Aurelio Rosi nasce ad Atri il 1 dicembre 1910. Verrà abbandonato dalla madre naturale lo stesso giorno. Il 5 novembre 1929 viene rimandato alla visita di leva perché debole di costituzione. Richiamato a visita il 24 ottobre 1931, verrà dichiarato idoneo con le seguenti caratteristiche: alto 1,64 e torace 0,84; capelli castani e forma liscia; viso ovale e naso greco; mento regolare e occhi castani; sopracciglia castani, colorito roseo e dentatura sana; di professione sarto; sa leggere e scrivere avendo frequentato la 4° elementare ed è iscritto alla leva del Comune di Giulianova. Chiamato alle armi il 18 marzo 1932, con il 9° reggimento artiglieria pesante, si congeda il 7 settembre 1933. Il 23 luglio 1935, già residente a Giulianova, convola a nozze con la giuliese Lucia Bontà (21enne, figlia di Pasquale e Elvira Palestini) nella Chiesa della S.S. Natività di Maria alla presenza del parroco Don Raffaele Baldassarri. Il 24 agosto 1939 viene richiamato alle armi per istruzione e il 21 novembre parte per la Libia dal porto di Napoli. Il 25 novembre entra a Bengasi con il 201° reggimento artiglieria e il 2 febbraio 1940, termina l’avventura in terra africana, rientra da Tripoli e sbarca a Napoli. Il 10 gennaio 1942 viene richiamato alle armi con il 201° reggimento artiglieria motorizzato celere da 75/34. Il 1 aprile parte per la Russia con il Corpo di spedizione italiano. Il 28 dicembre, mentre la sua unità (Sforzesca) ripiega con pesanti perdite, il povero Aurelio Rosi verrà dichiarato disperso dalle autorità militari all’età di 42 anni. La moglie Lucia perderà anche il fratello Renato Bontà . Solo il 24 febbraio 1954 fu redatto il certificato ufficiale di irreperibilità da parte del Ministero della Difesa e il 9 marzo 1956 la sentenza di scomparizione da parte del Tribunale di Teramo. Fu l’avvocato Attilio Re a rappresentare la moglie e la figlia.
