Giulianova. Sabato 12 giugno, sulla terrazza del Kursaal, il ricordo di due giuliesi uccisi dall’esercito tedesco durante l’occupazione della città

Presentazione del volume “Mario Capuani. Frammenti di vita” di Grazia Romani Esattamente 77anni fa, il 12 giugno 1944, moriva Flaviano Poltrone, ucciso da un soldato della Wermacht in ritirata verso Ancona. Su iniziativa dell’Istituto Nazionale per la Guardia d’Onore alle Reali Tombe del Pantheon, Delegazione di Teramo, con la collaborazione istituzionale del Comune di Giulianova e dell’Associazione Nazionale Carabinieri di Giulianova, sabato 12 giugno, alle ore 17.30 presso la Terrazza del Kursaal a Giulianova Lido, si terrà la presentazione del libro di Grazia Romani, “Mario Capuani – frammenti di vita” edito da Ricerche & Redazioni. Ad introdurre e moderare l’incontro il giornalista Walter De Berardinis, rappresentante dell’I.N.G.O.R.T.P., con i saluti istituzionali di Jwan Costantini, sindaco di Giulianova; Federico Agostinelli, sindaco di Campli e Franco Gizzi, presidente A.N.C. – Associazione Nazionale Carabinieri di Giulianova. A seguire gli interventi di Antonio Franchi, presidente provinciale A.N.P.I., Luigi Ponziani, storico e dell’autrice del volume, Grazia Romani. Partendo dallo studio delle carte di famiglia, Grazia Romani racconta nel suo libro la vicenda di Mario Capuani, eroe antifascista e capo della Resistenza teramana perito sulle montagne del Teramano nel settembre del 1943. “Il proposito di raccontare la vicenda di Mario nasce dal fatto che si collega e intreccia con alcuni eventi bellici del settembre 1943 come percepiti e vissuti dalla comunità teramana, che portarono alla battaglia di Bosco Martese e a quanto da essa scaturì. L’importanza di quell’atto di ribellione, uno dei primi delle lotte partigiane, sarà ribadito molti anni dopo, il 23 giugno del 2005, dal conferimento all’Amministrazione Provinciale di Teramo della Medaglia d’Oro al Merito Civile da parte dell’allora Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, per i fatti culminati nella prima battaglia campale della Resistenza”. (Dalla Premessa dell’Autrice) All’inizio della giornata letteraria, il sindaco e il più in alto in grado militare presente all’evento, scopriranno la targa alla memoria dei caduti: Flaviano Poltrone e Vincenzo Alleva. Successivamente, la targa, sarà sistemata in via definitiva all’ingresso del cimitero monumentale dove già persistono altre targhe alla memoria frutto del lavoro di ricerca dello storico Walter De Berardinis. “Prendendo spunto dalle recenti ricerche, l’amministrazione sta valutando di promuovere 19 pietre d’inciampo in memoria dei giuliesi caduti per mano tedesca o deportati nei lager tedeschi – dichiara il sindaco Costantini – e ringraziamo il ricercatore De Berardinis per averci fornito degli spunti anche in merito al conferimento di una medaglia alle vittime civili di guerra. La città di Giulianova terrà in seria considerazione queste proposte per tenere vivo alto il ricordo dei nostri concittadini. Vorrei iniziare subito ricordando che, lo scorso 31 maggio, al punto 6 dell’ordine del giorno del consiglio comunale, l’intera assise civica, ripeto, l’intero consiglio comunale, ha votato a unanimità il conferimento della cittadinanza onoraria al Milite Ignoto. Già nella funesta Prima Guerra Mondiale Giulianova diede il suo contributo di sangue con circa 150 caduti tra nativi, residenti e malati ricoverati presso il locale ospedale di riserva. Proprio in questi giorni ho tagliato il traguardo dei due anni di mandato elettorato alla guida di questa città e, consapevole del ruolo istituzionale che mi compete, non posso e non possiamo dimenticare chi ha sacrificato la propria vita per la Patria prima e la Libertà dopo”. Di seguito due brevi profili storici per ricordare i giuliesi Flaviano Poltrone e Vincenzo Alleva. Flaviano

