Giulianova. Domani, presentazione del volume: GIULIANOVA E LA CIVILTA’ BALNEARE di Sandro Galantini

GIULIANOVA E LA CIVILTA’ BALNEARE

di Sandro Galantini

Presentazione editoriale del volume di Sandro Galantini
GIULIANOVA E LA �CIVILTA’ BALNEARE�
Turismo, Ambiente e modificazioni urbane dall’Ottocento preunitario al 1940

Teramo, Ricerche&Redazioni, 2011


Giulianova Lido, Centro Congressi Kursaal
19 luglio 2011, ore 21.30


Interventi:


Francesco Mastromauro, Sindaco di Giulianova

Mauro Di Dalmazio, Assessore al Turismo Regione Abruzzo

Giuseppe Antonio Di Michele, Assessore alla Cultura Provincia di Teramo


Bernardo Cardinale, Universit� degli Studi di Teramo

Gabriele Rossi, Touring Club Italiano e Fondazione Banco di Napoli

Rosy Scarlata, Universit� degli Studi Teramo



Il Volume

Dal litorale insalubre e disabitato di primo Ottocento, con la citt� collinare ancora rinserrata
nella cinta difensiva quattrocentesca e interamente rivolta al fertile retroterra agricolo,
alla Giulianova balneare e turistica del Ventennio fascista.

Lo storico Sandro Galantini, attingendo da una ricca documentazione archivistica senza tuttavia trascurare le fonti bibliografiche e giornalistiche, con questo denso volume pone il suo sguardo indagatore sulla nascita e sullo sviluppo successivo del turismo balneare a Giulianova. Dai resoconti dei viaggiatori italiani e stranieri, con le notazioni, qui per la prima volta in traduzione italiana, dello scozzese Charles Mac Farlane e dello statunitense Theodore Bacon, rispettivamente del 1848 e del 1860, alle descrizioni contenute nelle prime guide; dalla delibera decurionale del 1856, atto ufficiale di disciplina dei bagni di mare a Giulianova, al rapido evolversi della villeggiatura nei decenni postunitari, con la creazione, il 12 luglio 1874, dello stabilimento marino, la struttura turistica per eccellenza che segna il punto di svolta nella storia locale della balneazione.

Quindi, tra Otto e Novecento, la nascita delle colonie marine, la creazione, nel settembre 1891, dell’ippodromo della Torre, il rapido affermarsi delle mode e dei riti del divertimento estivo, il diffondersi sul litorale della spensierata architettura delle ville in stile liberty e, dopo la Prima guerra mondiale, l’impostazione turistica modernamente intesa che, grazie anche ad un imponente piano di opere pubbliche, far� di Giulianova, negli anni ’30 del Novecento, una delle stazioni balneari pi� importanti dell’Abruzzo portando cos� a compimento, ad un settantennio dalla sua germinazione a valle, la costruzione fisica della citt� litoranea.

Quello proposto da Sandro Galantini � dunque un viaggio intrigante e sinora mai intrapreso, lungo quasi cento cinquant’anni, nella storia turistica ma anche sociale, politica, urbanistica ed economica di Giulianova, avendo sullo sfondo gli eventi che segnano il passaggio, in Abruzzo come nel resto d’Italia, dagli aristocratici tour e dai soggiorni �per diporto� di primo Ottocento alle villeggiature borghesi dell’et� giolittiana, sino alle vacanze sociali nel periodo tra le due guerre.

ISBN 978-88-88925-44-8
SANDRO GALANTINI
GIULIANOVA E LA �CIVILTA’ BALNEARE�
Turismo, ambiente e modificazioni urbane dall’Ottocento preunitario al 1940
Teramo, Ricerche&Redazioni, 2011
228 pagine
“Documenta” (5) Prezzo: � 25.00





Chieti. MARTEDI’ 19 LUGLIO, MAX MANFREDI A CHIETI MOSTRA LIBRI

MARTEDI’ 19 LUGLIO, MAX MANFREDI A CHIETI MOSTRA LIBRI



CHIETI – Max Manfredi, definito da Fabrizio De André “il più bravo” tra i cantautori italiani sarà sul palco di Largo “G. B. Vico” alle ore 22 per “Chieti mostra libri“. A partire  da un suo romanzo, Trita Provincia (novella discreta) edito da Liberodiscrivere, Manfredi ripercorrerà, insieme con Paolo Talanca, critico musicale, la sua carriera. Nel 1990 Manfredi pubblica il suo primo album, dal titolo Le parole del gatto, con cui si aggiudica la Targa Tenco per la migliore opera prima davanti a Ligabue. Nel 1994 esce la seconda opera discografica, Max, con la partecipazione di Fabrizio De André che canta ne La fiera della Maddalena, brano utilizzato come sigla di diversi programmi e rassegne, nonché per la scena finale del film-documento Faber.  Nel 1997 presenta al Teatro Modena di Genova il concerto-spettacolo La leggenda del Santo Cantautore. In quegli stessi anni si infittiscono gli impegni nel campo della musica antica, medioevale, rinascimentale e barocca, con l’Accademia Viscontea di Milano e nella rielaborazione folcloristica con il gruppo genovese La Rionda. Nel novembre 2007 è nuovamente ospite del Premio Tenco, dove presenta l’inedita Il regno delle fate, a detta di molti (ad esempio Gianni Mura su Repubblica) una delle più belle canzoni scritte in Italia negli ultimi anni. Tra maggio e luglio 2008, registra l’album Luna persa, Premio Tenco nel 2009 davanti a Vinicio Capossela, Dente, Ivano Fossati, Bobo Rondelli.

