Giulianova. Intervento di Annarita Petrino

Cari figli, oggi sono con voi e vi benedico tutti con la mia benedizione materna di pace e vi esorto a vivere ancora di più la vostra vita religiosa perchè siete ancora deboli e non siete umili. Vi esorto figlioli, a parlare di meno e a lavorare di più sulla vostra conversione personale affinchè il vostro testimoniare sia fruttuoso. E la vostra vita sia una preghiera incessante. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

Carissimi, questo messaggio della Madonna dato a Medjugorje alla veggente Marja, è arrivato ieri 25 settembre, una giornata che per i cristiani di tutto il mondo e per la Chiesa stessa è stata molto importante. Ieri, infatti, è stata beatificata Chiara Luce Badano, (http://www.chiaralucebadano.it/), nata nel 1971 e morta nel 1990 a 18 anni a causa di un tumore osseo. La vogliamo ricordare per come ha vissuto: come Gesù abbandonato. QUI potete scaricare la sua biografia completa. Voglio commentare questo messaggio con una frase che ieri ho sentito durante l’omelia della Santa Messa di beatificazione. Un’amica chiedeva a Chiara se parlava mai di Dio con gli amici del bar, se tentasse di convertirli. Lei rispose di no e l’amica si sorprese giudicandole delle occasioni sprecate. Ma Chiara rispose: “No, non parlo di Dio. Non serve parlare di Dio. Io Dio lo devo dare, lo devo dare”.

Ecco, non occorre aggiungere altro, perché è esattamente questo che ci chiede di fare la Madonna.

Ave Maria


Nel caso non foste interessati più a ricevere queste informazioni, inviate una mail in risposta a questa con scritto CANCELLAMI. Grazie

Annarita Petrino
www.mooncity.it

“Allora ho voluto far abitare la mia anima in Cielo, perché guardasse le cose della terra solo da lontano.”
Teresa di Lisieux

“Ti stimo collaboratrice di Dio stesso e sostegno delle membra vacillanti del suo ineffabile corpo”
Santa Chiara D’Assisi




USA. La Polizia del Michingan adotta Chevrolet “Caprice”

Chieti, 26 Sett ‘10, Domenica, S. Cipriano – Anno XXXI n. 360 – www.abruzzopress.infoabruzzopress@yahoo.it – Tr. Ch n. 1/81


Agenzia ABRUZZOpress >>> InterNational


Servizio Stampa CF 93030590694 – Tel. 0871 63210 – Fax 0871 404798 – Cell. 333. 2577547 Dir. Resp. Marino Solfanelli


Ap Speciale da Detroit


La Polizia del Michingan

adotta Chevrolet “Caprice

di Lino Manocchia

Lo ha annunciato l’Associazione internazionale di Polizia a Denver.




La più alta rata registrata nel West fu di 632.1, con riduzione del 7%. Negli altri Stati la oscillò dai 332.6 a 222.3  per il Nordest. Soltanto il 12.6 per cento dei furti, nel 2007, furono risolti con gli arresti.



Colpi di martelletto, wax e carte smerigliate, rimpiazzando i detriti con pezzi nuovi, applicabili più

ABRUZZOpress – N. 360 del 26 settembre ’10 Pag 2


Diminuzione dei furti


Offre sorpresa la città di Modesto California, la zona  vinicola per eccellenza, che propone furti calcolati in uno su 1047.99 abitanti.


Le vetture preferite dai ladri

«Per noi, tutto fa brodo, – ci ha detto privatamente un protagonista dal nome Mark – del resto se il nostro lavoro manuale è di facile attuazione, il rischio che si corre non è da ignorare.»


L.M.




Borgo Valsugana (TN). La Bruni Pubblicità Atletica Vomano sono Campioni d’Italia.

La Finale Oro di Borgo Valsugana (TN) proclama Club Campioni d’Italia 2010 gli uomini della Bruni Pubblicità Atletica Vomano.

Bruni Vomano Campione d’Italia 2010. Tutti i risultati su www.fidal.it . Domani il comunicato ufficiale.




