Giulianova. Seminario intensivo di danze popolari del sud Italia

Seminario intensivo

di danze popolari del sud Italia

Il seminario prevede lo studio delle tecniche fondamentali delle tipiche danze del sud Italia: Pizzica, Tammurriata e Tarantella calabrese.

Si svolgerà a Giulianova Paese (TE), in via Cavour n.4 (dietro municipio) all’interno degli spazi della scuola materna “De Amicis”.

Ogni lezione avrà durata di un’ora e mezza  dalle 18.30 alle 20.00.

Calendario

orario 18.30-20.00.

luglio: 4,11,18,25

agosto: 1,8, 22,29

Le iscrizioni sono aperte fino al 2 luglio 2011.

L’età minima per partecipare al corso è 16 anni. Si consiglia di presentarsi al corso in abiti comodi;  le donne, preferibilmente, con una gonna lunga (a campana) .

Per informazioni contattare la direzione artistica al 340.6072621 o info@compagniadeimerlibianchi.it




Giulianova. PDL: tutto il proprio sdegno per la situazione della raccolta di rifiuti del Comune di Giulianova

Il Coordinamento Provinciale del PDL di Teramo e il Coordinamento Comunale del PDL di Giulianova esprimono tutto il proprio sdegno per la situazione della raccolta di rifiuti del Comune di Giulianova che ha visto turisti e cittadini giuliesi passare il weekend insieme ai rifiuti per la strada.

Non c’è dubbio che tale situazione sia dovuta alla cattiva e irresponsabile gestione del CIRSU da parte degli amministratori presenti e passati del centro – sinistra. Sarebbe ora che Mastromauro, che nel frattempo pensa ad alchimie politiche per salvare la sua maggioranza, rispondesse all’interrogazione e alla richiesta del consiglio straordinario avanzate già da tempo dalla minoranza.

Non si capisce infine come Claudio Ruffini, uno dei maggiori responsabili dell’attuale scempio, abbia la faccia tosta di voler indicare soluzioni per la situazione del CIRSU.

Il Coordinamento Comunale PDL Giulianova                     Il Coordinamento Provinciale PDL Teramo




Giulianova. Squeo: L’isola che non c’è………

L’isola che non c’è………

Presso la banchina di riva del porto di Giulianova  esiste un punto di raccolta per l’olio esausto proveniente dalla manutenzione dei motori dei motopescherecci. Il punto ecologico è stato oggetto di un protocollo d’intesa tra Ente Porto e regione Abruzzo ma è scaduto nel mese di  Aprile del 2010. Ora I PESCATORI PROTESTANO perché da qualche mese il servizio è stato interrotto e nonostante ciò non dipenda dalla loro negligenza hanno subito  svariate sanzioni  e denuce penali da parte della Guardia Costiera in quanto obbligati a conferire l’olio presso un’isola che non c’è. Chiediamo alla Regione Abruzzo di rifinanziare tale progetto per la salvaguardia del mare e per consentire ai pescatori di conferire correttamente i rifiuti  e gli oli esausti.

Federpesca Abruzzo

Walter Squeo




Giulianova. Toponomastica: ….diamo un idea di sciatteria, di noncuranza, di pressapochismo, come nel caso in questione.

