USA. Benny Manocchia: poche donne italiane al comando

Le americane dicono spesso che nella loro nazione.  le donne,piu’ degli uomini,sono al comando di grosse industrie.In sostanza cercano di farci capire che l’America e’ la prima nazione al mondo con piu’ donne-boss.In tanti hanno detto:e’vero.

Benny Manocchia e il Senatore Kennedy

 

Invece non e’ vero affatto. Una società nel campo del marketing ha organizzato una inchiesta che ha provato tutto il contrario. Ben 126 Paesi hanno preso parte allo studio,che ha richiesto il lavoro delle migliori menti oggi sul mercato,alla ricerca della verita’.
Ebbene la verita’ e’ arrivata, dando uno scossone a molti big di questa Terra.
Infatti le tre prime nella classifica umilieranno nazioni come USA,Russia,Cina,Germania,Francia
e anche Italia
Si tratta di Giamaica, Colombia e Saint Lucia. Chi l’avrebbe mai detto. Sono tre piccoli Paesi
senza tante velleita’,dove le donne sono al timone delle industrie, Tutti e tre sono al 60% della classifica riguardante le forze lavorative.Giamaica e Saint Lucia molto impegnate nel turismo (dove le donne primeggiano).La Colombia e’ sempre stata una nazione
piena di femmine decise,preparate e pronte a tutto.
:Povera America: e’ al 15mo posto,con il 42%.Cioe’ soltanto 42 donne   su 100. sono capitane d’industria.
Pakistan e Algeria all’ultimo posto. E l’Italia? Trentunesima.C’e’ molta strada da fare.
Ma,calma. La società che ha condotto la ricerca ha dimenticato di mettere in evidenza una cosa: in Italia il vero boss (della
casa) e’ la donna. Ci sono forse dubbi al riguardo?
DE lItalia? Anche lei non puo’ dire di avere il sesso debole



USA. Benny Manocchia: già partita la corsa agli acquisti di Natale

E’ scattata la solita campagna pubblicitaria da parte dei negozianti americani, in previsione del natale. Come? Gia’,

gli ultimi quattro mesi dell’anno tengono in vita  vari business di questa nazione,considerando che da gennaio a settembre gli affari vanno male, come affermano da sempre.

Una campagna  enorme, che copre un po’ tutto: dalle pellicce alle camice,dai gioielli alle cravatte,dalle borse di Firenze ai liquori scozzesi. Tutti ricorderanno il vecchio layover:scegli il prodotto che vuoi comprare, Il negozio lo consegnera’ all’acquirente quando il conto totale e’ stato completamente pagato. Oggi,con le carte di credito, non e’ cambiato molto.Solo che al pagamento del regalo bisognera’ aggiungere il costo delle tasse sulle carte di credito.
L’anno scorso gli americani hanno speso 350 milioni di dollari per i gifts natalizi,senza contare
il denaro liquido regalato ai nipoti dai nonni (qualcosa come 100 milioni di dollari).
Le cifre sono state rese ufficiali dal Bureau Statistiche di Washington.
Si risvegliano anche le compagnie americane e norvegesi che curano le crociere in tutto il mondo

su gigantdesche navi munite di ogni ben di dio, Sono tanti quelli che hanno prenotate tours nel polo sud,

L’ultima fatica editoriale di Benny Manocchia, Cronache Americane

in Alaska e isole greche.
E l’Italia? Bene, ho contattato la piu’ importante travel agency di Los Angeles per avere una idea
di come si mettono le cose per quanto riguarda le vacanze invernali.Si tratta della Star Global Travel.
La signora Emily Roberti e’ stata molto gentile e mi ha detto che la sua agenzia ha gia’ ricevuto un bel numero di prenotazioni per gite in Abruzzo. Per esempio da Chicago tredici giovani hanno

gia’ versato  la meta’ del costo per dieci giorni “on or around” Campo Imperatore,ossia tutto

Benny Manocchia da New York
(C) Archivio www.giulianovanews.it

 

attorno alla piu’ bella zona invernale d’Italia. “We love Campo Imperatore canyons” hanno detto in coro i ragazzi. E non sbagliano.. Il Campo  e’ I’ Imperatorec dei campi nevosi.
Un’altra prenotazione  particolarmente simpatica: Una intera famiglia di origine abruzzese che vive a Sacramento,in California,ha prenotato una settimana in Abruzzo con  l’intenzione di compiere un wine tour di Nocciano. I nonni hanno parlato tante volte di quel vino superbo di casa nostra…
Molti italoamericani di origine abruzzese hanno deciso di rivivere i giorni dei loro padri, mangiando pasta e tiramisu alla Cesarina di Pescara.Simpaticissimo il loro accento yankee-pescarese!.
Ma,dice la signora Roberti,siamo soltanto agli inizi.  Verso novembre arriveranno le prenotazioni dei turisti che spendono molto,girando l’Italia in su e giu’, “L’Abruzzo fara’ il “pieno” di turisti
innamorati della vostra bellissima regione” ha concluso la signora Roberti.
Non ci sono dubbi in merito.