Roseto degli Abruzzi: Emergenza rifiuti:l’irresponsabilità dei Sindaci debitori

L’unica strada da percorrere per superare temporaneamente e con immediatezza l’emergenza rifiuti è quella che i Comuni debitori, Roseto degli Abruzzi in testa, paghino le loro spettanze al CIRSU salvo poi far valere le proprie ragioni, in un secondo momento, dinanzi al magistrato.

Ma come stanno effettivamente le cose?

Attualmente i nostri rifiuti, con l’esaurimento della discarica di Grasciano, vengono trasportati nella discarica di Casoni in provincia di Chieti, gestita, guarda caso, da Di Zio.

Da ciò viene a crearsi un circolo, più che  vizioso, letale per i cittadini dei comuni del Consorzio.

Di Zio, al tempo stesso azionista di minoranza di SOGESA, braccio operativo del CIRSU, pretende da Sogesa il pagamento dei servizi resi per i rifiuti smaltiti a Casoni;

SOGESA pretende dal CIRSU il pagamento del servizio di raccolta e smaltimento;

il CIRSU,a sua volta, esige dai Comuni il pagamento  del servizio reso;

alcuni Sindaci dei Comuni del consorzio non vogliono pagare il CIRSU in quanto considerano ingiustificati gli aumenti che ci sono stati fin da quando i nostri rifiuti erano stati smaltiti a Cerratina.

Ma chi ha compiti di vigilanza in questa complessa materia? Senz’altro la Regione e la Provincia.

La Regione, con il suo Osservatorio sui Rifiuti, ha il compito di fornire orientamenti e direttive, assicurando il coordinamento delle azioni dei diversi Enti e organismi interessati.

La Provincia di Teramo, con il Presidente Catarra, ha tra i suoi obblighi quelli della pianificazione della gestione complessiva dei rifiuti, del controllo dei servizi e della promozione di nuove politiche centrate sulla riduzione, il recupero e il riciclo.

Regione e Provincia stanno dimostrando  però tutta la loro debolezza in quest’ambito di primaria importanza per la qualità della nostra vita,dell’ambiente e del decoro dei nostri centri.

Per la Regione parlano chiaro i recenti avvenimenti. Per la Provincia occorre chiedersi come possa il Presidente Catarra svolgere questo ruolo di promozione, coordinamento e controllo se lo stesso Comune di cui è Sindaco risulta debitore.

Non c’è una dose di irresponsabilità da parte di qualche Sindaco  nella resistenza al pagamento delle spettanze al CIRSU? Non dimentichiamo che il nostro Consorzio ha bisogno di  sostegno economico per condurre in porto il progetto di ampliamento della discarica che altrimenti finirebbe nelle mani di Di Zio.Non è superfluo ricordare che la Sinistra esige da decenni una politica dei rifiuti non centrata sulla moltiplicazione delle discariche e degli inceneritori.

Non dovrebbero prevalere in questo momento particolarmente critico la tutela della salute dei cittadini e la garanzia della continuità di un servizio essenziale?

E infine le difficoltà dei lavoratori di SOGESA, che rischiano i loro stipendi, non dovrebbero trovare una favorevole sponda in quei Sindaci che appartengono al Partito Democratico,un partito che non sa ancora se fare sparire o meno dai propri documenti fondativi il termine “sinistra”?

Pasquale Avolio

Consigliere Comunale di Roseto degli Abruzzi




Pescara. Presentazione del libro: Gabriele D’Annunzio e la gastronomia abruzzese

Non fu Gabriele d’Annunzio a dare il nome al dolce Parrozzo, come comunemente si crede, bensì il pasticciere pescarese Luigi D’Amico che lo aveva creato nel settembre del 1926.

Nella lettera che lo stesso D’Amico aveva inviato al poeta, a Gardone, il 27 settembre, è scritto: “Illustre Maestro. Questo Parrozzo – il Pan rozzo d’Abruzzo – vi viene da me offerto con un piccolo nome legato alla vostra e alla mia giovinezza”.

