Progetto Abruzzese per il National Geographic. Le moderne tecnologie a salvaguardia delle specie a rischio estinzione

Il falconiere Giovanni Granati

Presentato oggi un progetto di collaborazione con il National Geographic da
parte del responsabile animali selvatici dell’Associazione
ambientalista “L’altra Italia Ambiente” nonché falconiere
Giovanni Granati, già impegnato in altri progetti internazionali in ambito
della salvaguardia dei rapaci.
Dopo aver partecipato a Febbraio al Symposium della NWRA (National Wildlife
Rehabilitation Association) in Texas ed aver ricevuto l’Award Living
with the Wildlife (vivere con gli animali selvatici) per il film Overland
Movie (di cui è protagonista) a Marzo in Montana all’ International
Wildlife Film Festival, Granati ha impegnato il periodo del lockdown per
sviluppare, in collaborazione con esperti nel settore
dell’elettronica, un sistema innovativo per poter gestire gli animali
selvatici in riabilitazione in totale libertà.
In pratica, spiega Granati, partendo dai rapaci detenuti regolarmente in
cattività e quindi nati in allevamento, ho potuto sviluppare l’idea di
questo monoala che prende il nome dal primo aereo da ricognizione
costruito ed impiegato durante la battaglia di Fleurus del 1794,
l’Entreprenant.
I rapaci vedono in questo piccolo mezzo una potenziale preda e quindi la
inseguono cercando di raggiungerla. La particolarità di questo strumento è
che può agire fino a 15 km di diametro sincronizzandosi con i micro GPS
che vengono portati dai rapaci volati liberi.
Per la realizzazione di questo progetto, Granati è in collaborazione con
l’azienda italiana BSPlanet- Bitrabi leader per il settore dei GPS che
per l’occasione sta sviluppando un innovativo GPS con durata della
batteria illimitata. Il gps consentirà di monitorare i parametri dei
rapaci tenuti in libertà e non più all’interno di strutture per la
riabilitazione, in particolare la loro posizione.
Grazie alla rilevazione della posizione del rapace, l’Entreprenant in
automatico raggiungerà il punto in cui si trova il soggetto compiendo dei
voli circolari intorno a lui per attirare la sua attenzione. Una volta che
il rapace sarà partito e si sarà messo all’inseguimento dell’
aeromodello, l’Entreprenant tornerà nella posizione di partenza
potendo scegliere tra vari scenari di inseguimento in base al grado di
allenamento del rapace trattato.
Il fine, spiega Granati, è sempre stato quello di riuscire a rivoluzionare
il concetto di recupero della fauna selvatica che attualmente obbliga a
detenere i rapaci selvatici feriti e in fase di riabilitazione,
all’interno di strutture o box contenitivi. Capite bene che, essendo
predatori e quindi con una muscolatura specializzata all’inseguimento
(falchi, astori, ecc), il contenimento obbligato fa si che la loro
muscolatura si atrofizzi e quindi una volta reintrodotti portati a morte
certa. Si stima che attualmente almeno il 50 % dei rapaci che vengono
reintrodotti muore entro i primi 10 giorni.
Per il progetto sono seguito da alcuni professionisti del settore che mi
hanno assistito già in altri frangenti, la Professoressa Pia Lucidi che si
occuperà della parte etologica e comportamentale dei rapaci, il Dottore
Veterinario Gianmaria Antonazzo e la dott.ssa Francesca Cichella per lo
sviluppo del progetto e le attività di comunicazione e marketing.
Per il progetto, conclude Granati, verranno utilizzati 3 falchi lanari,
regolarmente detenuti e nati nel mio allevamento. Un evento raro
concretizzato in pieno lockdown per la prima volta in Abruzzo