Teramo e Provincia

Teramo. Cassa depositi e Prestiti rinegozia i mutui degli enti locali. Il debito strutturale sarà notevolmente alleggerito.

 “Una decisione epocale, il segno che in questo momento possiamo assumere un altro punto di vista anche in materia di finanza pubblica. Un segno anche rispetto al dibattito sull’Europa: momenti straordinari richiedono audacia e un nuovo Patto in nome delle comunità governate, delle persone” dichiara Diego Di Bonaventura

 

Teramo 3 aprile 2020. Cassa Depositi e Prestiti, con un provvedimento senza precedenti, ha deciso di sospendere il pagamento delle rate dei mutui degli enti locali fino al 31 dicembre 202 con la possibilità di una rinegoziazione. In questo modo, Comuni, Province e Città metropolitane avranno a disposizione 1,4 miliardi di euro: a tanto ammonta, infatti, la riduzione della quota capitale. In pratica, le autonomie locali, pagheranno la sola quota di interessi.

Una fondamentale boccata d’ossigeno per gli enti locali che  in questa fase emergenziale, destinata a produrre effetti negativi per molti mesi, registreranno una notevole riduzione delle entrate e fronte della crescita di nuovi bisogni sociali. Non solo. Si tratta di un recupero di liquidità che può essere investito in servizi e investimenti.

Un importante ruolo in questa svolta lo hanno giocato Upi e Anci con un’autorevole capacità di confronto e di proposta nei confronti del Governo.

Questa manovra alleggerisce il debito strutturale degli enti locali in un momento nel quale l’emergenza sanitaria sta mettendo a dura prova la tenuta economica dei bilanci locali – dichiara il presidente Diego Di Bonaventura – ma io ci leggo anche altro: la possibilità, anzi l’opportunità di rivedere quelli che sembravano essere dogmi della finanza pubblica. Qui non si tratta di essere pro o contro l’Europa. Di essere più o meno europeisti. Da soli nessuno va da nessuna parte. Le economie concatenate ci costringono a pensare insieme, a sopravvivere insieme, a trovare una via d’uscita condivisa. Nessuno Paese Europeo, per quanto oggi si senta più forte e solido di un altro,  può pensare di uscire da questa crisi economica mondiale senza tener conto di quello che accade ai suoi confini. E sono confini che possono spostarsi velocemente. L’economia e la finanza pubblica devono ripensare i loro paradigmi in chiave sociale: se le comunità si ammalano, non producono, non lavorano , non consumano salta tutto il banco. E’ il momento dell’audacia, del coraggio, della sperimentazione in nome dell’umanità”.

 

 

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