Nella stessa serata altri ospiti illustri: alle 21 e 30 la scrittrice serba Tjiana Djerkovic, Giulia Alberico, la poetessa albanese Anila Hanxhari e Cristina Mosca parleranno di letteratura al femminile. Giulia Alberico, abruzzese trapiantata a Roma, ha pubblicato “Madrigale” per Sellerio, “Come Sherazade” per Rizzoli, “Il vento caldo del garbino” per Mondadori, “Cuanta pasion!” sempre per Mondadori. Alle 22 e 50 Elvira Giancaterino incontrerà Donatella Di Pietrantonio, autrice del fortunato romanzo “Mia madre è un fiume” (Elliot). Gli incontri sul palco di Largo Vico si concluderanno con un omaggio a Giuseppe Rosato, poeta di levatura nazionale e a Tonia Giansante, scrittrice di grande intensità, scomparsa da alcuni anni. Saranno letti testi scelti dalle loro opere con musiche del compositore Paolo Rosato, autore molto noto in campo internazionale e con le voci recitanti di Icks Borea e di Rossella Mattioli.

Nelle altre sedi, presso la Provincia di Chieti alle 21 e 30 Paolo Leone e Valeria Valeri (Presidente Associazione Volta la Carta) parleranno di “Una foresta grande, grande, grande” di Antonio Ranieri (Arkhé), alle 22 Sipo Beverelli e Rossella D’Oria presentano: “Le relazioni   pericolose”, saggistica e analisi di testi sulle relazioni affettive con la partecipazione di Pascale Chapaux-Morelli, autrice del libro “La manipolazione affettiva nella coppia. Riconoscere e affrontare il cattivo partner”. Alle 22.30 lettura di poesie organizzata dalle edizioni Tracce. Interverranno: Andrea Cati, Daniele Cavicchia, Igino Creati, Luciano De Angelis, Anna Maria Giancarli, Nicoletta Di Gregorio, Ubaldo Giacomucci, Giancarlo Giuliani, Bibiana La Rovere, Vito Moretti, Daniela Quieti, Benito Sablone, Gulnara Sharafutdinova, Marco Tornar. Alle 23.00 Nicoletta Di Gregorio introdurrà il libro di Licio Di Biase “Oh che bel sito” (SCEP). A concludere, l’ABRVZZO Ethno Ensemble dell’Orchestra popolare abruzzese La  Figlia di Iorio terrà un concerto di musica aprutina su testi di autori abruzzesi, tra i quali Raffaele Fraticelli. Direttore: Mario Canci. Con Marco Giacintucci, Fabio D’Orazio, Mariarita D’Orazio, Ugo Orlandi, Zenone Benedetto.

Nella sede dei Tempietti Romani, alle 21.30 Arturo Bernava presenta un romanzo di Daniela Miscia, “Il cortile” (Solfanelli). Alle 22.00 Bernadette Perricone Ucci parlerà di “Nostalgia amore tradimento” (Solfanelli) di Rosa Ucci. Alle 22.30 lectura Dantis con Luciano Emiliani che reciterà il canto X dell’Inferno. Alle 23.00 lettura teatrale dal libro di William Brogan “Invenzioni sceniche” con Giancamillo Marrone (Piccolo Teatro dello Scalo) e Giulio Avocatino. Presenta: Emilia De Matteo. Per finire alle 23 e 30 con Ugo Iezzi e il suo patriottico regionale “Viva i maccheroni alla chitarra viva l’Italia”.




CASTELBASSO 2011, GLI APPUNTAMENTI DAL 19 AL 24 LUGLIO

CASTELBASSO 2011, GLI APPUNTAMENTI DAL 19 AL 24 LUGLIO

Castelbasso, 18 luglio 2011 – Dopo l’inaugurazione delle Sezioni Arti visive, Didattica, Musica Antica, Letteratura e Musica contemporanea, proseguono gli appuntamenti di Castelbasso 2011, la tradizionale manifestazione culturale che per tutta l’estate animerà il borgo medievale della provincia di Teramo.

