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ANA: DISTRUTTO A ROSSOSCH IL CIPPO CHE RICORDA I CADUTI DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE. A GIULIANOVA FU RICORDATO IL TEN. ALPINO FRANCESCO CARUSO DISPERSO IN QUELLA ZONA DI GUERRA.

La follia della guerra che sta attraversando i nostri giorni non risparmia neppure i simboli della pace. A Rossosch, la città russa che fu sede del Comando del Corpo d’armata alpino nel 1942, è stato infatti distrutto e sfregiato col simbolo della Z bianca il cippo che ricorda tutti i Caduti nella Seconda Guerra Mondiale. Il cippo era stato collocato dall’Associazione Nazionale Alpini davanti all’Asilo “Sorriso”, una bellissima struttura per l’infanzia che ospita 180 bambini, costruita nel 1993 dai volontari alpini e donata alla città in segno di riconciliazione e fratellanza.
Sul piccolo monumento si trovavano, stilizzati e sovrapposti, un cappello alpino e la stella simbolo dell’Armata russa, mentre la targa sotto di essi ricordava “Da un tragico passato un presente di amicizia per un futuro di fraterna collaborazione”. Un messaggio chiaro e sinora apprezzato dalla popolazione, lieta di far frequentare ai suoi bambini “l’asilo degli italiani” e che ha sempre accolto a braccia aperte le penne nere dell’Ana.
Posizioni nazionalistiche estremiste, ferocemente critiche contro i simboli di pace lasciati dagli alpini si sono manifestate in tutta la loro virulenza in coincidenza con l’inizio della guerra in Ucraina, tanto che nei giorni scorsi anche il Ponte dell’Amicizia costruito sempre dagli alpini a Nikolajewka sul fiume Valuji è stato deturpato con la Z bianca mentre le sagome dei cappelli alpini sono state ricoperte con una lamiera.
“Amarezza e sconforto sono i primi sentimenti che provo davanti alle immagini che ci arrivano da Rossosch – ha commentato Sebastiano Favero, Presidente dell’Associazione Nazionale Alpini – perché penso allo slancio, alla caparbietà e alla generosità con cui i nostri Reduci di Russia avevano voluto realizzare simboli permanenti di pace e fratellanza in quelle terre che erano state funestate dalla guerra. L’Ana – ha aggiunto Favero – è portatrice di messaggi di conciliazione, solidarietà e convivenza civile, che manifesta sempre attraverso interventi concreti, fedele al suo credo di onorare i morti aiutando i vivi. Un’operazione di memoria storica che è fatta soprattutto di uomini, portata avanti pensando sempre alle generazioni future, che non dovrebbero più subire gli errori del passato. Purtroppo la storia fatica ad essere maestra e questo è davvero triste”.

Nell’agosto del 2021, a Giulianova, alla presenza dell’Assessore al turismo e manifestazioni della Città di Giulianova, Marco Di Carlo; dell’Assessore all’urbanistica e bilancio della città di Teramo, Stefania Di Padova; del Comando regionale Esercito Abruzzo e Molise, rappresentato dal Ten. Col. Massimo Ardito e del nipote del caduto, Francesco Caruso jr, era stata scoperta la targa alla memoria del Ten. Alpino, Francesco Caruso, disperso in Russia nel gennaio 1943 nel tentativo di fermare l’avanzata dei carri armati russi proprio a Rossosch. L’Assessore Di Padova e il consigliere comunale di Teramo, Flavio Bartolini, valutarono positivamente la proposta di intitolare una strada o un parco per ricordare la Medaglia di Bronzo e la Croce di Guerra al Valor Militare dell’alpino Caruso. La serata iniziò con il ricordo, da parte dell’organizzatore Walter De Berardinis, della socia degli Artiglieri di Teramo-Giulianova, Francesca Andreani, scomparsa nel 2021 e del Maresciallo degli Alpini, Sergio Paolo Sciullo della Rocca, morto nel 2020 a Lana di Bolzano. Anche l’Associazione Nazionale Alpini di Teramo, rappresentata dal suo consigliere nazionale, Tonino Di Carlo, presenziò alla serata donando ai relatori la copia del libro dedicato al 90° anniversario della fondazione del gruppo di Teramo. Non mancarono momenti di commozione quando prese la parola l’Ing. Francesco Caruso ricordando lo zio ucciso in combattimento dai russi a Rossosch. Chiusero la serata, riscuotendo apprezzamento dai presenti e famigliari dei caduti, il Ten. Col. Pietro Piccirilli, storico militare e la prof.ssa Maria Teresa Giusti, docente di storia sociale e storia contemporanea nell’Università “Gabriele D’Annunzio” di Chieti-Pescara ed autrice di numerosi saggi sui prigionieri italiani in Russia e nei Balcani. Durante la manifestazione furono ricordati i caduti giuliesi in Russia (nativi e residenti a Giulianova all’epoca dei fatti): Capone Francesco, Capriotti Mario, De Ascaniis Alfonso, De Flaviis Romolo, De Martiis Giuliano, Dell’Ovo Pietro, Valentini Domenico, Di Bonaventura Ottavio, Di Ferdinando Ferruccio, Felicioni Guerino, Lattanzi Giuseppe, Marchetti Dino, Mervisan Antonio, Nobili Cesare, Pietrangeli Pasquale, Piovani Giovanni, Rosi Aurelio e Ruggeri Giuseppe.

Il Tenente degli Alpini, Francesco Caruso del Battaglione alpini sciatori “Monte Cervino” – Div. Julia (Teramo, 23 luglio 1918 / Rossosc (Russia), 16 gennaio 1943, disperso) fu insignito della Medaglia di Bronzo al Valor Militare il 18 maggio 1942 a Klinowyj in Russia e la Croce di Guerra al Valor Militare il 22 dicembre 1942 a Iwanowka – quota 204,8 in Russia.  Francesco Caruso era nato a Teramo il 23 luglio 1918 da Costantino e Galvina Galvani, dopo le scuole ordinarie nella città natale, si trasferisce a Roma per iscriversi all’Università di Roma – facoltà di Economia e Commercio. Nel giugno del 1940, allo scoppio della guerra, si arruola volontario come ufficiale di complemento di fanteria assegnato al 9° Rgt. Alpini. Nel gennaio del 1942, essendo un buon sciatore (frequentava da ragazzo Prati di Tivo), viene arruolato nel Battaglione sciatori “Monte Cervino”, unità d’élite. Il 14 aprile 1942 parte con il CSIR – Corpo Spedizione Italiano in Russia come osservatore avanzato e distruttore anticarro. Il 16 gennaio 1943, a Rossoš o Rossosc, durante l’avanzata dei carri armati russi, verrà travolto nel tentativo arrestare l’avanzata, successivamente verrà dichiarato disperso.

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