Storie giuliesi

Giulianova. Che cos’è una “scoperta archivistica”?

di Ottavio Di Stanislao *
La tavola che riporto, trovata più di 15 anni fa (Fondo Intendenza borbonica dell’Archivio di Stato di Teramo), richiamò subito la mia attenzione. Si tratta della pianta che rappresenta il perimetro delle antiche mura di Giulianova ed è una testimonianza unica. Tale documento consente di sciogliere i dubbi sulla conformazione delle mura di cinta di Giulianova, sui bastioni e sulle porte perché proprio la mancanza di documentazione grafica ed iconografica ha determinato imprecisioni e confusioni in vari autori, che hanno prodotto ricostruzioni ampiamente congetturali, come rilevò M. Bevilacqua nel pregevolissimo “Giulianova. La costruzione di una città ideale del rinascimento”, Napoli 2002.

La tavola è inserita in un progetto redatto da due tecnici giuliesi dell’Ottocento, gli ingegneri Gaetano De Bartolomei e Gaetano De Maulo (che erano anche cognati), contenuto in un fascicolo dal titolo “Accomodo del pomerio esterno del Comune di Giulianova”. Siamo nel 1853, il Decurionato, come opera pubblica al fine principale di impiegare i disoccupati nella stagione invernale, decise di iniziare il riempimento del fossato, “il pomerio esterno” esterno alle mura. L’opera avrebbe consentito l’impiego di molte braccia prive di specializzazione in quanto lavoro consistente nel movimento di terra: “uomini con zappe e pale, donne con panieri”. Si realizzava però un’opera utile dal punto di vista igienico perché nel fossato ” una mala intesa abitudine suole ammonticchiare letami in danno della pubblica salute”. Ma era presente anche un’esigenza di pubblico decoro:”regolarizzare le così dette terraje e convertire così tali siti insalubri in piazze e comode passeggiate”.

Da questa “scoperta” prese le mosse un’indagine archivistica sistematica sulla città acquaviviana di cui diedi conto prima con un saggio pubblicato nel vol. 7 dei “Documenti dell’Abruzzo teramano”, Tercas 2007, poi nella monografia “Giulianova. Le modifiche ottocentesche alla città acquaviviana”, edita nel 2012 dalla Banca di Teramo grazie a quel grande mecenate che è stato Tonino Tancredi.
*direttore dell’Archivio di Stato di Teramo
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