La Sezione Didattica – a cura di Alessia Di Clemente – aprirà la settimana martedì 19 luglio, alle ore 21.30, con “Chi capisce è bravo!”, una lezione che attraverso la mostra in corso su Renato Guttuso – farà comprendere il linguaggio dell’arte contemporanea.

La seconda lezione educativa della settimana, dal nome “Mi porti alla mostra papà?”, si terrà mercoledì 20 luglio, alle 19.45. Dedicata sempre a Guttuso e alle sue opere, coinvolgerà intere famiglie in visite guidate e attività di laboratorio.

Per la Sezione Musica Antica – a cura del maestro Roberto Marinigiovedì 21 luglio, alle ore 21.00, la rassegna “D’Estate l’Organo” ha in programma il concerto “Un inedito connubio: tuba e organo”, con Alessandro Fossi (tuba) e Giuliana Maccaroni (organo). Al termine seguirà un percorso guidato dedicato alla storia e alle bellezze artistiche racchiuse nel borgo di Castelbasso.

Per la Sezione Letteratura a cura di Renato Minore – appuntamento venerdì 22 luglio, alle ore 21.00, con Folco Quilici autore del libro “La dogana del vento” – che attraverso vicende storiche e autobiografiche regala un grande romanzo d’amicizia e d’amore, ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale, mettendo la sua sapienza nel raccontare grandi avventure al servizio di una storia profondamente commovente.

Al termine, alle 22.30, seguirà Lennon’s Revolution, omaggio al pensiero di Lennon che ha “rivoluzionato” la musica e la cultura.

La Sezione Musica Contemporanea concluderà la settimana con due concerti. Il primo sabato 23 luglio, alle 21.30, con Carlotta Sillano, in arte Carlot-ta. La giovanissima cantautrice accorda la leggerezza della voce con un songwriting già maturo e consapevole che fonda la sua originalità sulla curiosità di esplorare sonorità nuove che si sviluppano attorno e a partire dal pianoforte.

Il secondo concerto è per domenica 24 luglio, alle 21.30, con BESA Quartet: Jeff Berlin, Peter Erskine, Bob Sheppard e John Abercrombie riserveranno al pubblico una musica emozionante e ricca di virtuosismo stilistico.

Come ogni sera infine per la Sezione enogastronomia i visitatori potranno apprezzare piatti della cucina tradizionale e alcune eccellenze della produzione agricola della provincia.




Abruzzo. Marco Di Battista & Giorgio Pelagatti @ Città Sant’Angelo Village, Città Sant’Angelo. Città Sant’Angelo Village. Via Moscarola, Città Sant’Angelo. Martedì 19 luglio 2011. ore 21,30. Marco Di Battista: pianoforte.

Marco Di Battista & Giorgio Pelagatti @ Città Sant’Angelo Village, Città Sant’Angelo.
Città Sant’Angelo Village. Via Moscarola, Città Sant’Angelo.
Martedì 19 luglio 2011. ore 21,30.   Marco Di Battista: pianoforte.

Giorgio Pelagatti: contrabbasso.

Martedì 19 luglio 2011, Marco Di Battista e Giorgio Pelagatti si esibiranno in duo presso il Città Sant’Angelo Village sul Palco Bagaria, nell’ambito degli appuntamenti estivi del centro commerciale. Il concerto avrà inizio alle 21,30 con ingresso libero.   Di Battista Pelagatti interpretano gli standard e le ballate più intense del repertorio dei grandi maestri del jazz: brani celebri che Di Battista e Pelagatti eseguono in maniera personale e con grande rispetto per la tradizione. Lo stile elegante e misurato dei due musicisti, il dialogo costante tra pianoforte e contrabbasso diventa la chiave per mettere in luce in modo naturale la voce del duo.   L’incontro in duo suggella una collaborazione duratura ed efficace tra i due musicisti: la grande confidenza tra i due interpreti diventa una carta in più da giocare nello sviluppo del percorso musicale e degli assolo e per esprimere in maniera piena le tante possibilità messe a disposizione dal repertorio.




Termoli. LVI Mostra Nazionale Premio Città di Termoli 2011 L’INTRECCIO DEI VIAGGI

Comune di Termoli

Assessorato alla Cultura / Galleria Civica d’Arte Contemporanea

In collaborazione con Regione Molise – Fondazione Molise Cultura

ARATRO Archivio delle Arti Elettroniche- Lab. per l’Arte Contemporanea -Università degli Studi del Molise

