Daniela Savini
di Carina Spurio
Dopo le mostre personali degli ultimi anni a Firenze, Toscolano-Maderno (BS) , Verona, la Fiera di Reggio Emilia 26-29 novembre 2010- 1° e la fiera d’arte contemporanea a Mantova l’artista teramana Daniela Savini espone a Teramo presso il Caffé Novecento, P.zza Martiri della Libertà N°24, dal 28 dicembre 2010 al 20 febbraio 2011.
Nella sala presso il Caffè Novecento ha esposto nove quadri: due paesaggi, uno raffigura la montagna abruzzese, l’altro un paesaggio mantovano. Gli altri quadri sono tutti figurativi…
Le figure esposte sono uomini in particolare e due bambini, rappresentati con una forte vena ritrattistica, ma estraniati da colori vivaci e quasi non naturalistici come il viola, blu giallo e verde proprio perché non devono indurre l’osservatore a porsi la domanda -chi sono? Sono corpi, figure generiche come chiunque si possa incontrare per strada delle quali non si conosce il nome,
tante anime che si susseguono, incontrano scontrano e sovrappongono nel vortice del tempo e dello spazio.
Ma alla fin fine pur stando insieme nel loro “io” sono sole, ognuno di loro ha una propria vita un proprio destino singolo, unico forse, condiviso con un’anima gemella ma pur sempre solitario nella morte.
Partiamo dall’inizio…
Sin dall’infanzia come forse tanti altri bambini ho mostrato una notevole capacità per il disegno, la differenza -credo- stava nel fatto che il mio grande sogno era diventare un pittore famoso e riconosciuto.Sogno sempre rimasto anche con il passare degli anni. Dopo contrasti in casa sono riuscita a frequentare il Liceo artistico, e quì che è incominciato a delinearsi un filone proprio d’interesse. Cioè ho incominciato ad appassionarmi ai lineamenti del volto, desideravo diventare una ritrattista e alle normali lezioni di scuola, ho aggiunto lezioni private proprio riferiti all’espressione del viso.
Quando una linea si può definire ritratto?
Ritengo che si possa parlare di ritratto solo quando si riesce a carpire l’essenza della persona, l’espressione interiore, il tutto sta nel triangolo occhi naso bocca, il resto sembra non contare se si riesce a carpire la persona. Se non si riesce a far ciò si deve parlare di volti, in senso generico.
Ha frequentato Il Liceo Artistico Statale di Teramo e poi?
Dopo il Liceo, invece di continuare con l’accademia come era più ovvio vista la mia formazione, ho deciso iscrivermi all’università, sentivo che non ero completa e che solo tale struttura potesse rispondere alle mie esigenze, sbagliando.In questi anni ho solo disegnato volti, ritratti ecc. (esercizi divertenti), mi interessava e interessa tutt’ora lo sguardo, gli occhi, esasperare la mancata simmetria del volto per rilevare il lato psicologico della persona -il suo doppio.
Che rapporto ha ed ha avuto con la tecnica ad olio?
L’uso della tecnica ad olio risale al periodo liceale (poche tele) ma solo dal 2005, 2007 ho incominciato veramente ad usarla e cercare di acquisire una propria tecnica che maggiormente mi rappresentasse, infatti è solo nel 2007 finita l’università che si rileva in me una intenzionalità e desiderio di riprendere pienamente l’attività artistica come scopo di vita. I risultati iniziali sono vari, vari i temi -il modo di realizzazione – non c’è un filone tematico ma la necessità di riappropriarsi di una manualità in parte perduta con gli anni di inattività e di definire un proprio modo di fare.
Come si è trasformata la sua essenza di artista nel corso degli anni?
Gli anni passati mi hanno trasformato, segnato, ormai nulla è come il periodo liceale dove tutto mi era facile sopratutto nel disegno (velocità e tecnica); sorge in me la necessità di recuperare stendere un ponte ideale con quel periodo, rielaborare gli ultimi anni – i perchè che mi hanno spinto a lasciare la mia città e casa natale- ricongiungermi ad un passato allora presente rifiutato ed ora vitale per continuare e riprendere a dipingere. Direi un percorso di catarsi, di pacificazione interna per poter affrontare il presente-futuro in modo più equilibrato.
Nasce a Teramo e fino a 19 anni vive a Nerito di Crognaleto. Dopo il diploma di maturità artistica, conseguito presso il Liceo Artistico Statale di Teramo, si trasferisce a Parma per frequentare il Corso di Laurea in Conservazione dei Beni Culturali. Nelle sue Opere risulta evidente il paesaggio abruzzese, il suo paese natale immerso tra i colori caldi dell’autunno e il bagliore accecante della neve…
Ho deciso così attraverso la pittura di fare ciò, di ripercorrere il tempo passato, le origini, i posti e le persone determinanti di questi trent’anni di vita per poter avere lo slancio necessario per andare oltre, mettendo ordine, senza i rimorsi di decisioni passate incoscienti.Tutto ciò si riflette sul mio lavoro, oggi il mio operato si divide da un lato verso il paesaggio abruzzese -sopratutto-, la montagna metafora della vita, del viaggio che è da compiersi per raggiungere la propria meta, il sacrificio, ma che allo stesso tempo essa è sinonimo di forza tenacia energia ed è proprio per questo che sento il bisogno di rappresentarla come linfa vitale per portare avanti le altre opere figurative, dall’altro appunto, le figure le quali hanno lo stesso fine -il viaggio dell’uomo- uomo come essere esistente sia uomo donna e bambino, la sua solitudine davanti al mondo armato solo di se stesso e della determinazione alla vita; la ricerca di un equilibrio tra coscienza-consapevolezza della vita e mondo fisico recuperando e tenendo stretto la propria memoria, le radici e gli affetti.