Teramo. Editoria: presentazione del libro “ABRUZZO IN CAMICIA NERA. Fascisti di provincia alla prova del Regime (1919-1929)” di LUIGI PONZIANI (Teramo Ricerche&Redazioni 2022).

Teramo, venerdì 28 ottobre, una data da ricordare, un appuntamento importante da segnarsi…

Si terrà a Teramo, venerdì 28 ottobre alle ore 18, presso la Sala Ipogea in Piazza Garibaldi, la prima presentazione del libro “ABRUZZO IN CAMICIA NERA. Fascisti di provincia alla prova del Regime (1919-1929)” di LUIGI PONZIANI (Teramo Ricerche&Redazioni 2022).

L’evento, col patrocinio della Città di Teramo, sarà introdotto e moderato dal giornalista Simone Gambacorta: dialogherà con l’autore, il prof. Piero Di Girolamo dell’Università di Teramo.

A cento anni dalla “marcia su Roma” e dal primo governo Mussolini viene proposto questo nuovo saggio di Luigi Ponziani che, circoscritto al fascismo abruzzese, arricchisce la nostra conoscenza intorno a un periodo storico ancora al centro del dibattito storiografico nazionale (ma anche di quello politico che le recenti elezioni hanno rinfocolato).

L’orizzonte regionale al cui interno si colloca la ricerca e l’ambito cronologico prescelto si prestano a una lettura capace di cogliere sia gli elementi di originalità del fenomeno fascista, sia le modalità attraverso cui si è radicato in periferia contribuendo a meglio definire, nelle sue effettive dimensioni e nei suoi caratteri, un regime che si dichiarò “totalitario”. Lo sguardo “locale”, tuttavia, ci restituisce una immagine del fascismo abruzzese che, ben oltre gli orpelli di pura facciata che accompagnano la costruzione del regime, “paga” un pegno nient’affatto secondario alle vecchie classi dirigenti che si acconciarono con impressionante tempismo ai nuovi dettami che nazionalmente si affermavano, senza peraltro batter ciglio rispetto alla violenza senza precedenti che anche localmente si abbatteva sulle ancor gracili organizzazioni politiche e sindacali che il movimento operaio e contadino si era dato e si procedeva allo smantellamento di quel sistema di libertà che faticosamente si era affermato a partire dall’Unità.

Il quadro che ne sortisce è quello di una “nuova” classe dirigente fascista – ma sarebbe meglio dire fascistizzata – che in Abruzzo sembra ancora per lungo tempo conservare quei caratteri incapaci di debordare da comportamenti, mentalità, concreto agire che avevano contraddistinto la vecchia classe dirigente regionale che in buona sostanza conserva, o addirittura recupera, quel ruolo primaziale profittando di un regime incapace di sovvertire consolidate gerarchie sociali, assetti economici, reti di potere preesistenti. Una modernizzazione di facciata in cui a far da padrone furono sì la camicia nera e l’orbace, senza però che questo significasse una trasformazione sostanziale di un mondo che solo la guerra e i profondi rivolgimenti del secondo dopoguerra modificheranno.

Si bissa a Pescara il 4 novembre, e poi Giulianova, Atessa, L’Aquila, Roseto, Lanciano, ecc….