Flaviano Poltrone

Poltrone Nasce a Giulianova il 4 luglio 1887, nella casa posta in Via per Mosciano al civico 29, da Domenico (proprietario agricolo) e Teresa Castorani. Il 20 aprile 1907 viene giudicato idoneo al servizio di leva nel distretto militare di Teramo e il 19 ottobre viene chiamato alle armi nel 56° Reggimento Fanteria – Brigata “Marche”. Il 9 settembre 1909 viene congedato nel deposito di Teramo del Reggimento Fanteria Genova e il 30 ottobre ottiene il visto per l’espatrio in America. Il 12 novembre parte da Napoli con la nave Konig Albert ed arriva a New York il 25 novembre. Il 14 agosto 1911 viene dispensato dall’istruzione militare perché all’estero con regolare nulla osta. Il 31 luglio 1915, all’indomani dello scoppio della Prima Guerra Mondiale, non si presenterà al distretto militare di Teramo e il 6 settembre viene dichiarato disertore. Finita l’avventura americana, torna in Italia e si sposa il 21 aprile 1924 a Castellalto (TE) con Angeladea Fidanza (6 giugno 1891/23 dicembre 1975). La coppia andrà a vivere sulla strada Nazionale per Teramo al civico 73 (oggi Via Mulino da Capo). Il 12 giugno 1944, alle ore 20,00, durante la ritirata delle forze tedesche sulla dorsale adriatica, un soldato tedesco, nel tentativo di requisire il suo cavallo, estrasse la sua pistola uccidendolo (altre fonti parlano di alcuni fendenti per finirlo) per essersi rifiutato di consegnare o negare di avere un cavallo. Moriva così Flaviano all’età di 57 anni. Si deve al lavoro degli storici locali, tra cui il ricercatore storico Walter De Berardinis il ricordo della sua vita e della tragedia che lo colpì. Vincenzo Alleva Sempre grazie alla ricerca storica di De Berardinis possiamo ricostruire la vita di Vincenzo Bruno Mario Alleva, figlio di Paolo e Vittoria Iaconi, nato a Nocella di Campli (TE) il 27 novembre 1914. Si trasferisce a Giulianova il 10 maggio 1923 e si stabilisce con la famiglia prima in Via Quarnaro e successivamente in Viale Vittorio Emanuele III (oggi Via Turati – SS16). Dal 1 aprile 1935 al 31 agosto 1936 farà il servizio di leva nel 9° Reggimento Bersaglieri a Zara. Il 13 maggio 1939 emigra a Roma con la moglie, Igina Buccella, di Cugnoli di Campli, sposata a Giulianova il 4 settembre 1935 nella Chiesa della Natività di Maria Vergine da Don Raffaele Baldassarri. Vincenzo, a Roma, è impiegato come operaio per il Genio militare Marittimo e ritarda la chiamata alle armi. Il 28 agosto 1941 viene richiamato in guerra come pilota di carrarmati con il grado di Sergente. Dopo i noti fatti dell’8 settembre 1943, Vicenzo rientra a Giulianova con tutta la famiglia il 28 settembre.

Vincenzo Alleva

Sfollato in località Convento di Mosciano Sant’Angelo, la mattina del 10 gennaio 1944, con un carretto, si recherà a Giulianova lido nel tentativo di recuperare alcuni suppellettili. Nel risalire Via XXIV maggio, nei pressi di una curva a gomito dove persiste la ex fabbrica di liquori e confetti “Orsini”, Alleva taglierà o raccoglierà un filo del telefono per legare le masserizie. Un soldato della Wehrmacht, appostato sul belvedere della città, lo segnalerà agli altri commilitoni per poi farlo arrestare. Portato dentro il comando tedesco di Villa Migliori, nella parte alta della città, verrà interrogato e subito condannato alla fucilazione, nonostante le suppliche del prigioniero. Alle 16,30 verrà fucilato e sotterrato nei pressi della stessa villa. Aveva 29 anni. Sarà il Commissario straordinario, Col. Giovanni Piccinini, implorato dai familiari, a trattare con i tedeschi per il recupero del corpo che avvenne probabilmente il 12 gennaio, quando alle or 11,00 si presenterà in Comune per dichiarare la morte di Alleva l’imprenditore giuliese, Luigi Iaconi, alla presenza di due testimoni. I funerali, sempre da documenti vergati dall’arciprete Tito Nespeca del Duomo di San Flaviano, furono fatti il 14 gennaio. Alla fine della guerra, il 18 luglio 1945, alla memoria gli fu concessa la Medaglia di Bronzo al Valor Militare.