LVI Mostra Nazionale Premio Città di Termoli 2011

L’INTRECCIO DEI VIAGGI

Quindici opere dalla Galleria Civica d’Arte Contemporanea di Termoli/

Quindici artisti contemporanei (più uno)

a cura di Lorenzo Canova

Galleria Civica d’Arte Contemporanea di Termoli

INAUGURAZIONE SABATO 23 LUGLIO 2011 ORE 18,30

Il Premio Termoli 2011, curato da Lorenzo Canova, con una scelta emblematica, fatta anche per celebrare l’anniversario dei centocinquanta anni dell’Unità d’Italia, ha scelto di valorizzare la collezione della Galleria Civica d’Arte Contemporanea d’Arte di Termoli, nata dalla lunga storia del Premio stesso, con una selezione delle sue opere storiche messa in dialogo con le opere di alcuni artisti contemporanei, per costruire dunque un intreccio metaforico tra passato e futuro nella grande e multiforme esperienza di continuità dell’arte italiana, costantemente rinnovata e trasformata seguendo correnti e percorsi differenziati ma che compongono un mosaico unico. In questa edizione, il numero dei quindici artisti storici e dei quindici artisti contemporanei vuole alludere simbolicamente ai quindici decenni di storia dell’Italia unita, a cui si aggiunge però un artista giovane che rappresenta un auspicio positivo per il futuro dell’Italia e della sua arte che merita di essere ancora di più apprezzata, studiata, sostenuta, collezionata a livello pubblico e privato e proposta con decisione nel panorama internazionale. Non a caso questa mostra coincide con il passo fondamentale della musealizzazione della collezione della Galleria Civica d’Arte Contemporanea d’Arte di Termoli che sarà per la maggior parte conservata e visitabile in uno spazio espositivo permanente che permetterà finalmente una sua maggiore conoscenza e un maggiore apprezzamento della sua importanza storica e della sua attualità che oltrepassa il territorio a cui appartiene per raggiungere una dimensione molto più ampia. La selezione della collezione della Galleria permette allora un viaggio attraverso diverse fasi della storia dell’arte italiana, dal secondo dopoguerra in poi, e comprende alcuni dei suoi massimi esponenti: dall’astrattismo alla Scuola di Piazza del Popolo, al Gruppo Uno e a un citazionismo ironico e multiculturale che nel loro magistero hanno donato suggestioni e soluzioni che continuano a essere efficaci anche nelle opere di artisti più giovani e spesso apparentemente molto distanti per poetiche e scelte espressive. La mostra renderà dunque possibile scoprire le relazioni tra gli artisti della collezione e quelli, italiani e stranieri attivi in Italia, invitati a far parte dell’edizione del 2011, nell’ottica della continuità, delle metamorfosi dei linguaggi e di un dialogo che dà forma al vasto intreccio di viaggi artistici del Premio.

Opere della collezione della Galleria Civica d’Arte Contemporanea di Termoli:

Carla Accardi; Getulio Alviani; Franco Angeli;Piero Dorazio; Tano Festa; Gino Marotta;Eliseo Mattiacci; Gastone Novelli; Luigi Ontani; Achille Pace; Luca Patella; Antonio Sanfilippo; Mario Schifano; Giulio Turcato; Giuseppe Uncini

Artisti invitati:

Paolo Angelosanto, Angelo Bellobono, Francesco Cervelli, Marco Colazzo, Mauro Di Silvestre, Stefania Fabrizi, David Fagioli, Francesco Impellizzeri, Susanne Kessler, Federico Lombardo, Manovella, Ernesto Morales, Adriano Nardi, Andrea Nicodemo, Luca Pace, Marco Verrelli.

Sabato 23 luglio ore 18.30 conferenza di presentazione e inaugurazione della mostra

Dalle ore 19.15 degustazione di creazioni finger food dello chef Nicola Vizzarri offerte dal Pastificio La Molisana

Galleria Civica d’Arte Contemporanea- Piazza Sant’Antonio, 2 – Termoli

Info: tel. 0875 708244-www.comune.termoli.it e-mail: premiotermoli2011@gmail.com

23 luglio- 24 settembre 2011 / orario: luglio-agosto: 17-24; settembre 10-12 / 17-20

Catalogo Silvana Editoriale




Sant’Omero, 21 luglio Vincenzo Bosica presenta il romanzo cyberpunk Irregolare alla prima edizione di Profumo di…libro

IRREGOLARE a Sant’Omero per la 1° edizione di Profumo di…libro



Sulla scia del successo dell’ iniziativa Mondo d’autore realizzato dalla biblioteca comuncale G. D’Annunzio di Sant’Omero, in collaborazione con l’Assessorato alla cultura e la consigliera di parità della Provincia di Teramo, è stata ideata la 1° edizione di “Profumo di…libro“, una sorta di salotto letterario all’interno del quale verranno presentati opere di autori abruzzesi, con letture di brani, inframezzati da pezzi di musica classica. Un vero e proprio angolo letterario in cui la scrittura si sposa con la musica.

Giovedì 21 Luglio, in Piazza del Castello, alle ore 21:00, Maria Rosa Dei Svaldi, operatrice culturale, presenta il cyberthriller IRREGOLARE di Vincenzo Bosica, con letture di brani tratti dal romanzo, e accompagnamento musicale di pianoforte, violino e violoncello a cura dei musicisti Giordano Franceschini, Moreno Amiconi e Anthony Amiconi.

