Giulianova. Editoria: in uscita da pochi mesi “Ferite emozionali”, la raccolta di poesie di Luca Andrea Marino, ERETICA edizioni.

Giulianova. È uscita da qualche mese la raccolta di poesie “Ferite emozionali “edita da ERETICA edizioni. Luca Andrea Marino è nato a Rho (MI) nel 1976 e si occupa di comunicazione pubblicitaria. Le parole per lui hanno la grande funzione: quella di farsi scegliere. Lettore di materiale sragionato e multiforme, a volte con impegno, ma assiduo cercatore di quelle frazioni di tempo che richiamino la sua attenzione a lasciare traccia. Ferite emozionali edita da ERETICA edizioni (2024) rappresenta la sua prima silloge. Per questa prima raccolta l’autore ha scelto di raccontare le sue visioni, che fanno da tramite alla parte più nascosta e inquieta dello spirito umano. Questi versi vogliono imporsi come una lucida e spietata consapevolezza della nostra finitezza. Piacevole e dura la lettura, come la vita, d’altronde.

 

 

https://www.ereticaedizioni.it/prodotto/luca-andrea-marino-ferite-emozionali/

 

 

 




A Varese la “Giornata nazionale della memoria e del sacrifico degli Alpini”

Domenica 26 gennaio sarà celebrata per il terzo anno la “Giornata nazionale della memoria e del sacrifico degli Alpini”, ricorrenza che è stata istituita dal Parlamento con la legge n° 44 del 5 maggio 2022.
Il provvedimento, approvato all’unanimità, indica all’art. 1 la finalità della Giornata, ovvero “conservare la memoria dell’eroismo dimostrato dal Corpo d’armata alpino nella battaglia di Nikolajewka” e “promuovere i valori della difesa della sovranità e dell’interesse nazionale nonché dell’etica della partecipazione civile, della solidarietà e del volontariato, che gli alpini incarnano”.
Proprio per sottolinearne la valenza nazionale, l’Ana ha scelto di celebrare ogni anno la Giornata in una località diversa: così, dopo le prime due edizioni a Brescia e Milano, quest’anno l’appuntamento sarà a Varese
In programma, domenica 26, alle 10.30, nel Centro congressi “De Filippi”, in via Brambilla, 15, si terrà la conferenza sul tema “Alpini ribelli – Le penne nere nella Resistenze 1943 – 1945”. Relatori saranno Rolando Anni, Stefano Contini, Alberto Leoni e Filippo Masina, moderati da Mauro Azzi.
Sempre domenica 26, alle 16, si terrà il Pellegrinaggio al Sacro Monte di Varese, al termine del quale si commemorerà la Battaglia di Nikolajewka. Il programma prevede alle 15.45 il ritrovo alla Prima cappella della via del Sacro Monte, a cui seguirà il pellegrinaggio guidato dal Labro dell’Ana scortato dal Consiglio direttivo nazionale; alle 18 la Messa solenne nel Santuario di S. Maria del Monte, concelebrata dal vicario episcopale della Diocesi di Milano mons. Franco Gallivanone, con l’arciprete del Santuario e i cappellani militari. Al termine del tiro religioso si terrà la commemorazione della Battaglia di Nikolajewka.
È molto importante ricordare anche altri due articoli della legge n.44.
In particolare l’art. 2, che invita Province ed Enti territoriali a promuovere cerimonie, mostre e conferenze sull’importanza della tradizione e dei valori incarnati dagli alpini, coinvolgendo la stessa Ana.
E, soprattutto, l’art. 4, che invita gli istituti scolastici ad attuare iniziative per la cerimonia della Giornata: perciò è importante che Sezioni e Gruppi prendano contatto con le realtà scolastiche e gli Enti del territorio per promuovere azioni sinergiche di celebrazione.
Apprestiamoci così a celebrare con convinta partecipazione questa importante Giornata, che ci consente di sottolineare come il messaggio di coraggio, spirito di sacrificio e solidarietà che ci è venuto dai nostri Reduci conservi immutato il suo valore, valore che la nostra Associazione si impegna ogni giorno da oltre 105 anni a testimoniare e trasmettere soprattutto alle nuove generazioni.
Viva l’Italia e viva gli Alpini!



