane compagna, nell’albergo del paese, aspettava con trepidazione ed apprensione il mio ritorno dalle vette. Mentre le davo quella notizia il suo volto cambiò improvvisamente espressione, forse per una speranza impossibile ad avverarsi. Ci lasciammo, guardandoci ancora una volta negli occhi velati di tristezza.

La mattina scendemmo a valle. Nel tardo pomeriggio, venne di nuovo a tenermi compagnia in albergo. Le presentai la mia compagna, alla quale lei raccontò tutto delle nostre ascensioni, anche se il suo sguardo penetrante, seppure in modo sfuggente, spesso era fisso su di me. A tarda sera ci lasciammo definitivamente. Nelle tenebre della notte sentivo in lontananza il rombo sempre più assopito di quel motociclo che si dimenava per le curve di Gaspoggio, scendendo giù verso Sondrio. Portava via con sé quella ragazza dal volto semplice e trasparente, una dolce compagna di cordata, forse un amore per sempre perduto.

Il giorno successivo ci spostammo verso la valle dei Forni, al rifugio Pizzini, per salire l’indomani la parete nord-est del Gran Zebrù, poi il piccolo Zebrù. Avevo però fissa nei miei pensieri l’immagine dolce e indimenticabile di lei; assaporavo ancora il suo profumo, diffuso nell’aria circostante.

Forse un giorno lontano tornerò su quelle misteriose ed eterne montagne. In quei dorsali imbiancati, induriti dalle rigide brezze dell’inverno, o spalmati dei colori sobri dell’autunno, vagherà anche questa traccia bella del mio passato. La montagna, nei suoi silenzi, conserva il tempo e le emozioni di chi la frequenta, come in uno scrigno. Non cancella nulla. Dispendia il suo patrimonio di sensazioni ed emozioni, a piccole dosi, a chi la ama, alpinista o viandante.

Di questa mia storia di montagna, appena diversa dalle tante altre vissute, ancor oggi il ricordo mi desta il rimpianto di quei momenti vissuti in un angolo di mondo quasi sperduto, in compagnia di Serena; di quella ragazza venuta come in un sogno, quasi un angelo,  nel crepuscolo di una sera, dalle  nebbie luccicanti ed argentate delle Alpi orobiche.

* Angelo Fusari è nato a Tornimparte, un comune a pochi chilometri dallAquila. Laureato in Fisica, lavora per unazienda elettronica. Modesto alpinista, conta oltre venti anni di attività maturata sulle cime più alte delle Alpi italiane, francesi, svizzere ed austriache. Oggi ha di molto ridotto gli impegni in montagna, preso dagli studi nel campo della fisica. Ha però da qualche tempo iniziato a raccontare, sulla scorta dei ricordi e dei  suoi appunti alpinistici, le più emozionanti esperienze vissute sulle cime delle Alpi.