Cultura & Società, Libri in vetrina

Costa Edizioni vince con due titoli. Per la narrativa Autori non Abruzzesi con Le Storie Svelate di Roberta Mezzabarba e con la poesia, Autori Abruzzesi con Nella festa della vita di Benito Sablone e Giancarlo Costanzo, un’opera nell’opera tra arte e poesia.

Costa Edizioni vince la IX Edizione del Premio dell’Editoria abruzzese con due titoli. Per la narrativa sezione Autori non Abruzzesi,trionfa con Le Storie Svelate una raccolta di racconti storicidell’autrice Roberta Mezzabarba. Per la poesia, sezione Autori Abruzzesi, in ex aequo con il libro Nella festa della vita di Benito Sablone e Giancarlo Costanzo, un’opera nell’opera tra arte e poesia.

Le motivazioni della giuria. Per Le Storie Svelate: “Leggere queste storie fa sentire vivi, sembra di aprire porte sconosciute pur nella loro schiettezza e semplicità che non è semplicismo, ma ponderatezza e non retorica.

Si scoprono luoghi ed avvenimenti immaginari che ognuno ritrova.  Nella molteplicità ed eterogeneità delle storie narrate si ritrova un filo conduttore, un univoco e condivisile riferimento ai valori universali dell’amore e della vita stessa.”

Per Nella festa della vita i giurati hanno scritto: “Compongono a due mani un’opera unitaria, sintetica, dove poesia e figurazione procedono non tanto parallelamente quanto in maniera osmotica, scambiando reciprocamente suggestioni e tensioni. Il verso asciutto e disilluso di Sablone, ma tradito da echi e sapori della lirica greca, trova un preciso riscontro nelle figure stilizzate di Costanzo, a sua volta quasi attingendo all’immaginario di un taccuino medievale i disegni.

Drammatica e spesso tragica, coesiste una voglia feroce di non morire. Malattia e rimedio, facce di una stessa moneta, una sorta di principio di vasi comunicanti che stanno “in bolla” nel bordo della moneta. Le opere di Giancarlo Costanzo rendono con matita, penna, pennarelli su carta, in un formato di piccole dimensioni, che sanno rendere grande il tessuto del messaggio poetico, immagini e parole in trama ed ordito che si intrecciano in una sorta di calligramma mentale.

Approcci ondivaghi tra affabulazione antiche e rigori contemporanei, in una proposta innovativa e stimolante di un fare, quel “poiéin” come ancora ci ricorda la poesia.”

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