USA. Benny Manocchia – politica: americani e italiani sono sulla stessa “barca”

A pensarci bene la situazione politica in Italia non e’ molto diversa da quella statunitense.

Nelle due nazioni si cerca di sopravvivere,(senza una guerra civile),rifugiandosi al tandem

Benny Manocchia con Lillian Gordy Carter, mamma del Presidente USA Jimmy Carter (C) Archivio giulianovanews.it

 

in potere. Molti uomini politici di valore mi hanno detto,piu’ di una volta,che due diversi partiti al potere non funziona. Tuttavia,mentre in America ricorrono puntualmente al voto popolare,
in Italia purtroppo decidono in pochi, con la benedizione finale del presidente Mattarella.
Se non sbaglio,in Italia avete deciso chi comanderà (fosse anche per pochi mesi) ben 4 volte
senza il beneficio del voto. Insomma,al diavolo il popolo. che, se ho capito bene,a casa nostra ha ormai le tasche piene e si fa sentire.
I milioni di italiani in America non possono fare nulla. Quando si vive all’estero,vedere la lenta distruzione del posto dove si e’ nati,diventa a volte una piccola ossessione. Soprattutto perche’
non ci vuole molto per capire che Salvini-Di Maio non ha funzionato e fra poco,forse,Di Maio fara’ la stessa fine di Renzi. Meraviglia la forza di chi e’ stato cacciato dal potere senza pieta’,un
po’ alla volta si riprende ed eccolo di nuovo in lizza. Ma che cosa occorre agli italiani,oggi per capire che il comunismo non aiuta nessuno,se non quei pochi al potere? Non e’ piu’ una questione politica; si tratta ,invece,di fare qualcosa per tenere in vita 60 milioni di italiani coinvolti in un uragano politico.
Tornate al voto.E’ il popolo con il voto,appunto,che decide sulle sorti dell’Italia. Altrimenti tra pochi mesi vi troverete nella solita mischia,litigi,accuse,imbrogli.
Non ricordate?



Roma. Mostra “Over the Sky”: Nello Petrucci, il moderno Dedalo pompeiano

 

L’Artista Nello Petrucci con Vice Ambasciatore USA in Italia e San Marino, Kelly Colleen Degnan