Editoria. Il reportage del giornalista Primo Levi, “Abruzzo forte e gentile”

Abruzzo forte e gentile”: quante volte ci si è imbattuti in questa espressione? Tante ed in particolar modo nei momenti più difficili della regione Abruzzo, quando essa è chiamata (troppe volte a dire il vero) in qualche modo a stringere i denti e a gettare il cuore oltre l’ostacolo.

Questa espressione però ha una data esatta ossia il 1883, e un autore preciso, Primo Levi, giornalista omonimo del più famoso scrittore, ed è il frutto di un viaggio in Abruzzo raccontato in questo libro, figlio di un’urgenza.

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Con l’Unità d’Italia e l’arrivo del progresso, un mondo intero stava per scomparire. Levi viene per fotografare quel mondo, in qualche modo per fissarlo prima che venga sommerso per sempre:“Fra qualche anno, tutto già sarà mutato di quel che oggi è: oggi ancora, molto rimane intatto di quel che era”.

L’occhio di Levi è anticipatore di quello che sarà. Il cambiamento ormai è inarrestabile, e Levi lo percepisce: merito assoluto però di questo reportage è quello di mettere al centro della riflessione sull’Abruzzo anche la zona costiera, spesso tralasciata dai viaggiatori precedenti.

Primo Levi infatti è uno dei primi a intuire le future traiettorie del progresso e dello sviluppo, che avrebbero cambiato in pochissimi anni il volto dell’Abruzzo, favorendo un massiccio inurbamento e un incremento demografico importante verso il mare, a discapito dell’entroterra.

Abruzzo forte e gentile” dunque. La riedizione di questo testo vuole restituire all’Abruzzo e agli abruzzesi l’origine di questa fortunata espressione. Raramente infatti un reportage è stato capace di cogliere così a fondo l’anima di una terra, tanto da coniare un’espressione così apprezzata dai suoi stessi destinatari che ormai ci si identificano.

Niccolò Amelii è dottore di ricerca in Lingue, Letterature e Culture in Contatto presso l’Università “G. d’Annunzio” di Chieti-Pescara. È stato visiting scholar presso il CRIX-Études Romanes dell’Università di Paris Nanterre. Il suo principale ambito di ricerca concerne le rappresentazioni romanzesche della città nella letteratura italiana del Novecento. Si occupa inoltre di modernismo e neomodernismo, di narrazioni del lavoro, di non fiction e narrativa ipercontemporanea, di cultura visuale. È membro del comitato redazionale della rivista «Diacritica» e collabora con «La Balena Bianca». Ha pubblicato saggi e articoli su Pavese, Vittorini, Silone, Ginzburg, Tondelli, Calvino, Ramondino, Joyce, Dos Passos.

“Comete – Scie d’Abruzzo” gode della fiducia dei seguenti partner: I Borghi più Belli d’Italia, Borghi Autentici, I Parchi Letterari ed il Parco Nazionale della Maiella.

Per info la pagina social è @cometesciedabruzzo, mail info@ianieriedizioni.it.




Ortona. Firme abruzzesi per “T’amerei anche se fossi brutto”, in scena all’Auditorium Zambra

Lorenza Sorino Arturo Scognamiglio è per domenica 19 gennaio alle ore 18.30.

di Michele Santeramo, che rivisita il Cyrano de Bergerac di Edmond Rostand, vuole restituire centralità a questo personaggio, trasformandolo da figura secondaria a protagonista assoluta.

Con un linguaggio intenso e contemporaneo, il testo si concentra sul vissuto di Rossana, ora reclusa in un convento, che ripercorre incessantemente la sua storia, per rivivere quelle emozioni e magari aggiungere nuovi sensi. Tuttavia lo spettacolo condurrà gli spettatori attraverso una riflessione profonda sulle prigioni costruite con la mente: legami, ricordi, emozioni che immobilizzano, impedendo alle persone di andare oltre.

Santeramo offre una Rossana che si racconta agli spettatori del XXI secolo, attraverso un dialogo diretto e disarmante, dove le sue vicende si intrecciano con domande universali quali: cosa trattiene dall’amare? Cosa fa rinunciare ai sogni? Come ci si confronta con il passato senza restarne intrappolati? Questa riscrittura diventa non solo un atto di riappropriazione del personaggio, ma anche un monito per chi teme di uscire dai propri confini, fisici o mentali.