PER IL PROGRAMMA COMPLETO:

http://www.comune.santomero.te.it/archivio/news/A-20110715133052.pdf


Per la tua comuncazione scegli…L & L Comunicazione





Paganica. LA “MISSIONE” DI GOFFREDO PALMERINI TRA GLI ITALIANI NEL MONDO

14 luglio 2011

LA “MISSIONE” DI GOFFREDO PALMERINI TRA GLI ITALIANI NEL MONDO

Sottolineature al volume “L’Aquila nel mondo”, nell’incontro al Centro Civico di Paganica

di Franco Ricci *

L’AQUILA – Conosco Goffredo Palmerini ormai da qualche anno, da quando nel 2001 accompagnò il Coro della Portella in una tournée in Canada. Uomo temperante, signorile ed elegante come la città che ama e difende, le cui qualità e valenze diffonde e simultaneamente riscopre all’estero. Sicuro e deciso, rappresenta quell’indole abruzzese di gentilezza d’animo, fede nel prossimo, fierezza di pensiero e forza nel lavoro, che poi rivela e valorizza nei tanti meravigliosi ed appassionati scritti su personaggi, eventi, notizie, comunità ed associazioni, raccolti nel suo ultimo libro L’Aquila nel Mondo.

La stessa versatilità ed apertura verso le opinioni altrui che formano la sua indole, lo accomunano ai personaggi che scopre sparsi nel mondo, anche loro come lui, avventurosi di spirito ma regolati da un barometro decisamente abruzzese. E quindi moralmente sani e senza paure, operosi e ingegnosi, quelle stesse qualità che distinguono tutti gli abruzzesi, confermate nelle tracce e nelle impronte che lasciano gli emigranti abruzzesi nel mondo.

Un popolo asciutto, solidale, forgiato dai tanti frequenti terremoti che nei secoli hanno segnato terribilmente la nostra gente ed hanno lasciato un’indelebile cicatrice sulla sua fisionomia rendendolo coraggioso, scaltro, preparato alle insidie e un pizzico fatalista. Tutte qualità – vi posso assicurare – che ben servono all’emigrante e che peraltro, nelle condizioni più difficili, lo aiutano alla sopravvivenza.

Ancor oggi, qui all’Aquila, come nelle comunità abruzzesi altrove, dopo settimane e mesi che sono diventati anni, questo carattere temperante ben serve a mantenere quella compostezza e dignità che tanto colpì i commentatori della sciagura del 6 aprile.  Non c’e’ da stupirsi, quindi, se l’abruzzese nel mondo abbia fatto tanta strada nei campi più disparati. Non poteva essere altrimenti.

Il libro di Goffredo Palmerini copre un arco di tempo che accavalla il prima e dopo terremoto. Accorcia lo spazio e il tempo tra le comunità abruzzesi sparse nel mondo, rendendole straordinariamente vicine nella loro sofferenza. In un momento in cui l’eterogeneità del campanile scompariva e tutti gli emigranti italiani si sentivano tutti abruzzesi, noi abruzzesi ricomponevamo il nostro essere dimezzato per diventare tutti  aquilani.

Palmerini dà voce a questa solidarietà insigne, dà voce a chi non l’aveva prima, a un settore vitale disgraziato in primis perché si trova lontano da casa, poi perché la casa che si è costruita con interminabili lotte, con sacrifici, con lavoro e pianto, non è, in ultima analisi, veramente casa sua, e infine perché, nonostante le sembianze del successo, l’emigrante vive costantemente il trauma odierno d’una nostalgia irrefrenabile per ciò che forse non ha mai conosciuto e che probabilmente non esiste più.

Leggo Goffredo Palmerini come una Bibbia di questi itineranti, un promemoria di esodo e diaspora che rivela agli italiani in Italia una realtà migratoria per troppo lungo tempo insaputa e che si trova sparsa sui cinque continenti. Si parla spesso, oggi, delle nuove generazioni, sopratutto quella terza generazione di giovani che, a differenza della seconda generazione spesso restia ad accettare usanze e costumi dei genitori, cerca le proprie radici in un gioco di specchi al rovescio, cercando di annusarne le essenze.

Io, perenne giocatore in trasferta, sono diffidente e, nonostante le mie moderate speranze, devo confessare che non ci credo, cioè non riesco a constatare un interesse crescente, la valorizzazione della cifra italiana, nei giovani delle nostre comunità all’estero. E ciò nonostante i miei anni passati in mezzo a tanti giovani, sia negli Stati Uniti che in Canada, in congressi organizzati anche da me proprio per loro. Tutti pronti e decisi certamente a vivere la bella vita italiana, ma poco inclini ad escutere e approfondire le dure verità dell’emigrazione, le sofferenze dei propri avi, il casolare d’eredità spesso abbandonato e con il portone fracido.