Ill.mo sindaco,

dopo la pubblicazione degli ultimi studi da me condotti, ma questo è un particolare, sulla struttura della originaria città acquaviviana mi aspettavo che l’amministrazione comunale avrebbe preso atto di tali risultanze, quanto meno per variare la toponomastica dei bastioni che oggi appare clamorosamente errata. Nel 2009 pubblicai sulla rivista “Madonna dello Splendore”, che si distribuisce in occasione della omonima festa, e proprio perché tale pubblicazione è estremamente diffusa, una piantina del 1861 dove erano rappresentati i primi tre bastioni del lato ovest delle mura di cinta, con l’indicazione dei nomi: a partire da sud, S. Francesco, Il Bianco e Mozzone. Nella consueta presentazione della rivista, alla luce del piccolo scoop che si pubblicava, mi fu dato ampio spazio per poter esporre gli esiti della mia ricerca. Anche la seguitissima emittente locale Radio G, sempre attenta a quanto accade nella nostra città, mi invitò per una trasmissione. Nello stesso periodo pubblicai tali studi sulla prestigiosa rivista della nostra biblioteca provinciale “Notizia dalla Delfico” che è un punto di riferimento per tutti gli studiosi ed appassionati della provincia di Teramo e non solo. Nel marzo del 2010, con Sandro Galantini e con il professor Mario Bevilacqua, in un seguitissimo convegno nel sottobelvedere (la sala era gremita) fu dato conto di tali nuove acquisizioni anche con l’ausilio di proiezione (a cura di Walter De Berardinis) di documentazione grafica inedita. Nello scorso ottobre, nel convegno per le celebrazioni del 150° anniversario del passaggio del re Vittorio Emanuele II a Giulianova, tenni una relazione su tale argomento. Tale scelta era motivata dall’intento di voler raccogliere la consegna di don Riccardo Cerulli che cinquanta anni prima aveva inteso celebrare il centenario dell’ untià d’Italia pubblicando “Giulianova 1860” e negli anni novanta, in uno dei suoi ultimi scritti, con grande onestà intellettuale, aveva ammesso che molto probabilmente aveva commesso qualche errore nella attribuzione dei nomi ai bastioni, auspicando che tali studi fossero ripresi ed approfonditi. Mi sarei aspettato quindi che l’amministrazione comunale, tra l’altro organizzatore di tali convegni di studi, avrebbe preso qualche iniziativa, perlomeno nel nominare esattamente i bastioni. L’altro giorno ho invece ricevuto un invito ad intervenire alla cerimonia di apposizione di uno “stendardo artistico” … con indicazione sbagliata. Non si tratta di puntiglio, o di una cosa “poco importante” rispetto ad altre. Spesso queste cose danno la misura dell’approccio che abbiamo rispetto alla storia e ai beni culturali della nostra città e non solo. Nuovi studi e “scoperte” sulla nostra città dovrebbero “naturalmente” interessare innanzitutto gli amministratori! L’impegno civico se non nasce da una passione, o comunque da un interesse, da che cosa è motivato? Una volta gli amministratori locali erano i primi depositari della storia e delle tradizioni della città proprio perché il desiderio di mettersi al servizio della città nasceva dall’amore per essa e per la sua storia. Oggi non mi pare che sia più così e spesso diamo un idea di sciatteria, di noncuranza, di pressapochismo, come nel caso in questione. Spero allora che si voglia far tesoro di questa occasione per riparare prontamente. E’ giusto e opportuno indicare adeguatamente i nostri beni culturali, è positivo che si coinvolgano sinergie di entità diverse dall’ente pubblico, ma facciamolo con esattezza e rigore!
Distinti saluti,
Ottavio D.S.



Giulianova. “Il teatro va in vacanza”: ultimi giorni per le iscrizioni ai laboratori estivi della Compagnia dei Merli Bianchi A Giulianova i corsi di musical, lettura creativa, danze popolari e improvvisazione per ragazzi e adulti

A Giulianova i corsi di musical, lettura creativa, danze popolari e improvvisazione per ragazzi e adulti

Ancora pochi giorni per iscriversi ai laboratori teatrali estivi per ragazzi e adulti organizzati dalla Compagnia dei Merli Bianchi di Giulianova in collaborazione con gli Istituti Riuniti Castorani/De Amicis. I corsi partiranno il 1° luglio e si terranno fino all’8 settembre negli spazi della scuola materna “E. De Amicis” di Giulianova Paese (Viale Cavour 4, dietro il Comune). Le lezioni si articoleranno in incontri pomeridiani di un’ora e mezza a settimana per ciascun laboratorio.

