Gran Sasso Teramano. “La nostra montagna torna ad essere un prodotto appetibile, arrivata una manifestazione di interesse da un gruppo del settore” dichiara Di Bonaventura. 

I tecnici regionali rigettano il ricorso di Pasquale Iannetti.

Montagna - foto Walter De Berardinis
Montagna – foto Walter De Berardinis – Foto ARCHIVIO

Teramo 19 settembre 2020. Gli uffici tecnici regionali investiti (direzione Infrastrutture e trasporti) dai molti quesiti posti da Pasquale Iannetti circa le irregolarità di gestione degli impianti di risalita di Prati di Tivo gestiti dalla ditta Finori, dopo accurate indagini e sopralluoghi, non hanno “rilevato i presupposti per procedere alla sospensione dell’autorizzazione al pubblico esercizio”.

 

La notizia, comunicata a tutti i soci della Gran Sasso teramano e quindi anche alla Provincia è stata accolta con sollievo dal Presidente il quale, tiene a sottolineare, che: “nonostante le numerose difficoltà che si frappongono, in alcuni casi in maniera davvero incomprensibile, alla risoluzione dei problemi della montagna teramana io sono ottimista. Credo che i tasselli si stanno ricomponendo, la nostra montagna è tornata ad essere un prodotto molto appetibile con migliaia di visitatori e di questo dobbiamo ringraziare gli operatori e lo stesso gestore per la qualità del servizio offerto”.

 

Sulla società in liquidazione pesano i decreti ingiuntivi di Asbduc e Comune di Fano Adriano per i canoni sui terreni non versati ma nelle ultime ore è arrivata anche una manifestazione di interesse sugli impianti, manifestazione rappresentata a bando chiuso e deserto da parte di uno studio di avvocati che agisce per conto di un gruppo imprenditoriale del settore.

 

Sono circostanze che dimostrano che questo anno e mezzo di lavoro, insieme alla Regione e al liquidatore della società, non è passato invano. Sono segnali che ci fanno pensare che è il momento di essere ottimisti e che i privati torneranno ad investire sulla nostra montagna. Dal canto nostro stiamo procedendo spediti nello studio di fattibilità per la strada di collegamento veloce fra l’autostrada e quel comparto di montagna. Senza un serio investimento infrastrutturale, che non taglia fuori i paesi ma li ricollega, ogni sforzo rischi di essere vanificato” chiosa Diego Di Bonaventura.