Uno degli aspetti caratteristici dello spettacolo è l’esperimento della regista Ileana

Falcone, che applica le tecniche della commedia dell’arte a un testo concepito come monologo da leggio. L’interprete, Alice Giulia Di Tullio, utilizza invece il suo ampio bagaglio di commediante dell’arte per trasformare un testo denso e introspettivo in una performance viva, dinamica, fisica. La commedia dell’arte, con le sue movenze, le smorfie e gli ammiccamenti, si fonde con la profondità di un monologo intimo, creando un linguaggio ibrido che attraversa epoche e stili.

Questo connubio tra il classico e il contemporaneo permette allo spettacolo di mantenere un dialogo diretto con il pubblico, alternando momenti di leggerezza comico-grottesca a picchi di intensità drammatica. Il risultato è un’opera che rinnova il significato della narrazione teatrale, rendendo la scena uno spazio di trasformazione continua, dove tradizione e sperimentazione convivono.

 Scuola Nazionale di Drammaturgia diretta da Dacia Marainil’Accademia di Teatro Internazionale di Markus Zohner in Svizzera, la Royal Central School of Speech and Drama a Londra ed ha fatto del teatro uno strumento di esplorazione profonda dell’animo umano e di trasformazione sociale, considerandolo uno spazio di indagine privilegiato.

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www.liveticket.it. Per info è possibile chiamare il numero 085.8135184, mandare un whatsapp al 375.5678433 o una mail a www.cinemauditoriumzambra.com.

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Il Sindaco Jwan Costantini, l’assessore Marco Di Carlo e il consigliere Federico Montebello a Roma per la presentazione del percorso dell’edizione 2025 del Giro d’Italia. Il 17 maggio, la partenza da Giulianova dell’ottava tappa.

Sabato 17 maggio, Giulianova ospiterà la partenza dell’ottava tappa del Giro d’Italia 2025, la Giulianova – CastelRaimondo. L’ufficializzazione ieri pomeriggio, nell’ Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone, a Roma, dove sono stati presentati i percorsi del Giro d’Italia e del Giro d’Italia Women. Hanno partecipato alla kermesse il Sindaco Jwan Costantini, l’assessore al Turismo e Grandi Eventi Marco Di Carlo, il consigliere con delega allo Sport Federico Montebello.

A Giulianova, la corsa partirà dalla banchina di riva del porto.

“Un evento entusiasmante, quello di ieri a Roma – commenta il Sindaco – Giulianova ospiterà la carovana rosa e sarà pronta a farlo nel migliore dei modi. Il Presidente Marsilio lo aveva anticipato nel giorno, anche quello memorabile, del passaggio della Tirreno Adriatico. Una promessa mantenuta, che ci impegniamo ad onorare mettendo in campo le migliori energie e le risorse più vive e vitali della città.”

“ Un’opportunità da non perdere – aggiunge l’assessore Di Carlo – La partenza del Giro d’ Italia darà enorme visibilità a Giulianova, peraltro in un periodo dell’anno che introduce alla stagione estiva, e che notoriamente intendiamo valorizzare e vivacizzare. L’impegno sarà massimo per porre in luce l’intero territorio, evidenziandone peculiarità e potenzialità. Saranno organizzate per questo attività collaterali, ricreative, musicali e culturali. Ringraziamo sin da ora la Regione e quanti hanno fatto sì che, dopo vent’anni, Giulianova fosse scelta per la partenza di una tappa del Giro. La cornice sarà quella straordinaria del porto, ma la città intera sarà vestita a festa perché il 17 maggio 2025 resti una data storica, un giorno importante per gli amanti del ciclismo, per le famiglie, per tutti”.




Giulianova. Gli assessori Nausicaa Cameli e Marco Di Carlo esprimono il cordoglio dell’ Amministrazione Comunale per la scomparsa di Oliviero Toscani. La notizia, tristissima per la cultura italiana, dà ulteriore e più profondo significato alla mostra allestita nel Loggiato Cerulli.

La notizia della morte del grande fotografo Oliviero Toscani è arrivata mentre è in pieno svolgimento la mostra, allestita negli spazi del Loggiato Riccardo Cerulli, che propone alcuni dei suoi più celebri scatti.

“Esprimiamo innanzitutto il cordoglio dell’ Amministrazione Comunale per una perdita che è enorme, dal punto di vista umano ed artistico – sottolinea l’assessore alla Cultura Nausicaa Cameli – Il numero dei visitatori della mostra nel loggiato e l’apprezzamento ampiamente manifestato dall’opinione pubblica, rappresentano un omaggio implicito alla figura e all’opera di un uomo che segnato la storia del costume e della cultura italiana. Siamo orgogliosi di poter mostrare i suoi scatti, iconici dell’arte dello sguardo di tutti i tempi”.