Tra i corsi attivati per l’estate 2011, quelli di teatro e “musical” per ragazzi dai 6 ai 12 anni e dai 13 ai 16 anni. I giovani allievi si cimenteranno con materie come recitazione, movimento corporeo, canto e dizione. Al termine di questo corso, i ragazzi metteranno in scena un vero e proprio spettacolo con l’aiuto dei docenti.

Sempre il 1° luglio prenderà il via il laboratorio di lettura creativa per ragazzi dai 12 ai 15 anni. Le lezioni affronteranno diversi aspetti come l’impostazione vocale, la respirazione ed emissione vocale, l’impostazione vocale e il controllo dell’emotività.

Dedicati invece ai più grandi i seminari intensivi di danze popolari del Sud Italia (dai 16 anni in su) e di improvvisazione teatrale. Il primo laboratorio prevede dieci incontri e sarà incentrato sullo studio delle tecniche fondamentali di tre danze popolari tipiche del Meridione: la Pizzica, la Tammurriata e la Tarantella calabrese. Prevista una ‘festa danzante finale’. I laboratori intensivi sull’improvvisazione teatrale – adatti anche a principianti – si terranno in due diversi periodi (dal 18 luglio e dal 7 settembre) per un totale di otto lezioni. Anche in questo caso è prevista una dimostrazione finale ad opera dei partecipanti.

Le iscrizioni dovranno pervenire entro il 30 giugno (tranne che per i due laboratori di improvvisazione, scadenze il 15 luglio e il 5 settembre). Tutti i corsi partiranno con un minimo di 10 iscritti. Ci sarà una lezione di prova gratuita per ciascun laboratorio ancora aperto.

Per informazioni, costi e iscrizioni, contattare la direzione artistica della Compagnia dei Merli Bianchi ai seguenti recapiti: cell.340.6072621; email: info@compagniadeimerlibianchi.it; internet: www.compagniadeimerlibianchi.it


L & L Comunicazione…esprime il meglio di te!




Giulianova. Ci sono volute due ore per domare un incendio divampato a Giulianova Alta in via Cupa

Ci sono volute due ore per domare un incendio divampato a Giulianova Alta  in via Cupa, a sud della strada interpoderale che dall’omonima via porta alla tenuta di Serafino Cerulli Irelli, poco distante dal centro abitato. Un’area di circa due ettari è stata interessata dalle fiamme che, secondo le testimonianze, sarebbero partite per autocombustione delle stoppie presenti sui terreni percorsi dal fuoco. Andate in cenere anche alcune caratteristiche piante d’ulivo che hanno reso la scena ancor più spettacolare. Il tutto è iniziato attorno alle 17 e sul posto sono intervenuti immediatamente gli uomini della Protezione Civile di Giulianova e dei Vigili del Fuoco di Roseto degli Abruzzi allertati da alcuni residenti della zona. L’evoluzione dell’incendio è stata seguita da numerose persone accorse alla vista delle colonne di fumo che si sono levate dalla zona interessata. Molta apprensione per il noto commercialista Elio Ciaffi la cui villa è ubicata vicino ai terreni sede dell’incendio.
Alfonso Aloisi



Giulianova. UNA MOSTRA ICONOGRAFICA-DOCUMENTARIA PER IL CENTENARIO DELLA CONSACRAZIONE DELLA CHIESA DELLA NATIVITA’

UNA MOSTRA ICONOGRAFICA-DOCUMENTARIA PER IL CENTENARIO DELLA CONSACRAZIONE DELLA CHIESA DELLA NATIVITA’

di Ottavio Di Stanislao

Il centenario della consacrazione della chiesa della Natività doveva necessariamente essere celebrato con una riflessione più generale sulla storia del nostro territorio, perché l’evento si colloca naturalmente nel fenomeno costituito dalla crescita urbana della spiaggia di Giulianova, fra il finire dell’Ottocento e l’inizio del Novecento.