La sala espositiva con le opere di Nello Petrucci

Sala espositiva

Roma. Oggi si chiude la mostra dell’artista pompeiano Nello Petrucci, “Over the Sky”, inaugurata lo scorso 3 giugno, presso la sede dell’Ambasciata americana a Roma, a cura di Francesca Barbi Marinetti. Abbiamo avuto l’occasione, il 21 giugno, di partecipare all’inaugurazione ufficiale da parte dell’Ambasciata americana, con tanto di cerimoniere ufficiale alla presenza del Vice Ambasciatore USA in Italia e San Marino, Kelly Colleen Degnan. Evento accompagnato dalle musiche della Kosmos Quartet (Students of Colorado University at Boulder) con: Sophia Thaut, Natalie Smith, Elizabeth Macintosh e Ethan Blake. Una mostra realizzata grazie al contributo di Contemply SRL ente promotore diretto da Gianni Boccia. Fa un effetto strano entrare a Palazzo Margherita, attuale sede diplomatica degli USA in Italia, dove visse Regina Margherita o Regina Madre dopo la morte del suo consorte Re Umberto I. Proprio questa donna e la sua corte scelse di far nascere il futuro Re d’Italia Vittorio Emanuele III a Napoli. Sarà pura coincidenza questo legame con la terra campana? Noi crediamo di no! Petrucci è nato a Castellamare di Stabia, si divide tra Pompei e New York. Ha studiato regia cinematografica, lavorando su diversi film tra cui quelli di M. Scorsese, A. Taub, M. Bros. Ha scritto e diretto vari cortometraggi ricevendo numerosi premi: una sua produzione è in lizza per il David di Donatello come miglior cortometraggio. Dopo un soggiorno determinante a Dublino, attratto dalla scenografia, è ritornato a Napoli per diplomarsi all’Accademia di Belle Arti. Qui ha realizzato e girato un film, dalla cui esperienza è nato lo spunto per le arti visive divenute materia prima per la accrescere la sua fantasia e per sviluppare un nuovo percorso. Petrucci, attraverso le sue 20 tele, ci rappresenta una New York diversa, vista dall’alto e frastornata da continui frammenti che occultano la vista del profondo. Lui stesso, nel pregevole catalogo pubblicato da Carlo Cambi editore, dichiara: “…solo con lo strappo provo una certa forma di liberazione”. Nel volume, a cura del critico d’arte Marcello Francolini, con un suo testo introduttivo, presenta contributi critici di: Francesca Barbi Marinetti, curatrice della mostra; Lara Caccia, docente Accademia delle Belle Arti di Catanzaro; Maria Letizia Paiato, docente Accademia di Belle Arti di Macerata; Mary Angela Schroth, direttrice galleria Sala Uno Centro Internazionale d’Arte Contemporanea di Roma e Mario Sesti, regista e noto critico cinematografico. Tra le sue opere, spicca come un flash back, un celebre frame di una ripresa delle Torri Gemelle durante l’attentato terroristico dell’11settembre 2001, dove si vede il corpo di un uomo (furono 2.753 i morti) che cade nel vuoto. Altra coincidenza. L’attuale Ambasciatore Usa in Italia, Lewis Michael Eisenberg, fu presidente dell’Autorità Portuale di New York e New Jersey nel 2001 durante l’attacco terroristico. Dopo 17 anni da quei tragici fatti, nel 2018, l’artista campano stabilisce la sua residenza artistica presso il 3World  Trade Centre, dove ha realizzato la monumentale The Essence of Lightness, partecipando al progetto della street art nel prestigioso  3World Trade Center della famiglia Silverstein. Ora è in lavorazione il progetto “Pompei e i misteri dell’eterna bellezza”, che si terrà negli Scavi di Pompei nel 2019/2020 a cura di Alessandro Cecchi Paone. Petrucci, con questo ciclo pittorico, sembra un moderno Dedalo, con i suoi labirinti newyorkesi visti dall’alto, ma senza il Minotauro mostruoso di antica memoria.

Walter De Berardinis

Giulianovanews.it

 




Giulianova. 85 candeline per il collega Benny Manocchia. Auguri maestro

Giulianova. Auguri grande Benny. Non basta un volume di ricordi per descrivere la tua vita avventurosa e piena di sorprese. Come racconti spesso: tanti volumi non è autoconclusivo. Una sfida all’età per ricordare i tanti fatti di una vita, spesso e volentieri si annebbiano. Sei nato in una grande famiglia dove spicca per primo il papà Francesco, scrittore e giornalista di indubbia fama, morto troppo presto per vederti spiccare il volo verso gli Stati Uniti d’America. Voglio ricordare alcuni passaggi della tua prima parte di vita, quella vera, quella della fame e della guerra. In una sorta di neorealismo giuliese che fa della famiglia Manocchia una storia tutta particolare: Pasquale (Lino), Franco, Benito (Benny) ed Omero, quattro figli giuliesi nati sotto sua maestà il Cupolone di San Flaviano, nel cuore del centro storico giuliese. Adesso lascio parlare te, dalle tue memorie un pezzo di storia di Giulianova.

Benny Manocchia da New York
(C) Archivio www.giulianovanews.it

“Intanto non ricordo quando sono nato. Ma qui non sono il solo. Mi raccontò tutto mia madre con descrizioni talvolta dettagliate che esprimevano chiaramente il momento della mia venuta su questa terra. Però quasi sempre finiva affermando che “sarei pronta a farlo di nuovo”. Ma le mamme dicono tutte cosi. Dunque nacqui il 10 maggio 1934. E’ inutile fare conti Walter. Sono vecchio! Ma ancora sulla breccia, come si dice in queste circostanze. Gli anni Trenta-Quaranta a Giulianova passarono molto velocemente per me. Gli altri miei tre fratelli qualche volta giocavano con me, altre volte mi mettevano in un angolo con preghiera da parte dei nostri genitori di stare buoni. E’ duro essere l’ultimo arrivato di quattro figli. Mio padre Francesco (1890-1944 n.d.r.) lasciava ogni sera una caramella sui comodini. In una stanza dormivamo io e Franco, nell’altra Omero e Pasquale (Lino). Spesso facevamo la guerra con i cuscini pieni di piume e quando nostra madre entrava con l’intenzione di porre fine alla battaglia, poverina, rimaneva  semicoperta sotto la pioggia di piume che il nostro cane rincorreva arrabbiatissimo. La guerra vera la sentimmo proprio il 29 febbraio del 1944. Quel giorno c’era il sole e due soldati tedeschi che si aggiravano in pattugliamento con le loro mitragliette, poco dopo sentii il fischio delle bombe che cadevano su Giulianova e poi persi conoscenza (bombardamento del 29 febbraio 1944 degli angloamericani su Giulianova).