“ Libero, originale, anticonformista – commenta l’assessore Di Carlo- Oliviero Toscani parla ancora, oggi, attraverso le sue foto. Rinnoviamo l’invito a visitare la mostra, che ha assunto, inequivocabilmente, il doveroso valore del tributo”.

MOSTRA “OLIVIERO TOSCANI”, Loggiato Riccardo Cerulli, Giulianova Alta.

Aperta fino al 2 febbraio 2025 con orario: sabato e domenica, 10:30-12:30; 16:00-20:00. Ingresso con biglietto unico del Polo Museale Civico.




Giulianova. In Municipio la consegna della settima pietra d’inciampo dedicata al fante Luigi Sbei del 18° reggimento fanteria “Acqui”

oggi, 14 gennaio 2025, la famiglia Sbei consegnerà al Comune di Giulianova una pietra d’inciampo in memoria del congiunto Luigi. Classe 1922, Luigi Sbei, fu combattente durante la Seconda Guerra Mondiale nel 18° reggimento di fanteria “Acqui”. Catturato a Corfù dalle truppe tedesche, fu dichiarato disperso l’ 8 settembre 1943. Le sue spoglie non sono mai rientrate in patria.
La cerimonia della consegna della pietra d’inciampo, la settima in città, si terrà in municipio alle ore 17:20. Sabato, 25 gennaio, alle ore 11,30, la cerimonia di svelamento da parte delle autorità cittadine.




Giulianova. “Lettera a un amico lontano”…Aldo Marroni ricorda l’amico Francesco Tentarelli scomparso sei anni fa.

Giulianova. Pubblichiamo la lettera del prof. Aldo Marroni, Docente emerito di Estetica all’Università “G. d’Annunzio” di Chieti- Pescara, in ricordo dei mai dimenticato suo collega prof. Francesco Tentarelli. Il 7 gennaio 2018, presso l’Ospedale Civile di Teramo “Mazzini”, all’età di 63anni, ci lasciava per sempre Francesco. Noto Dirigente del Servizio Beni e Attività Culturali della Regione Abruzzo, il Prof. Francesco Tentarelli, Laureato in Filosofia e Perfezionamento in Storia dell’Arte, era stato docente di Storia e Filosofia presso i licei scientifici e classici della provincia di Teramo; funzionario responsabile al Museo Archeologico di Teramo; Direttore Tecnico – Scientifico del Polo Museale del Comune di Giulianova; funzionario della Regione Abruzzo come responsabile dell’Agenzia Promozione Culturale di Nereto; corrispondente per l’Abruzzo de “Il Giornale dell’Arte”; funzionario della Regione Abruzzo Responsabile dell’Ufficio Agenzia promozione culturale di Teramo con sedi a Teramo, Nereto, Giulianova e Atri; membro al tavolo di concertazione sui Beni Culturali istituito da Comune di Pescara.

giulianovanews.it

 

