Cultura & Società, In rilievo, Ricordi di guerra

Palazzo Bomben – Treviso, Venerdì 16 dicembre 2022 , Seminario: “La Memoria che unisce. Educare alla pace”

Palazzo Bomben – Treviso
Venerdì 16 dicembre 2022

Seminario

“La Memoria che unisce.
Educare alla pace”

Un progetto di ANEI Treviso con il contributo della Ambasciata della RFG di Roma e dal
Ministero degli Affari Esteri della Germania, tramite il Fondo italo-tedesco per il Futuro.

PROGRAMMA

Ore 10.00-12.00
Saluti di
Viktor Elbling, Ambasciatore della RFG di Roma
Rappresentanti di Istituzioni e Associazioni
Interventi di:
Silvia Pascale, Presidente della Sezione ANEI di Treviso, Responsabile del progetto.
Orlando Materassi, Coordinatore del Comitato scientifico del progetto.
Alessandro Martini, Esperto di Memoria storica “Prendersi cura della memoria”
Patrizia Zanasi, Presidente della Sezione ANEI di Marzabotto, Il patto di amicizia tra Marzabotto e
Vegesack-Bremen-Nord
Giulio Salvati, Professore, Ricercatore della New York Universty “Citizen Science e banche
dati digitali in Germania”
Pausa pranzo
Ore 15.00 – 16.30
Sara De Vido, Professoressa Università Ca’ Foscari di Venezia “Diritto alla Memoria e
Educazione”
Francesca Piaser, Docente scuola primaria di Paese (TV), Dirigente ANEI di Treviso “Primi
passi nella Memoria”
Francesca De Rossi, Laureanda,  “Il progetto: Onboarding Memories”
Doriana Renno, Dirigente I.C.4 Stefanini di Treviso
Porteranno il loro contributo Stefan Marcinkiewic, Professore universitario di Olsztyn.
Marco Eggert, Consolato Onorario d’Italia di Brema. Haral Grote, Dirigente di Baracke
Wilhelmine di Schwanewede. Karl Haerter, Presidente Vorsitzender Heppenheimer
Geschichtsverein e. V. di Heppenheim
Coordina Gabriella Persiani, giornalista, dirigente ANEI Teramo

 

 

“La Memoria che unisce” è un progetto di educazione alla cittadinanza europea pensato per
accompagnare le giovani generazioni alla scoperta e alla comprensione della complessità del
mondo che ci circonda a partire dal passato e dalle sue narrazioni, affinché possano acquisire lo
spirito critico necessario a un protagonismo come cittadini nel presente nell’ottica di uno spirito di
riconciliazione e di pace.
Il percorso di studio è imperniato sulla storia di guerra e internamento di Elio Materassi
attraverso la lettura e l’approfondimento del diario e dei documenti, altresì attraverso la ricerca e la
disamina del lavoro coatto presso gli Arbeitskommando di Sandbostel, nello specifico il Bunker
Valentin attraverso la documentazione Baracke Wilhelmine. Dalla storia individuale si passa poi
all’inserimento nella macro-storia collettiva degli IMI, con un’attenzione importante ai luoghi del
lavoro coatto in vista del viaggio a Brema.
L’altro focus di ricerca è il lavoro coatto nella regione XII dove è stato internato Anadage
Zerbini, morto nel Lazzaretto di Heppenheim. Attraverso il Diario di Mamma Teresa
(pubblicazione patrocinata dall’Ambasciata) si ricostruisce la deportazione e morte di questo IMI
approfondendo la storia della cittadina di Heppenheim, sede non solo di un Lazzaretto utilizzato
per l’operazione T4, ma anche di un campo di lavoro forzato. Inoltre, la presenza della VVN-BdA
nel progetto ci permette di lavorare sul tema della Riconciliazione attraverso il vissuto di Teresa
che è stata aiutata a riportare i resti in Italia del figlio con l’aiuto di Lore Wolf, la fondatrice
dell’Associazione stessa.
Le ricerche in questa cittadina e gli incontri istituzionali sono stati momento di grande
riflessione sui temi del Ricordo, della Memoria e della Riconciliazione.
Guardare alla storia della Seconda Guerra Mondiale, della Deportazione e dell’Internamento
Militare Italiano nello specifico, in chiave europea significa costruire la consapevolezza che i
processi che ne sono alla base sono parte di un passato comune, così come lo sono le conseguenze
sociali, politiche e culturali che quella storia ha prodotto. La costruzione di una società civile non
può che fondarsi su questi presupposti, e i percorsi di formazione della memoria contribuiscono a
educare una generazione di giovani europei che siano in grado di afferrare il senso profondo e
complesso delle sfide del presente. L’obiettivo generale di “La Memoria che unisce” è di educare a
una partecipazione che sia libera, critica e consapevole, proponendo un percorso strutturato in
grado di alimentare una relazione continua tra storia, memoria e cittadinanza.

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