Il giornalista Benny a casa dal fratello, il giornalista Franco Manocchia

Mio padre era a un metro da me e Franco cercava di tirarmi fuori dalle macerie, avevo 9 anni compiuti. Sentii come in uno strano dormiveglia mio fratello che urlava: Benito!! Babbo è morto! Sentii anche mio madre che diceva: fai piano Franco, gli rompi il braccino. In quel preciso istante finì il primo capitolo della mia giovane vita. Dall’ospedale di Giulianova (oggi il vecchio ospedale posto alla fine del Viale dello Splendore), ci trasportarono su un camion vecchio e rumoroso a Mosciano Sant’Angelo, dove avevano frettolosamente mutato la scuola elementare in un ospedale d’emergenza. Ci restai fino al 10 maggio, giorno del mio 10° anno di vita. A bordo di una carretta tornai a Giulianova, la mia famiglia era stata sistemata temporaneamente nell’orfanotrofio delle suore, io, Franco, Omero e la mamma. Mio fratello Pasquale (Lino) era stato fatto prigioniero dai tedeschi all’aereoporto di Mostar in Jugoslavia e deportato in un campo di concentramento in Germania. Eravamo impazienti di rivederlo vivo a Giulianova, non sapeva della morte di papà. Era duro, durissimo trovare pane, anche quando annunciavano che c’era in vendita qualcosa in una panetteria, tutti a correre e poi in fila. Spesso mangiando il pane si avvertiva la sensazione di mordere pasta e sabbia. Mettevano polvere di marmo nell’impasto per dare peso alla pagnotta. Le mamme si facevano in quattro per mettere qualcosa sul tavolo della cucina. Franco si muoveva spesso in cerca di patate e verdura. Una volta era vicino al ponte dell’Annunziata e arrivarono i bombardieri. Incredibilmente tornò a casa con una enorme scheggia di bomba ma senza patate. Noi giuliesi aspettavano la fine della guerra e la fine del Fascismo. Tante volte mi sono chiesto perché c’era tanto odio contro i fascisti. Certo anch’io mi sono lamentato, a modo mio: a 6 anni mi avevano costretto ad indossare la divisa del giovane Balilla e poi marciare insieme con altri nel campo sportivo. Tuttavia la mia giovanile ammirazione per chi chiedeva a viva voce la fine della dittatura subì un colpo allorché’ sentii personalmente un tipo alla fine di aprile del 1945 ( che tra l’altro mi dissero era un nostro parente) dire:”il Cavaliere è morto? Bene, uno di meno”.Da quel momento pensai al diavolo la politica. La scuola fu un giochetto per tre anni. La prima elementare con la maestra Liberatore Beccaceci Dora, la seconda con Minervini, la terza con il mitico Maestro Grue. La quarta venne interrotta con le bombe degli angloamericani iniziate già dal 1943 e fino al 1944. Dopo l’ospedale frequentai quarta e quinta dalle suore con le ragazze del paese che in classe che mi chiedevano di mostrare le ferite mentre pretendevano che io descrivessi quel momento… Che comunque non dimenticherò mai.”

Benny Manocchia con Lillian Gordy Carter, mamma del Presidente USA Jimmy Carter

Benny Manocchia e il Senatore Kennedy

Benny Manocchia e Alberto Rusconi

L’ultima fatica editoriale di Benny Manocchia, Cronache Americane




USA. La politica miope che fa paura

Gli Stati Uniti  d’America sono oggi una nazione disunita. Incredibile. Nei molti anni che ho vissuto qui, non ho mai visto tanto disordine, tanto astio e  rancore. Una volta in USA litigavano per questioni finanziarie,chi non aveva voleva qualcosa da chi aveva tanto. Oppure per questioni sociali: gli americani del Sud non soffrivano gli uomini di colore