Lettera a un amico lontano

Caro Francesco,

non avrei mai immaginato di doverti scrivere una lettera, ripensando a tutte le volte in cui ci siamo sentiti per telefono. A proposito, ho ancora il numero del tuo cellulare salvato sul mio smartphone e credo che vi resterà per un bel po’ di tempo. Poiché gli eventi ci hanno negato la possibilità di telefonarci, la forma della lettera mi appare la più adatta a toccare le parti più profonde dell’animo, per far rivivere momenti ormai remoti ed emozioni non affidabili a una fredda elencazione di fatti. Come avrei potuto ricordare a noi due le esperienze politiche e filosofiche, vissute sempre sotto il segno di un’amicizia discreta e nel contempo disseminata di tante complicità, se non inviandoti una lettera? Prima di parlare di filosofia e di impegno politico, devo però ricordare la tua passione per la musica, soprattutto quella rock. Da autodidatta suonavi la chitarra con l’estro di una star internazionale, una sorta (e adesso la sparo grossa!) di Jimi Hendrix tutto per noi. Non posso non riportare alla memoria la tua fedelissima Fender Stratocaster, di cui eri gelosissimo e con cui eseguivi delle svisate irripetibili capaci di mandare tutti in visibilio. Sembravi così preso dal tuo strumento da subire i rimbrotti di tutti perché non eri troppo incline ad accennare brani orecchiabili destinati a scaldare una serata di bisboccia, e, lo dico con molta discrezione, permettere qualche timido approccio (ci siamo capiti!). La tua caratteristica era quella di lasciare tutto a metà, nella forma del frammento, accennavi un tema e poi lo facevi morire. Non capivamo mai cosa volessi suonare. E questo ti metteva nella condizione di essere criticato e ammirato nello stesso tempo. Questo tuo modo d’essere ti ha accompagnato per tutta la vita. Sempre pronto a seguire una pista, sia essa filosofica, artistica o politica, per abbandonarla subito dopo al suo destino, per poi cercarne altre. La tua ironia e autoironia era un leitmotiv sempre presente, esercitate con la leggerezza di chi ha fatto del disincanto e del dubbio l’arma migliore per vincere la opprimente quotidianità. Eri un maestro in quest’arte. La battuta sagace, il motto di spirito, il calembour stavano lì sempre pronti a scattare. Mi viene ora in mente un pomeriggio presenti ad una conferenza di Gianni Vattimo a Teramo. Si parlava di Verità e metodo, opera capitale di Gadamer. Tu intervenisti suggerendo, con una battuta, il nuovo titolo di Carità e metodo per l’opera del grande tedesco,visto l’argomento attorno a cui ruotava la conferenza. Vattimo stette al gioco. Passammo poi la serata insieme a lui, una serata ricca di battute, pettegolezzi accademici e tutto quanto fa vita vissuta. Alla stazione ti regalò i libri sull’Abruzzo ricevuti in dono dagli organizzatori. Ne aveva già troppi e se ne liberò lasciandoli a te in segno di amicizia e ricordo personale. Un altro tuo modo d’essere era la curiosità, quella del ricercatore. Non smetteva mai di ossessionarti (hanno fatto bene i tuoi cari a far incidere sul marmo che adorna la tua sepoltura questo denso concetto di Heidegger: “La grandezza dell’uomo si misura in base a quel che cerca e all’insistenza con cui egli resta alla ricerca”). La volontà di cercare e di sapere ti portò verso la filosofia. Il marxismo prima di tutto, ma un Marx eterodosso, non l’economista, non quello del Capitale, piuttosto il Marx dei Manoscritti economico-filosofici del 1844. Questo spirito di ricerca ti portò fino alla filosofia e da qui a György Lukács, non quello della maturità però, non l’ideologo marxista, ma il giovane Lukács, l’autore de L’anima e le forme scritto sotto l’influenza del proto-esistenzialista danese Kierkegaard. La tua tesi di laurea fu infatti centrata sul tema del tragico nel giovane Lukács. Da qui era derivato anche il tuo vezzo di ficcare, ovunque fosse possibile, un vocabolo tedesco che bene interpretava la sensibilità contemporanea. Sehnsucht questa è la parola di cui subivi il fascino tutto filosofico. Il suo significato molto sfaccettato, (bramosia, desiderio, ma anche nostalgia) sembrava riassumere per te ogni possibile modo di comprendere l’esistenza. Mentre io battevo le strade dell’utopia concreta del marxista eretico Ernst Bloch, tu avevi eletto il giovane Lukács a tua guida spirituale. Questi nostri interessi filosofici ci facevano però vivere l’adesione al Partito Comunista con una qualche sofferenza, perché il nostro era soprattutto un anticapitalismo romantico, nato sotto il segno dello Sturm und Drang, insomma come tempesta e impeto, solo in teoria però. Ricordo con quanto scetticismo partecipammo, invitati dai dirigenti locali, alla scuola di partito delle Frattocchie. Non eravamo