Nel 1984, in occasione della riapertura della stessa chiesa dopo i lavori di restauro, scrivevo che nelle motivazioni che indussero i primi abitanti della “borgata Marina” ad adoperarsi, prima per la costruzione della chiesa e poi per avere una assistenza religiosa stabile, era evidente da un lato il voler sottolineare una identità, dall’altro lo scoprirsi comunità. D’altronde questa dinamica, per cui al nascere di un nuovo agglomerato urbano segue subito la costruzione di una chiesa, nel corso dei secoli era estremamente diffusa nella nostra Italia in virtù della profonda sintonia vissuta dal nostro popolo con l’eredità della tradizione cristiana. Vengono in mente le riflessioni del cardinale Bagnasco, in occasione del X Forum per il Progetto culturale della Chiesa italiana dedicato al 150° anniversario dell’unità d’Italia, quando affermava che “l’unico sentimento che accomunava gli italiani, a qualsiasi ceto sociale appartenessero e in qualunque degli stati preunitari vivessero, era quello religioso e cattolico”. E’ l’Italia “prima” dell’Italia  per cui l’esistenza di un popolo, inteso come comunità di persone accomunate da una identità spirituale profonda, ha preceduto di molto la formazione dello stato nel suo assetto istituzionale. D’altronde lo stato non può creare questa unità che è pre-istituzionale e pre-politica, ma nello stesso tempo deve essere attento a preservarla e a non danneggiarla. Tutti questi elementi nella vicenda della costruzione della chiesa di Giulianova spiaggia, nel contesto della urbanizzazione di quel territorio sono ben presenti. Dalla richiesta dell’area da parte del vescovo, nel 1875, dopo che erano state costruite le prime case, o “casini” come allora si chiamavano, nelle prime quote vendute all’asta dal comune nel piano della marina, alla costruzione della chiesa che si trascinò per parecchi anni potendo contare solamente sulle offerte dei fedeli. Segno dei tempi in un periodo in cui la chiesa e i cattolici erano guardati con ostilità dalla classe dirigente al potere per lo più laicista, anche se questa era una ristretta élite e quelli la quasi totalità della popolazione. Le difficoltà nell’avere una presenza stabile del sacerdote, si aggiungono a quelle derivanti dal “conquistare” servizi e infrastrutture indispensabili per la crescita della borgata. Dalla costruzione della chiesa alla sua erezione a parrocchia autonoma passeranno circa trenta anni, come occorsero tempi lunghi per vedere realizzati i tanto sospirati lavori di bonifica e di sistemazione idraulica, eseguiti negli anni venti dello scorso secolo, in un periodo in cui tutto era difficile ed anche le aspirazioni più legittime dovevano essere conseguite con tenacia e perseveranza. Nelle vicende locali si riscontra inevitabilmente anche il “clima” sociale e politico dell’epoca. Così, memori dell’anticlericalismo di inizio secolo che aveva pervaso la vita pubblica di quel periodo, negli anni venti è prevalente fra gli uomini di chiesa un atteggiamento benevolo nei confronti di un governo, quello guidato da Benito Mussolini, che aveva mostrato di tenere in grande considerazione la chiesa e le sue esigenze.

Una mostra quindi che ci aiuta ad andare alla radice della nostra identità, di laici cristiani e di cittadini della Spiaggia di Giulianova, perché come detto, pur essendo aspetti distinti, nella nostra storia spesso la passione civile è stata alimentata da un senso di appartenenza che era anzitutto religioso.

Il materiale documentario proposto è stato reperito presso vari archivi: anzitutto nell’Archivio di Stato di Teramo e in quello vescovile, enti che hanno dato l’adesione formale alla iniziativa. Altri documenti provengono dall’Archivio comunale di Giulianova, da quello del Genio civile di Teramo e dall’Ufficio del Territorio, enti che ringraziamo per la disponibilità dimostrataci che mi ha  consentito di compiere la ricerca.