Per la realizzazione del Parrozzo, D’Amico si era ispirato al pane rozzo dei contadini abruzzesi fatto con il granturco, di forma semisferica e cotto nel forno a legna. Facendo rimanere la forma inalterata, aveva riprodotto il giallo del granturco con quello delle uova e aveva adoperato una copertura di finissimo cioccolato per imitare lo scuro delle bruciacchiature caratteristiche della cottura nel forno a legna.

Il 9 novembre, su carta intestata “Io ho quel che ho donato”, il Comandante rispose con un celebre sonetto dialettale che termina con i versi: “Benedette D’Amiche e San Ciatté! / O Ddie, quanne m’attacche a lu parròzze, / ogne matine, pe’ lu cannaròzze / passa la sise de l’Abruzzo me’”.

Qualche tempo dopo, Luigi D’Amico mise in commercio un altro dolce con il nome di “Cassata Aterno”: nome che, a suo dire, era poco promozionale. Pensò, così, di rivolgersi allo scrittore, mandandogli a fine novembre il prodotto, perché lo assaggiasse e, soprattutto, gli attribuisse una più confacente denominazione.

Il 2 dicembre, su carta intestata “Ardisco non Ordisco”, d’Annunzio ringraziò per avergli fatto giungere i dolci «’n che lu nome (cioè il Parrozzo) e senza nome». Ma poiché il pacco era arrivato al Vittoriale durante uno dei suoi soliti lunghi digiuni, egli promise a D’Amico che, non appena avesse ripreso a mangiare, avrebbe provato il nuovo dolce e gli avrebbe attribuito il nome.

Così fu. Il Principe di Montenevoso compose, per l’occasione, una spiritosa quartina dialettale per la quale, molto probabilmente, aveva trovato ispirazione dal miele, tra i principali ingredienti della specialità: “Ca tu le vuo’ chiamà la Melitusse / ca tu le vuo’ chiamà lu Melicrò / a vocca piena e senz’alzà lu musse / “Chiamale” – i’ diche – “coma cazze vuo’!”

Questi versi, il cui originale è conservato negli archivi della Fondazione “Il Vittoriale degli Italiani”, a Pescara non arrivarono mai.

Il dolce, dunque, era ancora senza nome. Ma ciò si rivelò tutt’altro che dannoso per la sua fortuna. Infatti, l’espressione usata dallo scrittore, “senza nome”, divenne ben presto la nuova denominazione.

Enrico Di Carlo




Abruzzo. Ruffini (PD): Emergenza rifiuti nel teramano.Perchè non si firma l’accordo con la Regione Molise?

Emergenza rifiuti nel teramano.Perchè non si firma l’accordo con la Regione Molise?

Il Consigliere regionale del PD, Claudio Ruffini, torna a sollecitare la sottoscrizione dell’accordo tra regione Abruzzo e Molise che darebbe la possibilità ai comuni teramani di scaricare nell’impianto di Guglionesi e di superare la fase emergenziale. Su questa vicenda, tornata alla ribalta della cronaca, Ruffini ricorda che nel mese del  luglio scorso aveva presentato un’interpellanza all’Assessore Daniela Stati e poche settimane fa aveva scritto  una lettera per sollecitare anche il Presidente Chiodi.

Ma che cos’è che blocca la sottoscrizione dell’accordo con il Molise???si chiede Ruffini.

“Avevo chiesto con forza di conoscere quali erano i motivi ostativi che impedivano la sottoscrizione di un accordo che aiutava i comuni teramani e che avrebbe permesso l’abbassamento delle tariffe fino al 30 per cento. La Stati rispose alla mia interpellanza e disse di aver sollecitato più volte la Regione Molise e che l’obiettivo era di chiudere l’accordo prima delle ferie estive. Siamo quasi ad ottobre e per la la provincia di Teramo quali sono i risultati?Si ritrova senza una discarica, con il gestore di Casoni di Chieti che ha limitato i conferimenti, con la spazzatura per le strade e le tariffe sempre in aumento.” dice Ruffini.

In effetti la Provincia di Teramo senza discarica in esercizio è per forza di cose costretta a conferire rifiuti fuori dal suo Ato, in una sorta di “ricatto continuo”. La mancata autonomia della nostra provincia ha una ricaduta inevitabile sui contribuenti, costretti a sostenere aumenti improvvisi ed ingiustificati, che lo stesso Assessore Stati nel rispondere all’interpellanza non aveva esitato a riferire che le tariffe  “in alcuni casi subiscono lievitazioni eccessive”.