Nascono così organizzazioni ed enti ispirati politicamente, mirati a rilanciare – badate il termine “rilanciare”  cioè tornare al passato per riabilitare – quello spettro dell’associazionismo, fenomeno ormai superato. Oppure si cerca di capire i problemi degli emigranti, a prescindere dei loro pregi, tentando così di stilare programmi di iniziative spesso a scapito dei beneficiari. Si è voluto infine dar origine ad un ruolo politico per gli emigranti, in seno alla politica nazionale italiana, con tutti gli irrilevanti e improvvidi retroscena partitocratici che danneggiano gravemente l’ingente patrimonio delle generose comunità degli emigranti, creando divisioni e rancori. Certi enti di rappresentanza spesso non sono altro che il sipario per persone con ambizioni politiche, i cui interessi s’impaludano in riunioni, negli ultimi vent’anni sempre sullo stesso argomento.

Io, per esempio – forse un inadeguato ma provocatorio esempio – da un giorno all’altro, di punto in bianco, sono passato da figlio di emigranti nato all’estero ad essere un italiano nel mondo per pura motivazione politica di Roma e a scapito di qualsiasi desiderio – mio o d’altri come me – avessi sognato. Tutto ciò con l’unico scopo di creare ambasciatori per l’imprenditoria italiana, per il made in Italy.

Ma io non sono un italiano, nonostante tutto l’amore e la passione integrale che serbo per l’Italia. Né sono un americano, anche se ho passato tutta la mia vita nelle Americhe. Sono, invece, un Italo-Americano, con tutta una mia fisionomia socio-culturale che non si può sopprimere sotto un manto di ufficiosità politica, non voluta né richiesta.

Dico, quindi, che non ci credo a questi – chiamiamoli così – fuochi fatui dell’operosità ufficiale della volontà istituzionale, perché ho invece fiducia nella bravura e nello spirito di sacrificio dell’emigrante, nella sua capacità di confrontarsi e di conquistarsi il proprio territorio socio-culturale, politico ed economico. Credo, da buon Italo-Americano, piuttosto nel fattore indiscutibile dell’individuo, nel potere del singolo gesto, piccolo o grande, che puntualmente trova risonanza storica nella quotidianità dell’emigrante.

Potremmo, in tal senso, dire che i personaggi che descrive Palmerini, le prolifiche situazioni vitali di preziosi tirocini di vita, le generosità economiche che si manifestano nelle nostre comunità, sono quegli sprazzi d’eccellenza e le gradite scoperte che contrassegnano le comunità abruzzesi in tutto il mondo e che rispecchiano il fenomeno migratorio nei suoi molteplici campi.

Il ruolo di Goffredo Palmerini, secondo me, in questo marasma confuso e intricato di relazioni, tutto all’insegna di quella dicotomia tra patria d’origine e patria d’elezione, è rilevante: è un ruolo chiave.  Goffredo rappresenta una pietra miliare per lo sviluppo di un nuovo tipo di rapporto che comprende non solo il giornalismo come reportage, ma con i suoi scritti egli installa un utilizzo dell’informatica che abbraccia e mette in rete imprenditori e operai, studenti e professori, commercianti e casalinghe, figli piccoli e grandi, appaltatori e pensionati, in un nuovo mondo virtuale ricco di relazioni vissute forsanche più intensamente, perché accomunati attraverso l’immediatezza del messaggio e del sentimento. Vedere e sentire i nostri co-emigranti in tempo reale via email, Facebook, Skype e iPad e sapere che stiamo tutti bene, che abbiamo saputo farci strada nonostante il fardello ereditato, vuol dire avere una nuova forza integrale che ci spinge a cercare nuovi contatti e possibili orizzonti da varcare.

Come scrisse Petrarca, parlando degli antipodi riferendosi a S. Agostino – è una citazione perifrastica, perché ricordata senza il testo consultabile, mentre sono in vacanza – Petrarca,  parlando degli antipodi, si domandava “chissà quali storie o genti ci attendono laggiù”.  La risposta, a chi se l’ha posta come me, ora ce l’abbiamo. Tutto merito di Goffredo Palmerini, che queste storie e genti ce le racconta e lascia che si raccontino.

In questo mondo on-line ecco che leggiamo di giovani laureati abruzzesi nelle Foreste di Cantanhez, in Guinea Bissau, impegnati sul fronte della conservazione e della protezione della natura; vediamo giovani professori, intellettuali e giornalisti interessati a creare un portale multimediale come i-Italy, gestito dal  Calandra Institute e dedicato al “lifestyle” socio-culturale italiano; scopriamo Remo Prandini, padre salesiano missionario in Bolivia, che lottò, a rischio della propria vita, per il diritto dei campesinos alla terra;  accompagniamo lietamente Mario Fratti, che continua a stupirci con le sue opere e con i graditi successi a Broadway; ci commoviamo per il compianto Angelo De Bartolomeis, pioniere e visionario che con il suo mensile La voce dell’Emigrante e con il Premio Internazionale Emigrazione si è affermato come il padre del colloquio fecondo e speranzoso con gli emigranti, attraverso le loro testimonianze.