Benny Manocchia e il Senatore Kennedy

; quelli del Nord avevano gli italiani sullo stomaco.Cose cosi’.  Oggi al centro della discordia c’e’ la politica. Non

e’ che in Italia le cose vadano tanto bene politicamente.Voglio dire: anche da noi ci sono
ripicchi,,lunghe discussioni,litigi in tv.ecc. In USA la ragione del trambusto e’ dovuto al fatto che
uno dei due partiti politici non ha mai accettato la sconfitta nelle elezioni presidenziali del 2016. La Clinton era data vincitrice fino alla fine. Ma ecco che arriva il miliardario Trump, che promise mari e monti agli elettori. E vinse. I democratici non hanno mai accettato la sconfitta
e hanno usato tutto quanto e’ lecito fare nel campo politico. Tra poche settimane ci sara’ la
votazione per il cosiddetto mid terms.Le inchieste dicono che i democratici hanno la possibilita’
di riconquistare la Camera dei Deputati,mentre al Senato  i repubblicani dovrebbero reggere.
Nel frattempo succedono cose che fanno rabbrividire.Insulti verbali inaccettabili, scontri fisici
con la poliizia che cerca di calmare le acque. Senatori presi di mira dalle  donne che
vogliono la signora Clinton al potere. Persone attaccate nei ristoranti solo perche’ non sono
vicine a un partito o all’altro.Una lunga lista di situazioni incredibili,brutte da raccontare.
L’America e’ una nazione divisa in due  Tutto ;puo’ succedere nell’immediato futuro. Non lo
dico io,l’hanno detto ad alta voce personaggi del mondo politico ed esperti di rivolte sociali Che brutta cosa la politica,osservata in questo orrendo modo.



USA. Che brutta cosa i paragoni.

I paragoni sono spesso antipatici, pero’ qualche volta non si può’ stare lontani da una risposta,

Archivio Benny Manocchia giornalista e Sammy Davis Jr. (Harlem, 8 dicembre 1925 – Beverly Hills, 16 maggio 1990) è stato un ballerino, cantante, vibrafonista, batterista, attore e comico statunitense.

appunto un paragone,Gli americani che vengono in Italia
sono quasi sempre portati a criticare tutto quanto vedono a casa nostra. Molte volte abbiamo sentito e risentito che gli italiani sono sporchi,non si lavano,puzzano.Gli americani,invece,sono  pulitissimi,usano profumi,unghie sempre pulite,sapone a volonta’. Gia’,in uno Stato che deve
essere ancora creato,perche’ i 50 della nazione vivono in un mondo pieno di barboni puzzolenti,ubriaconi che vomitano dalla mattina alla sera.. Si,pero’ in Italia bisogna stare attenti perche’ per strada o in albergo ti rubano tutto quanto possono. Non negli Stati Uniti,perbacco.Una nazione non soltano pulita ma priva di persone che rubano,per strada o in albergo. Chiedetelo al direttore di una rivista con la quale ho collaborato
 per molti anni;chiedetelo a un mio caro amico abruzzese che sulla metropolitana (a proposito:,subways da brivido)   gli sfilarono il portafogli con passaporto. La
polizia gli disse: “queste cose succedono”. D’accordo,ma intanto in Italia,in ogni paese italiano, un povero americano deve crepare perche’ “non trova mai un cesso pubblico.”
Ahime’,quante volte a Manhattan (citta’ con 12 milioni di abitanti)) mi sono trovato in una situazione imbarazzante perche’ in questa citta’ non esistono gabinetti pubblici e cosi’ sono stato costretto ad
entrare in un albergo,pagare qualche dollaro per usare (per due minuti) il gabinetto al primo piano. Ah,ma il mangiare e’ un’altra cosa: volete mettere hot dog e hamburger contro quel
cibo italiano che “da’ la diarrea a molti turisti americani?”  Non sanno piu’ dove attaccarsi:treni,navi
traghetto per andare in Sardegna, e Sicilia.. Pero’ come si fa a
non ricordare West Virginia,Tennessee, North Dakota e tanti altri Stati che primeggiano nel
campo della sporcizia.Il sottoscritto ha visitato gli Stati Uniti in lungo e in largo per lavoro e puo’ giurare che in alcune zone c’e’ sicuramente passato il “diavolo” addetto alle zozzure della vita.
Davvero:qualche volta i paragoni sono necessari.