La mostra è articolata in quattro sezioni. La prima cerca di documentare la crescita urbana della spiaggia fra Ottocento e Novecento, anzitutto con tavole planimetriche di varia provenienza: dalle  rappresentazioni grafiche del periodo borbonico alle prime piante catastali; dai rilievi del genio civile propedeutici ai lavori portuali a quelli relativi alle opere idrauliche di bonifica; ma anche con le delibere più significative dell’assise civica e con l’ausilio fondamentale di foto inedite del fondo Nardini della Biblioteca provinciale di Teramo.

La seconda sezione è dedicata alla chiesa, dalla richiesta dell’area per la costruzione, alla consacrazione; dall’incertezza dei primi anni alle iniziative del vescovo Zanecchia per farne una parrocchia da affidare all’ordine dei frati minori, fino alla costruzione della casa canonica. Nella terza parte si tratta della pratica per l’erezione a parrocchia autonoma, avvenuta nel 1927 e delle iniziative del primo parroco, don Camillo Ottaviani, tra cui un giornale parrocchiale che vide la luce tra la fine del 1928 e il 1929. L’ultima parte è dedicata alla festa della Madonna del Porto Salvo con la prima statua venerata con questo appellativo, che è stata restaurata e sarà riproposta per l’occasione. In quest’ultima parte ci siamo giovati principalmente delle foto (provini a contatto) di Domenico Nardini, autore di un servizio su una festa della seconda metà degli anni ’30.

La mostra sarà inaugurata il pomeriggio del 6 agosto al Kursaal e sarà visibile per la settimana della festa, fino al 14 agosto. Interverranno a presentarla il presidente della Deputazione abruzzese di storia patria Walter Capezzali, la cui prestigiosa presenza attribuirà sicuro valore all’evento, e lo storico e giornalista giuliese Sandro Galantini, che non ha bisogno di presentazioni in quanto ricercatore storico e pubblicista prolifico, nonché critico rigoroso. Speriamo di avere risorse disponibili per poter stampare il relativo catalogo, in modo che dell’evento si possa conservare memoria durevole.

Chi scrive ha curato la ricerca storica e la redazione dei testi, l’architetto Giovanni Basilici ha realizzato l’impostazione grafica, Donato Marcone ha messo a disposizione le testimonianze a suo tempo raccolte sulle origini della festa ed ha collaborato all’allestimento.




Giulianova. Ruffini scrive a Di Dalmazio sulla questione rifiuti

L’Aquila, 24 giugno 2011

All’Assessore regionale all’Ambiente

Avv. Mauro Di Dalmazio

Egregio Assessore,

in questi giorni decine di lavoratori del settore di raccolta dei rifiuti, dipendenti della società Sogesa, hanno messo in atto diverse forme di protesta per chiedere, come loro diritto, il pagamento degli stipendi arretrati e le future prospettive occupazionali. A questo si aggiunge il conseguente disservizio nella raccolta e smaltimento che cittadini ed imprese in un periodo importantissimo come la stagione estiva nelle cittadine costiere sono costretti ad affrontare.

La crisi del Consorzio pubblico del CIRSU non investe solo alcuni comuni della provincia di Teramo, ma assume un rilievo regionale, perché riguarda il presente ed il futuro occupazionale a rischio di una grande azienda con oltre 100 dipendenti, ma anche l’effettiva erogazione di un servizio pubblico di gestione dei rifiuti, sul quale la Regione ha competenze autorizzatorie, di coordinamento e di indirizzo fondamentali.

Il CIRSU è un ente pubblico che in questi anni ha rappresentato un esperimento di pubblica gestione dei rifiuti, che i cittadini italiani hanno con il recente referendum preferito alle gestioni private dei servizi di pubblica utilità. Certamente in questa gestione ci sono state carenze e ritardi e non è questa la sede per fare dietrologia. Forse lo stesso modello del Consorzio, valido anni fa, doveva essere rivisto ed aggiornato. Tuttavia, il bene rappresentato da una gestione pubblica del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti deve essere preservato. Non vorremmo che la lenta agonia cui viene sottoposto il Consorzio pubblico del Cirsu sia propedeutica e funzionale al solito, “miracoloso” salvataggio da parte del privato.

