Teramo. COVID-19 FASE 2: SENZA PIANIFICAZIONE RIPRESA DIFFICILE

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Sulla fase 2 dell’emergenza interviene l’Ordine degli Architetti,
Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della provincia di Teramo.

“Nell’imminenza della data del 4 maggio, quando molte attività
dovrebbero ripartire dando così inizio alla fase 2 dell’emergenza, si
succedono le ricette per favorire la coesistenza tra la vita di tutti i
giorni e la pandemia.

Sui media e nei vari tavoli istituzionali si alternano esperti che ci
raccontano quale saranno le soluzioni, prospettando nuove regole e
iniziative.

Eppure – afferma il presidente dell’Ordine, l’Arch. Raffaele Di
Marcello
– nessuno ricorda che gli strumenti per riorganizzare le nostre città ci
sono, e spesso dovevano essere applicati anni fa.

Dai piani territoriali dei tempi e degli orari, previsti da una legge
nazionale del 2000 e da una legge regionale del 2005, ai piani urbani
del traffico, le cui direttive ministeriali contengono tutti gli
strumenti per favorire l’intermodalità e l’uso disciplinato del
territorio, fino ai piani urbani della mobilità sostenibile e ai piani
regolatori generali, con i loro strumenti attuativi, la legislazione
italiana contiene già tutte le risposte alle domande che in questi
giorni ci stiamo ponendo.

Come riorganizzare le nostre città? Nei vari tavoli di lavoro
istituzionali – continua Di Marcello – da quelli statali a quelli
locali, sono chiamati economisti, politici, università, persino autorità
religiose, ma dei tecnici tutti si sono dimenticati. E la cosa non
sorprende – sottolinea il presidente dell’Ordine – perchè la politica,
del parere di chi, per mestiere, conosce come governare il territorio,
non sa che farsene da anni, anzi, da decessi.

E i risultati, adesso, sono drammaticamente sotto gli occhi di tutti.

Un report di Ernst & Yount (EY) incrociando gli indicatori di
resilienza
dello Smart City Index (fattori sanitari, economici e sociali) con i
dati del contagio covid-19, analizza quanto i capoluoghi italiani sono
pronti a ripartire e ad affrontare la fase 2 post emergenza.

La situazione, in Abruzzo, è impietosa, soprattutto per Teramo che
risulta tra le città capoluogo con scarsa resilienza e probabile
ripartenza critica. Non vanno meglio Pescara (ripartenza frenata) e
L’Aquila e Chieti (ripartenza lenta). Tutto ciò perchè le nostre città,
negli anni pre-emergenza, non hanno investito nella pianificazione che
avrebbe potuto, e dovuto, rendere facilmente adattabili a situazioni
come quella attuale.

E non è solo l’aspetto relativo alla pianificazione urbana- denuncia
l’Ordine – a preoccupare. Gravissimi sono i ritardi nella
riqualificazione del nostro patrimonio edilizio, pubblico e privato, sia
per il post sisma che per il recupero di intere porzioni degratate di
città. Poche le politiche di housing sociale, scarsi gli incentivi per
ammodernare gli edifici, altalenanti e poco efficaci le azioni per
dotarsi di una rete di servizi – ospedalieri e scolastici – all’altezza
delle esigenze in tempo di pace, figuriamoci ora che l’emergenza chiede
standard ancora più stringenti.

Quali le soluzioni? Il tempo perso – conclude l’Arch. Di Marcello – è
difficilmente recuperabile, ma invitiamo tutte le istituzioni a
ripartire da quelle azioni che dovevano essere fatte anni fa e sono
state ignorate e dimenticate. Nel prendere le decisioni chiediamo che
vengano coinvolti anche gli Ordini professionali, con il bagaglio di
esperienze e professionalità che i loro iscritti rappresentino. Questo
non per avere un “posto” di rilievo di cui non sentiamo
certamente il
bisogno, ma per poter dare il nostro contributo, troppo a lungo
ignorato, ad una ripartenza che, senza di noi, non potrà sicuramente
essere efficace”