E qui dovrei aggiungere anche le tante notizie su presentazioni di libri, mostre d’arte, cerimonie di premi ed omaggi, aperture di centri culturali e sportivi, per concludere con le tante manifestazioni di amicizia che valorizzano la presenza degli emigranti abruzzesi nel vivo tessuto delle  proprie comunità. Piccoli miracoli, raccontati come fioretti preziosi di operette morali, che illustrano viaggi della speranza in terra straniera  diventati storie di successo, tutto nell’arco d’una generazione, passando dall’essere malvisti e discriminati fino a stare nei Parlamenti e nei Governi delle Nazioni, in settori importanti della società e della cultura, fino a diventare anche capitani d’industria, come avvenuto per la più grande industria automobilistica italiana nel mondo.

Sono modelli d’eccellenza che trovano sbocco in personaggi trainanti che permettono lo sviluppo economico, politico e sociale delle nostre comunità. Come un fitto dialogo tra un contesto ricco d’orizzonti promettenti ed emergenti ed uno a volte ripiegato sulla propria austera ma sempre elegante indole storica, questo libro di Goffredo Palmerini rivela una comune ansietà contemporanea riguardo quei problemi d’identità personale, d’identità etica e infine d’identità nazionale che si erode in un mondo sempre più divorato dal consumismo e dall’indifferenza.

Palmerini aiuta l’emigrante abruzzese non a riscattare la propria dignità, perché questa non l’ha mai persa; non a ridiventare italiani o abruzzesi nel mondo, perché questo sentimento intimo non si è mai affievolito. La missione di Goffredo Palmerini – e non a caso la definisco missione – è invece centrale e maestra. Dando voce a chi non l’aveva, fa capire a chi non ci ha mai pensato o a chi ha facilmente dimenticato, che esiste un fitto arazzo di personaggi e situazioni, di comunità ed eventi che varcano i confini di quell’Italia brava gente che è rimasta a giocare in casa.

Questo suo giornalismo ricco di curiosità e desiderio di conoscenza varca frontiere invisibili, creando un mondo virtuale pulsante di chiarezza e nettezza, al di là del solito reportage colonialistico di osservatore colto, per diventare invece un tramite di colloqui vivaci e di reciproco rispetto. E per questo, da It-Am, io non posso che ringraziarlo.

*Università di Ottawa, direttore del Dipartimento di Studi Italiani




Fano Adriano (TE). Si � conclusa la VII edizione del Concorso internazionale di interpretazione organistica di Fano Adriano, tenutasi nei giorni 16 e 17 luglio presso la Chiesa dei SS. Pietro e Paolo.

Si � conclusa la VII edizione del Concorso internazionale di interpretazione organistica di Fano Adriano, tenutasi nei giorni 16 e 17 luglio presso la Chiesa dei SS. Pietro e Paolo.
Alla manifestazione, organizzata dal Comune e dalla Pro-Loco di Fano Adriano, in collaborazione con l‘Istituto Superiore di Studi Musicali Gaetano Braga di Teramo, con la Comunit� Montana della Laga, con la Regione Abruzzo e con la Provincia di Teramo, si sono iscritti 14 concorrenti provenienti dall’Italia, dalla Corea del Sud, dalla Danimarca e dal Giappone.
La Commissione, presieduta dal M� Francesco Di Lernia (docente presso il Conservatorio di Foggia), e composta dai Maestri Antonio Castagna (Direttore Istituto Braga), Anton Pauw (docente presso il Conservatorio di Amsterdam), Matteo Imbruno e Marco Palladini, ha assegnato il I premio di Euro 1500 alla candidata Lee Mi Young (Corea del sud), il II premio di Euro 1000 al candidato Jacopo Brusa e il III premio al candidato Lorenzo Antinori.

L’organo posto in cantoria sopra l’ingresso principale della Chiesa dei SS. Pietro e Paolo di Fano Adriano � racchiuso in cassa lignea riccamente decorata. Costruito da Adriano Fedeli nel 1756 ha subito vari restauri che avevano compromesso la fonica originale. Nel 1999 un restauro di tipo conservativo filologico, ad opera della ditta Mascioni, con finanziamento della Fondazione Cassa di Risparmio della Provincia di Teramo, ha restitutito allo strumento la timbrica originale. Lo strumento � dotato di una tastiera con meccanica sospesa di 45 note (do1-do5) con prima ottava corta,e di una pedaliera del tipo a leggio che consta di 8 pedali in progressione scavezza costantemente collegati alla tastiera.

Ulteriori informazioni sul concorso sono accessibili all’indirizzo http://www.organcompetitionfanoadriano.eu/.