“Se l’accordo fosse stato sottoscritto, adesso non ci ritroveremo in questa situazione, anche perchè avremmo potuto conferire rifiuti per 40.000 metri cubi, ovvero ciò significa che avremmo avuto più di un anno di autonomia e la provincia di Teramo avrebbe avuto il tempo necessario per realizzare ad esempio il sito di Grasciano di Notaresco” spiega Ruffini.

La Regione e la Provincia devono intervenire subito per risolvere questa complicata fase. Il conferimento presso altri siti della Regione, spiega Ruffini,  sta infatti determinando continui aumenti dei costi per il conferimento dei rifiuti perché gli impianti regionali sono “unici” e agiscono quasi in regime di monopolio. La nostra provincia non può essere tenuta sotto scacco dai gestori di alcuni impianti o dall’inerzia delle istituzioni politiche. Bisogna essere più incisivi e sopratutto fare chiarezza attorno ad un mondo, quello dei rifiuti, che lancia segnali inquietanti sul profilo della legalità.

domenica 26 settembre 2010




Pescara. DOMANI A PESCARA L’ASSEMBLEA COSTITUENTE DELLA FEDERAZIONE SANITA’ DI CONFCOOPERATIVE ABRUZZO

DOMANI A PESCARA L’ASSEMBLEA COSTITUENTE DELLA

FEDERAZIONE SANITA’ DI CONFCOOPERATIVE ABRUZZO

La nascita della nuova federazione regionale, la seconda in Italia dopo quella del Lazio,

si terrà lunedì 27 settembre alle 15 alla Camera di Commercio di Pescara

Pescara, 26 settembre 2010 – Nasce anche in Abruzzo Federazione Sanità Confcooperative, l’ultima federazione nata in casa Confcooperative e costituita a livello nazionale lo scorso 22 aprile per rappresentare cooperative di medici, a specializzazione sanitaria,  cooperative farmaceutiche e mutue socio sanitarie. L’assemblea costituente di Federazione Sanità Abruzzo si terrà domani 27 settembre, dalle 15 in poi, alla Camera di Commercio di Pescara in via Conte di Ruvo 2.

Dopo l’elezione dei vertici di Federazione Sanità Lazio l’Abruzzo è la seconda regione che vede la nascita della federazione.  “La rete dell’assistenza primaria è cooperativa”: con questo tema si aprirà la sessione, introdotta dagli interventi di Giampiero Ledda, presidente di Confcooperative Abruzzo e di Giuseppe Milanese, presidente nazionale di Federazione Sanità Confcooperative.

All’assemblea prenderanno parte il vice presidente di Confcooperative Abruzzo, Pietro Iacobitti, il segretario generale di Confcooperative Abruzzo, Giuseppe D’Alessandro e la coordinatrice nazionale di Federazione Sanità, Silvia Frezza.

All’assemblea parteciperanno, tra gli altri, anche Nicolettà Verì, presidente della Commissione regionale Affari Sociali e politiche della salute, Nicola Mattoscio, presidente della Fondazione Pescarabruzzo e  Guido Cerolini Forlini, assessore alle Politiche sociali del Comune di Pescara. Durante il dibattito, che porterà all’elezione del Presidente e degli organi della federazione, interverranno anche i principali rappresentanti delle cooperative mediche, farmaceutiche e a specializzazione sanitaria abruzzesi.

La nuova federazione si propone di aprire spazi di dibattito tra le varie “anime” e categorie che oggi operano nel settore e contribuire alla costruzione di una rete di assistenza territoriale in ambito sanitario, cogliendo la sfida del nuovo modello policentrico di sanità e concorrendo in maniera attiva a sviluppare una nuova cultura nell’ambito dei servizi extraospedalieri.