USA. Analisi di Benny Manocchia sull’incontro Trump-Kim jong hun

Milioni di americani sono convinti che la Corea del Nord non accettera’ mai la richiesta di denuclearizzare il paese. Non si tratta di scetticismo,la convinzione e’ sincera.Ma non chiarisce un bel po’ di cose,che vale la pena spiegare. Prima: Mike Pompeo,il ministro degli Esteri (di origine

abruzzese) che e’ stato ospite del chairman nordcoreano tre volte. La sua affermazione,dopo ogni meeting,e’ stata chiara:noi chiediamo l’abolizione totale dell’atomica nella penisola coreana.
Kim jong un ha detto che “succedera’”,ma ha messo in evidenza l’immediato bisogno economico dlla sua nazione. Poi il mnistro della Difesa generale Mattis e’ stato a Singapore,per un incontro diretto con la controparte nordcoreana,dove ha ripetuto: la nostra richiesta e’ stata
precisa dall’inizio. Via l’armamento atomico,arrivano gli aiuti dagli Stati Uniti,dal Giappone e,dalla Corea del Sud. In ultimo,proprio un paio di giorni fa,il vicechairman della NOKO e’ venuto a Washington e ha incontrato Trump nella Casa Bianca.Kim hung chol ha consegnato al presidente degli Stati Uniti,una lettera scritta personalmente dal leader nordcoreano. Bene,nonostante tutto,diranno,
la Corea del Nord non denuclearizzera’. Trump,dal canto suo,ha detto e ripetuto:se non va non va; risalgo sull’aereo e affronto le 20 ore di volo per tornare a Washington. Si calmino gli scettici:forse Kim Jong un e Trump risolveranno un problema che ha messo la febbre addosso a tante nazioni, o forse non verra’ fuori un risultato positivo. La vita e’ cosi’.

L’ultima fatica editoriale di Benny Manocchia, Cronache Americane




USA. Russia2018: un campionato del modo opaco senza l’Italia.

Un allibratore  di New York mi ha confessato che a tutt’oggi le scommesse sul campionato del mondo di calcio ,in Russia,  sono al 68% per il Brasile.

Benny Manocchia e il Senatore Kennedy

Seguono Spagna,Francia. Tuttavia,mi ha detto il bookmaker, le cose potrebbero cambiare dopo il dieci giugno. Infatti negli ultimi giorni prima dell’inizio della Coppa, le scommesse diventano stranamente confuse,incerte. Comunque

restano sul livello del 1 dollaro puntato sulla squadra che risulterà prima, farà
vincere 5.25$. Questo negli Stati Uniti. In Europa milioni puntano su Francia e Inghilterra. Certo
aiutera’  le decisioni degli scommettitori non appena sara’ comunicato gli accoppiamenti delle partite. In momenti di euforia inspiegabile, ci sono anche “bets” per la nazionale italiana,che
come sappiamo non sara’ presente  a Mosca. Gli organizzatori russi hanno ammesso che “senza
l’Italia,il campionato del mondo non avra’ valore”. Ma forse e’ soltanto un modo degli amici russi, per fare sentire meglio i milioni di italiani che oggi sono afflitti da una situazione che,per tanti,poteva essere evitata.




USA. Russia 2018: il Brasile vincente per gli scommettitori

Gli americani,come gli inglesi,scommettoo su tutto:dai risultati delle elezioni politiche all’ora esatta

della nascita di un bimbo,alla esatta produzione di arance in  Florida e in California.

I giornalisti, Lino e Benny Manocchia 31 maggio del 1964

Ma in

cima alle scommesse c’e’ da sempre il tentativo di indovinare i risultati sportivi. 90 milioni di americani scommettono ogni anno  11 miliardi di dollar, piazzando “bets” su incontri di baseball,football,basketball. Fino a qjualche anno fa anche  su incontri di pugilato.Ma oggi questa attivita’ sportiva e’ in ribasso.
Sono riuscito a ottenere alcune informazioni da un allibratore (bookmakers in inglese) italiano
di New York,sulle scommesse di una nota società, che sta mettendo assieme prima del 10 giugno per cercare di stabilire – appunto seguendo le scommesse = quale  nazionale di calcio potrebbe vincere il titolo mondiale in Russia.
Ebbene,per ora il 68 % degli scommettitori puntano i loro dollari su una sola nazionale,quella verdeoro del Brasile. Seguono Germania,Spagna,Francia,Argentina,Belgio. Anche qui,come in altri sport, si scommette un euro e si vince 5,25$. Non sara’ cosi’ dopo il 10 giugno,quando le cose cambieranno come molti alligatori affermano. Ancora due settimane e poi ne sapremo i piu’.