Nereto. Concerto dell’orchestra ACO Val Vibrata e la rock band teramana Aura, diretti dal M° Luisella Chiarini.

Si terrà alle 21:00 di giovedì 21 luglio, presso il teatro “B. Brecht” di Nereto (TE) il concerto “A Beatles Tribute”, ad esibirsi, in un inusuale ed interessante connubio l’orchestra ACO Val Vibrata e la rock band teramana Aura, diretti dal M° Luisella Chiarini.
La serata è organizzata dalla Pro Loco di Nereto, in collaborazione con l’amministrazione comunale , la Fondazione Tercas e l’associazione culturale albense “Modern Music Lab“.

Sarà un’interessante reinterpretazione dei più noti successi dei “Fab Four” quella che il prossimo giovedì 21 luglio, alle 21:00, presso il teatro “ B. Brecht” di Nereto, proporranno l’orchestra ACO (Associazione Concertistico Orchestrale) Val Vibrata, diretta dal Maestro Luisella Chiarini e la rock band Aura. “A Beatles Tribute“ prevede un repertorio che il gruppo propone già da anni su palcoscenici italiani e non, che sarà, in questa versione, reinterpretato grazie agli arrangiamenti del Maestro Vito Andrea Morra. La fusione della band con l’orchestra d’archi del Maestro Chiarini, nasce a dicembre dello scorso anno, quando le due realtà si unirono in occasione dell’esibizione della popstar americana Wendy Starland. Da lì l’idea di un connubio fra formazione classica e moderna, declinato sui brani intramontabili dei Beatles.
“Questo concerto, sperimentale e di spessore, è il modo migliore per festeggiare i dieci anni di attività dell’ACO Val Vibrata. – dichiara il Presidente dell’Orchestra Massimo Fava- Sono certo che lo sforzo organizzativo profuso sarà ampiamente ripagato dalla partecipazione del pubblico.”
“A Beatles Tribute” è uno spettacolo che parte dalla terra di origine dei musicisti (gli elementi dell’Orchestra, Luisella Chiarini e gli Aura hanno tutti origini teramane), ma che ha tutte le premesse per arrivare lontano.

INGRESSO LIBERO




CASTELBASSO 2011, GLI APPUNTAMENTI DAL 19 AL 24 LUGLIO

CASTELBASSO 2011, GLI APPUNTAMENTI DAL 19 AL 24 LUGLIO

Castelbasso, 17 luglio 2011 – Dopo l’inaugurazione delle Sezioni Arti visive, Didattica, Musica Antica, Letteratura e Musica contemporanea, proseguono gli appuntamenti di Castelbasso 2011, la tradizionale manifestazione culturale che per tutta l’estate animerà il borgo medievale della provincia di Teramo.

La Sezione Didattica – a cura di Alessia Di Clemente – aprirà la settimana martedì 19 luglio, alle 21.30, con una lezione dal titolo “Chi capisce è bravo!”, una lezione sull’arte contemporanea. Attraverso la mostra in corso di Renato Guttuso, si tracceranno i concetti chiave per  comprendere il linguaggio dell’arte contemporanea.

La seconda lezione educativa della settimana, dal nome “Mi porti alla mostra papà?”, si terrà mercoledì 20 luglio, alle 19.45. Dedicata sempre a Guttuso e alle sue opere, coinvolgerà intere famiglie in visite guidate e attività di laboratorio.

La Sezione Musica Antica – a cura del maestro Roberto Marini –  giovedì 21 luglio, alle ore 21.00, continuerà  gli appuntamenti della rassegna “D’Estate l’Organo”. Il concerto di questa settimana è “Un’inedito connubio: tuba e organo”, con Alessandro Fossi (tuba) e Giuliana Maccarono (organo).    Al termine, seguirà un percorso guidato dedicato alla storia e alle bellezze artistiche racchiuse nel borgo di Castelbasso.

La Sezione Letteratura a cura di Renato Minore – proseguirà con il secondo appuntamento letterario – dopo l’incontro con Franca Valeri –  venerdì 22 luglio, alle 21.00, con Folco Quilici autore del libro “La dogana del vento”, che attraverso vicende storiche e autobiografiche parlerà al pubblico del suo romanzo, ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale, mettendo la sua sapienza nel raccontare grandi avventure al servizio di una storia profondamente commovente.

Al termine, alle 22,30, seguirà LENNON’S REVOLUTION, omaggio al pensiero di Lennon che ha “rivoluzionato” la musica e la cultura.

La Sezione Musica Contemporanea concluderà la settimana con due concerti. Il primo appuntamento musicale è previsto per sabato 23 luglio, alle 21.30, con Carlotta Sillano, in arte Carlot.ta. La giovanissima cantautrice accorda la leggerezza della voce con un songwriting già maturo e consapevole, che fonda la sua originalità sulla curiosità di esplorare sonorità nuove che si sviluppano attorno e a partire dal pianoforte