Cultura & Società, In rilievo

MONTORIO AL VOMANO PIANGE LA SCOMPARSA DI MANLIO PATRIARCA

UOMO DI CULTURA, HA DEDICATO QUASI TUTTA LA SUA ESISTENZA ALLO STUDIO DEL DIALETTO LOCALE

 

Si è spento ieri a causa del Covid, all’Ospedale “Mazzini” di Teramo, Manlio Patriarca, uomo di cultura, con diverse passioni artistiche, che ha dedicato quasi l’intera sua esistenza allo studio sistematico del dialetto locale.

Nato a Montorio al Vomano il 15 giugno 1933 da Rocco, insegnante scolastico, e Anna D’Antonio; sposato con la signora Maria De Dominicis e padre di due figli: Rocco e Tullio, nella vita lavorativa è stato direttore di una filiale delle Poste Italiane.

In un lontanissimo Natale della sua fanciullezza, casualmente, forse rovistando tra i libri del papà, si ritrova tra le mani La grammatica ed il lessico del dialetto teramano (E. Loescher, 1881) di Giuseppe Savini e ne rimane attratto. A colpirlo è anche la differenza tra il dialetto teramano e quello parlato nella sua cittadina: quello montoriese è, in effetti, un idioma più unico che raro, già spostandosi nelle frazioni del Comune – a una manciata di chilometri – si notano diversità con quello parlato a Montorio centro. Patriarca decide, allora, di studiare per conto suo tutto quello che riguarda la “parlata” del suo luogo natio: salvaguardando, così, questo immenso patrimonio immateriale che, giorno dopo giorno, va scomparendo inesorabilmente. La prima pubblicazione del nostro linguista autodidatta è stata Llu bbèlle Mendurje nustre, si legga, per i non montoriesi, “La bella Montorio nostra” (Eco Editrice, 1989, con prefazione di Rocco Paolini), 16 poesie in vernacolo ed una in lingua e, in appendice, due brani originali di musiche folkloristiche composte dallo stesso autore. Dopo è stata la volta di Biografia di una lingua. La parlata di Montorio al Vomano, studi e riflessioni sull’origine dei dialetti abruzzesi (Edigrafital, 1999, con prefazione di Renzo Panzone). Infine ha dato alle stampe il Dizionario del Montoriese. Lessico e Morfologia (EditPress Edizioni, 2011), un tomo di 1040 pagine, composto da 20.280 lemmi, 314 voci tecniche e 1.671 idiomatismi, completando degnamente la trilogia del ciclo relativo alla “parlata montoriese”. Sappiamo per certo, però, che stava approntando anche qualcos’altro.

Nel cd rom plus Sulle tracce del Monte d’Oro (opera multimediale edita nel 1998 dal Comune di Montorio al Vomano, curata da Cinzia Valleriani e dall’indimenticabile Fabrizio Lanti, con la collaborazione di Catia Di Luigi), Patriarca ha redatto la sezione relativa ai soprannomi e ai modi di dire in dialetto, dove è possibile ascoltare anche l’esatta pronuncia dalla sua stessa voce.

Manlio Patriarca si è occupato, quando ha potuto, anche di pittura e di musica. Le sue tele hanno riscontrato un meritato plauso. In campo musicale, invece, è stato direttore, per diverso tempo, della Corale Beretra di Montorio al Vomano (nata dalle ceneri dal quasi centenario coro parrocchiale della chiesa di S. Rocco) per la quale ha elaborato, all’epoca, le musiche con trasposizioni e arrangiamenti personali, portandola in diverse tournée anche fuori dai confini abruzzesi e nazionali. In rete, difatti, sull’Archivio Fotografico Montoriese (la bella pagina Facebook curata da Sandro Di Donatantonio), c’è una foto, scattata a Roma, che ritrae alcuni componenti della corale insieme con Luciano Pavarotti; in un’altra fotografia, invece, il complesso di voci è a Berlino, in un tour che fece tappa anche a Linz, in Austria. Ci mancherà il suo mondo… la sua montoriesità, la sua poesia. Tantissimo! I funerali si terranno oggi alle 15 presso la chiesa di San Rocco.

 

Pubblicato già su La Città, quotidiano di Teramo, del 30 gennaio 2021

 

pietro.serrani@tin.it

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