Elementi da cui ripartire per rilanciare tale progetto industriale ci sono: l’esigenza di garantire i posti di lavoro, la necessità di salvaguardare un finanziamento regionale di 6 milioni per nuovi investimenti, l’attivazione di una nuova e moderna discarica, e, non ultimo, il prevalente interesse pubblico alla gestione di un servizio, troppo spesso delegato, in modo non sempre trasparente, al privato.

Per questa ragione, ritengo che la Regione, e segnatamente l’Assessore preposto, debba intervenire con sollecitudine per assumere iniziative prima che la situazione precipiti del tutto. Già gli operai stessi hanno mostrato la disponibilità a cercare nuove soluzioni, interrompendo le loro azioni.

E’ per questa ragione che siamo a chiederLe di istituire al più presto un Tavolo di lavoro, da lei presieduto, composto dai Consiglieri regionali teramani, dal Presidente ed Assessore al ramo della Provincia di Teramo, dai Sindaci dei Comuni del Consorzio. Tale strumento di coordinamento interistituzionale è fondamentale ed indispensabile, a nostro avviso, per:

–         gestire l’attuale fase transitoria per consentire le migliori soluzioni a tutela dei posti di lavoro ed il superamento della crisi;

–         ridefinire una nuova governance del servizio di gestione pubblica dei rifiuti, già garantito dal Cirsu, anche con nuovi assetti organizzativi e gestionali, più efficaci e moderni, per rispondere al mutato quadro socio-economico e normativo delle aziende pubbliche;

–         salvaguardare il finanziamento regionale già approvato per il nuovo investimento strategico e ridefinire gli aspetti autorizzatori del sito per la nuova e moderna discarica.

Sono convinto che Ella si attiverà immediatamente all’esito di tale richiesta, che, ponendosi oltre gli schieramenti, veda le risorse del territorio e le istituzioni capaci di gestire verso un positivo sviluppo tale vicenda.

In attesa di un Suo riscontro, le invio i miei cordiali saluti, garantendoLe la massima collaborazione e disponibilità.

Il Consigliere Regionale

Claudio Ruffini




Giulianova. F.P.-CGIL: RILANCIARE L’OSPEDALE DI GIULIANOVA!

RILANCIARE L’OSPEDALE DI GIULIANOVA!

Dopo l’approvazione del Piano di Riordino Ospedaliero (stilato dalla Direzione Generale dell’Asl ed approvato dalla Giunta Regionale di Chiodi & C.), dal punto di vista della tutela della “salute” la nostra provincia (nello specifico il Presidio Sanitario di Giulianova) sta subendo un lento ed inesorabile declino, comunque iniziato già da diversi anni:

  • chiusura del Reparto di Ostetricia;
  • chiusura del Reparto di Ginecologia;
  • chiusura del Reparto di Nido e Neonatologia;
  • chiusura del Reparto di Urologia;
  • chiusura del Reparto di Otorinolaringoiatria.

Certo è che, il nuovo Piano, non fa del bene al comprensorio territoriale di Giulianova ed ai cittadini che in esso risiedono!

Che l’Abruzzo e le Asl non possano permettersi più l’attuale livello di spesa sanitaria è, purtroppo, cosa ormai nota.

Come siamo certi dei debiti dell’Asl di Teramo, accumulati in decenni di mala gestione, ammontanti a decine di mln di euro sperperati in centinaia di “convenzioni” ed “appalti” oltre ad una grossa fetta riguardante la “mobilità passiva”.

Affinché non muoia, occorre un progetto di “trasformazione” che veda il rilancio della struttura ospedaliera di Giulianova, salvaguardando parte dell’esistente.