mai in aula ad ascoltare i noiosissimi comizi (perché di questo si trattava) tenuti da politici abruzzesi (ci chiedevamo: perché ci hanno mandato a Roma ad ascoltare quello che avremmo potuto ascoltare stando a casa?). Spesso ci rifugiavamo presso la biblioteca della scuola di partito a consultare la rivista teorica Critica marxista. Cosa che ci costò un severo rimprovero da parte della bibliotecaria, una signora dall’accento tedesco, naturalmente alta e bionda, che ci ingiunse di tornare subito nella sala delle riunioni. Per noi non vi era nulla di scontato, scettici fino al midollo tutto andava compreso e filtrato con lo strumento della filosofia. I tempi non erano però quelli giusti, per questo motivo il nostro disagio nei confronti della battaglia politica strettamente intesa cresceva sempre di più. Di nuovo, ci chiedevamo: ma non era stato proprio Togliatti ad inaugurare la rubrica “la battaglia delle idee” sul settimanale Rinascita? Certi discorsi però non passavano. Non ci tirammo indietro, comunque, quando ci fu il colpo di stato in Cile nel lontano 1973, con l’assassinio del presidente socialista Salvador Allende. Tu ti facesti subito promotore di un gruppetto musicale (ricordo il nome: “Victor Jara”) il cui proposito era di far conoscere la sofferenza del popolo cileno sotto la dittatura di Pinochet attraverso la sua musica, soprattutto quella degli Inti-Illimani. Come si dice oggi, tu eri il front man, suonavi la chitarra (quella acustica però) e cantavi, mentre gli altri ti seguivano (alla buona!) con i loro strumenti. Il tutto avveniva in un clima di grande partecipazione popolare e di fiducia nella vittoria della democrazia. Caro Francesco, gli episodi da ricordare sarebbero tantissimi, tutti però in questo momento mi tornano alla memoria in maniera piuttosto sfocata, avvolti in una lattiginosa nebbia mentale. Di un’ultima cosa però devo parlare: la tua formazione artistica. Proprio questa ha forse segnato la parte più importante della tua esistenza. Il tutto parte dall’imprinting ricevuto fin da bambino da una famiglia di artisti ad iniziare da tuo padre Alfonso, apprezzato scultore, le cui opere sono sparse in diverse parti d’Italia. Fui molto impressionato da un suo enorme San Francesco, di cui non ricordo però in quale città si trovi. Mi prese in simpatia quando insieme a te frequentavo il suo laboratorio. Un giorno, vedendomi ammirare una sua bizzarra opera, un singolare totem con in testa un clacson in stile Dada, senza nemmeno che la chiedessi in dono mi disse di prendermela. Non me lo feci dire due volte. La conservo ancora. Molti, vedendola all’ingresso di casa, mi chiedono cosa rappresenti, io rispondo che è una statua con significato apotropaico, generando una qualche perplessità. Tu non saresti stato da meno nella produzione artistica, né di tuo padre né dei tuoi fratelli, già affermati nel mondo dell’arte. La creatività non ti mancava e nemmeno un tuo personalissimo stile. Hai voluto percorrere, però, un’altra strada, non quella creativa, ma quella storico-artistica, sicuramente più idonea alla tua formazione letteraria. D’altra parte per te era facilissimo passare dalla filosofia all’arte. Dopo la laurea ti sei iscritto alla Scuola di perfezionamento in storia dell’arte di Urbino. A quel punto lasciasti il giovane Lukács per gettarti tra le braccia di un nuovo idolo, tra l’altro molto studiato in quegli anni, Martin Heidegger, autore di Essere e tempo. Non era questo il libro destinato a fare da anello di congiunzione tra la filosofia e l’arte, ma il denso scritto L’origine dell’opera d’arte a cui dedicasti la tua tesi di perfezionamento. Questo tuo lavoro fu ritenuto degno di pubblicazione. Uscì un lungo estratto su una rivista dell’Università di Urbino, cosa di cui andavi fierissimo, me lo mostrasti con grande soddisfazione. Quello che più mi sorprendeva in te era la capacità di trovare collegamenti tra fatti artistici tra loro lontanissimi. La tua memoria visiva era prodigiosa. Se ci trovavamo insieme a osservare un quadro o a sfogliare un libro d’arte, notavi subito caratteristiche che a me sfuggivano (d’altra parte lo storico dell’arte eri tu!). Un particolare di un’opera (un piede, una mano), mettiamo di un classico, lo vedevi riapparire in altri quadri, in altri autori di epoche diverse, quasi a immaginare un percorso in grado di classificare momenti e problemi della storia dell’arte sotto un qualche segno unificante. Mi chiedevo, stupito, da dove traessi questa tua capacità. Il fatto è che avevi una profonda conoscenza della storia dell’arte, il che ti permetteva di scorgere ogni elemento peculiare dell’opera, io invece mi soffermavo soprattutto sulla sua importanza per la storia dell’estetica.