Giulianova. Ecco il documento ufficiale contro l’accorpamento degli Istituti giuliesi




Giulianova. Il Cittadino Governante: OFFESE E BUGIE

Comunicato Stampa

OFFESE E BUGIE

Dopo l’incredibile comunicato diffuso dal sindaco su Borsacchio e Monetizzazione Confermiamo quanto già detto: il sindaco in carica vuole una Giulianova più brutta e più povera e continuando così la renderà anche meno prospera. L’ultimo consiglio comunale è stato una vera e propria cartina di tornasole nel far comprendere chi a Giulianova è dalla parte del rispetto dell’ambiente, del paesaggio, della vivibilità, della tutela del patrimonio pubblico, degli interessi generali (anche sotto il profilo finanziario) e di un’economia sostenibile (l’unica capace di durevolezza nel tempo). Come accade sin dal suo insediamento, Mastromauro  ha condotto la sua maggioranza, a stare dalla parte opposta a quelle che sono le classiche ricette del buongoverno, su posizioni, oltretutto, impensabili per lo schieramento progressista e impresentabili ad una città civile. Ci pare molto significativo, a tal proposito, il comunicato diramato, ieri, dal Centro di Educazione Ambientale “Peppino Torresi”, dal Comitato cittadino per la Riserva Naturale Regionale del Borsacchio e dal WWF. Quando si è in palese difficoltà si fa più bella figura ad ammettere che si è in errore o quantomeno scegliere la via del silenzio. Invece è poco commendevole che ci si rifugi nelle offese e nelle bugie: non è da figure istituzionali di livello. A meno che, addirittura, come nel caso della Monetizzazione, non si ignorino le norme del PRG di Giulianova e dell’urbanistica: il che, forse, è anche peggio. Lo capiremo in occasione della discussione in consiglio comunale della mozione  che il nostro gruppo consiliare ha presentato per eliminare completamente l’incivile e penalizzante norma della Monetizzazione.

Giulianova 26 settembre 2010

Il Cittadino Governante – associazione di cultura politica




Sant’Omero (TE). La CGIL di Teramo in difesa del presidio ospedaliero nella Vibrata

Teramo, 26 settembre 2010

Comunicato Stampa

In riferimento alle parole utilizzate dal senatore Paolo Tancredi che nella trasmissione Link di Teleponte sfidava ironicamente l’altro ospite senatore Tommaso Ginoble a farsi operare all’ospedale di Sant’Omero supponendone la scarsità e ritenendo, invece, come salvifico l’ingresso del privato, la FP CGIL di Teramo interviene per tutelare le professionalità mediche e paramediche del presidio vibratiano da essa rappresentate.

La provocazione del senatore ha, naturalmente, suscitato l’indignazione di coloro che in quel presidio ci lavorano.

Le difficoltà del presidio sono reali e sono state denunciate più volte anche da questa O.S., ma nessuno ha mai provveduto a metterci riparo se non peggiorando la situazione.

La verità, a parere della scrivente, è che quel presidio soffre per scelte clientelari e irresponsabili operate da una cattiva politica che nel giro di qualche anno e in maniera quasi scientifica lo ha impoverito e defraudato delle sue eccellenze. Le professionalità del presidio vibratiano non hanno colpe che sono invece imputabili ad altri.

A Sant’Omero come negli altri presidi teramani, il personale medico e paramedico lavora tutti i giorni dovendo sostenere il peso dei poderosi tagli alla sanità e con la gravissima carenza di personale con la consapevolezza di rischiare la loro professionalità perché non vengono messi in condizione di poter garantire adeguatamente l’assistenza ai pazienti.

Tagli poi che non sono serviti a nulla visto che il dato nazionale riferisce l’aumento della spesa pubblica. È evidente che non è nei costi del personale che si allocano gli sprechi e le inefficienze.

Se non si operano scelte che possano restituire alla politica una moralità ed una eticità a prova di tentazione, anche il progetto di privatizzare il presidio vibratiano non potrà che essere peggiorativo dell’attuale situazione, come dimostrano, tra l’altro, le esperienze di gestione pubblico-privato in questa regione.

La sanità teramana deve essere riorganizzata con serietà e con coraggio, ma questo non permette a nessuno di ledere e diffamare la professionalità di alcuno.

FP CGIL TERAMO