Rilancio che deve avvenire in primis attraverso l’adeguamento della dotazione organica del personale:

  • mancano medici in Pronto Soccorso, in Radiologia, in Endoscopia;
  • manca personale Fisioterapista;
  • manca personale Tecnico in Radiologia;
  • mancano Operatori Socio Sanitari (almeno 20 in più) da affiancare agli infermieri (per garantire una degna assistenza al malato).

Finora, le scarse risorse sono state utilizzate solo per dare sempre più spazi a quanti vorrebbero aumentati il numero dei posti letto in reparti che già “svuotano” le scarse risorse finanziarie, sottraendole alle altre strutture dell’Ospedale: sarebbe dovuta già essere stata aperta da tanto tempo la struttura di R.S.A. (che fine ha fatto l’ex lascito Parere, sulla SS 80…?) affinché tutto ciò che non rientri nell’emergenza e nell’acuzie possa avere una giusta ed idonea collocazione.

I N O L T R E….

….da qualche giorno sono “forti ed insistenti” le voci secondo cui, dal 1 luglio pv, l’Asl (Direzione Generale? Direttore del Dipartimento?) intenderebbe “cancellare” anche il Reparto di Psichiatria, dall’Ospedale di Giulianova….

Ma, signori… non lo avete scritto voi (sull’ultimo Piano di Riordino Aziendale) che il Reparto di Psichiatria a Giulianova C’E’ e DEVE CONTINUARE AD ESSERCI?

SIATE SERI… ALMENO IN QUELLO CHE VOI STESSI SCRIVETE!!

L’OSPEDALE  DI GIULIANOVA…

va migliorato, nella struttura muraria; va consolidato tecnologicamente; vanno fatti investimenti nella formazione, per avere sempre più personale specializzato; va inserito in un progetto di sanità specialistica e finalizzata.

Soprattutto, vanno consolidati quei Servizi che permettono di ripresentare l’Ospedale di Giulianova come una struttura diversa ma che risponda anche ai bisogni dei cittadini: Servizio di Allergologia (che eroga ben oltre 13mila prestazioni annue), Servizi di Day Surgery, etc.

Servizi, questi, già esistenti che crescono sempre più nel numero di prestazioni mensili e, quindi, anche nel budget.

A proposito…. Perché si vorrebbe far chiudere anche il Centro Regionale di Fisiopatologia della Nutrizione, riconosciuto anche a livello europeo, per la sua alta valenza?

LA REGIONE E L’ASL… DIANO UNA RISPOSTA CONCRETA AI CITTADINI ED AI LAVORATORI!




Giulianova. E’ tornato direttamente da Portofino per avviare, insieme alla moglie Francesca Uras, un nuovo ristorante in zona turistica di Giulianova.

E’ tornato direttamente da Portofino per avviare, insieme alla moglie Francesca Uras, un nuovo ristorante in zona turistica di Giulianova. Luciano Ruffini non ha saputo resistere al richiamo della sua terra ed all’affetto dei genitori Ferruccio e Lucia. Così ha rinunciato al palcoscenico del Tigullio e di un 5 Stelle Lusso come l’Hotel Splendido, un ex monastero trasformato in un paradiso di accoglienza, per tornare in Abruzzo.  L’obiettivo di Luciano Ruffini è quello di lanciare un locale di classe dove ha trascorso l’infanzia scegliendo un’insegna originale, “19 dicembre”, sua data di nascita e della moglie Francesca. Coincidenza singolare per una coppia di diversa estrazione, giuliese lui e genovese lei. Prima di approdare a Portofino, Luciano Ruffini è stato chef in due ristoranti di alto livello a Venezia e Firenze. Successivamente ha lavorato a Courchevel (dipartimento francese della Savoia), una delle stazioni per sport invernali più famose d’Europa. Il ristorante “19 dicembre”, in via Sardegna 34 a Giulianova Lido, propone specialità di carne (in particolare costata di manzo e carne equina) e pesce (tartare e tutti i piatti marinari tipici). Prenotazioni: 085-8004854  /  340-4057579.

Alfonso Aloisi