Caro Francesco, dopo oltre quarant’anni mi è difficile e, per la verità, anche penoso, far riemergere dalle zone più buie del mio animo le esperienze destinate a segnare la tua vita, così come la mia. Le sto facendo riaffiorare qui con grande rammarico, sapendo che non potrai condividerle con me. Dice il grande saggista francese del Cinquecento Michel de Montaigne: quando c’è la morte non ci siamo noi e quando ci siamo noi non c’è la morte. Questo mancato appuntamento non affievolisce lo sconforto di chi rimane, perché è vero che l’incontro diretto non avviene mai, tuttavia avviene. L’ombra che cancella la vita è entrata nella tua esistenza senza bussare, senza nemmeno chiederti scusa. Tu l’hai incontrata nel momento più esaltante della tua attività di studioso. Finalmente un riconoscimento istituzionale ti aveva offerto la possibilità di dare il meglio di te, nello stesso momento qualcosa di inaspettato ti ha rubato questa opportunità.

Questi pochi e frammentari ricordi di un amico ti giungeranno quando non potrai più leggerli. La lettera partirà lo stesso anche se non arriverà a destinazione.

 

Il tuo amico di sempre Aldo

Sant’Atto (TE), ph. Walter De Berardinis

 




Roma. Ciclismo, Marsilio: “L’Abruzzo offrirà scenari straordinari al Giro d’Italia 2025”. Il 17 maggio ripartenza da Giulianova

Roma, 13 gennaio – “Il Giro d’Italia continua a scoprire l’Abruzzo, e l’Abruzzo a farsi scoprire da tutta l’Italia grazie a questa meravigliosa opportunità”, ha dichiarato il Presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, a margine della presentazione della 108ª edizione del Giro d’Italia, tenutasi all’Auditorium Parco della Musica di Roma.

Con due tappe consecutive il 16 e 17 maggio, l’Abruzzo si conferma terra d’elezione per il ciclismo e la promozione turistica. “L’Abruzzo- ha aggiunto Marsilio- è pronto ad accogliere la Carovana Rosa con una tappa da Castel di Sangro a Tagliacozzo, dove le nostre aree interne e montagne, quest’anno particolarmente innevate, saranno le protagoniste. Un grande scenario per una tappa importante. Il giorno successivo la ripartenza da Giulianova offrirà nuovi straordinari scorci per raggiungere altre destinazioni.”




Grandi artisti incantano il pubblico ad Atri per la presentazione del progetto Still got the music

 

Sul palco nelle due giornate, tra gli altri, l’armonicista e cantante spagnolo Quique Gomez e il chitarrista bluesman Ian Siegal

 

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ATRI. Un numeroso pubblico ha partecipato alle due giornate di musica e spettacolo sono che il 10 e l’11 gennaio 2025 hanno animato l’Hotel du Parc di Atri. L’iniziativa, a cura dell’associazione Sinergie Moderne, è stata caratterizzata dal lancio del progetto “Still got the music” con un Gran Galà live che ha accolto tutti con un ricco aperitivo di benvenuto e grandi artisti internazionali: il 10 gennaio si è esibito l’armonicista e cantante spagnolo Quique Gomez, il giorno successivo a incantare il pubblico è stato il chitarrista bluesman Ian Siegal direttamente dall’Inghilterra. Ad accompagnarli la Luca Giordano band. La direzione artistica dell’apertura delle esibizioni è stata curata dal talentuoso chitarrista fingerstyle Daniele Mammarella con al seguito dieci giovanissimi artisti di livello nazionale. Per presentare il progetto “Still got the music” sono intervenuti, tra gli altri, i Fabulous Wood e il regista atriano Maurizio Forcella.

“È stata l’ennesima occasione che la nostra associazione ha avuto – dichiara uno degli organizzatori, Claudio Petraccia – per abbracciare e unire a sé tutti gli amanti della buona musica in un ambiente unico e diverso dal solito come l’hotel du Parc in linea con la nostra filosofia. Si sono susseguiti sul palco grandi artisti come Quique Gomez e Ian Siegal oltre ai ragazzi che hanno collaborato con Daniele Mammarella per rendere l’evento unico nel suo genere. Il progetto ‘Still got the music’ è stato presentato al grande pubblico con la presenza dei Fabulous Wood che stanno incidendo un grande inedito e del regista Maurizio Forcella che realizzerà un videoclip senza precedenti. Ringraziamo tutti coloro che ci hanno spinto a questo nuovo successo e siamo contenti di continuare a osare là dove è difficile farlo. La Città Ducale potrà sempre contare sul nostro operato”.