Abruzzo, Cultura & Società, In rilievo, Ricordi di guerra

Lana (Bolzano). Muore l’ex Maresciallo degli Alpini, Sergio Paolo Sciullo della Rocca, nativo di Sulmona

Giulianova. Martedì, 31 marzo 2020, a Lana (Bolzano), è scomparso Sergio Paolo Sciullo della Rocca, già Maresciallo Alpino, giornalista, poeta, scrittore, Presidente della Libera Associazione Abruzzesi Trentino Alto Adige e animatore culturale. La sua famiglia, originaria di Pescocostanzo, ma residente a Roccaraso, lo aveva fatto nascere a Sulmona il 18 settembre 1957. Dopo una brillante carriera militare, nel corpo degli Alpini, aveva scelto come residenza Bolzano. Lascia la moglie Maria, la figlia Petra con Michele, Ettore e Francesca e il figlio Franz Josef con Ulrike e Carmen Sofia, l’amata pronipote Francesca e il fratello Renato. “Buono, onesto ed operoso, amato e stimato da tutti, lascia sulla terra le tracce luminose delle sue elette virtù”, questo è il necrologio dei suoi familiari.

2 aprile 2020. Oggi, tra i tanti messaggi WhatsApp che affollano quotidianamente il mio telefonino, non volevo credere alla notizia che sei volato via sulla vetta più alta. Hai scelto il 31 marzo per andartene via, il giorno di San Beniamino, proprio un Santo che come te predicava la Via Maestra, rappresentata dal sentimento di amor patrio, del vivere la comunità e soprattutto, l’amore per la montagna. Mi piace ricordare l’amicizia intercorsa in tanti anni di condivisione nel ricordo della nostra gente, della Patria e dei comuni valori come l’essere abruzzesi sempre, anche se si vive fuori dalla propria terra. Ero lì, a Civitella del Tronto, quel 5 agosto 2015, quando ti conferirono l’onorificenza di “Ambasciatore d’Abruzzo nel Mondo”, come fondatore e Presidente dal 1993 della Libera Associazione Abruzzesi Trentino Alto Adige, cultore di storia patria, della montagna e dell’emigrazione, nonché per il merito di avere realizzato numerose opere alpine dando lustro alla Regione Abruzzo.

Ricordo ancora il nostro incontro a Pescocostanzo, con il comune amico e storico, Giuseppe Del Zoppo, in occasione della consegna del Premio Culturale Internazionale San Giovanni Crisostomo, nell’estate del 2013. Sei stato una personalità poliedrica e attenta al mondo culturale abruzzese, dove andavi fiero della tua vera opera d’arte: fondatore e ideatore progettuale del Sacrario Nazionale Mauriziano d’Italia a Pescocostanzo, dove troneggiano le insegne Gloriose delle unità Alpine, come la Julia, Tridentina, Cadore, Orobica, Taurinense e la Scuola Militare Alpina, sovrastata dall’immagine di San Maurizio martire. Come non accettare il tuo invito a L’Aquila per conto dell’Associazione Nazionale Alpina – sezione estera, all’88° raduno nazionale a L’Aquila il 17 maggio 2015, 100 anni dalla fine della 1° Guerra Mondiale. Una giornata indimenticabile, culminata con la presentazione del libro “Quando c’era la Guerra” di Francesco Manocchia, ristampa anastatica con la nota introduttiva di Sandro Galantini e le mie ricerche storiche sui caduti della 1° G.M. di Giulianova.

Mi avevi spronato. Ma la giornata più pregante e ricca di significato è stata il 2 giugno 2015, con il ricordo del primo marito di mia nonna, dove avevi sollecitato e indicato l’epigrafe della targa posta all’interno dell’aula consigliare del Comune, guidata dal dott. Mario Di Pietro, in collaborazione con l’ANA Abruzzi del Presidente Giovanni Natale, in memoria del Caporale Alpino, Carlo De Berardinis (Bellante, 1888 / Caoria di Canal San Bovo (TN), 1917). Questa fu la tua epigrafe: “Caporale degli Alpini Carlo De Berardinis: 1° Rgt. Alp. “Btg. Pieve di Teco”; 6° Rgt. Alp. “Btg. Verona”; 7° Rgt. Alp. “Btg. Feltre”, nato a Bellante il 3 maggio 1888, deceduto a Caoria di Canal San Bovo il 15 settembre 1917. Una morte bianca del Monte Cauriol”. L’anno dopo, in occasione del centenario della conquista del Monte Cauriol (tra il 22 e il 27 agosto 1916), la copia della stessa targa veniva consegnata agli amici Alpini dell’A.N.A., Luigi Caser e Renato Loss, il 27 agosto 2016 a Caoria, con la firma del nuovo Sindaco di Bellante, l’Avvocato Giovanni Melchiorre. Poi i tuoi messaggi di rallegramenti per l’iniziativa di riproporre l’evento a Roseto degli Abruzzi con il libro realizzato da Emidio D’Ilario e Luciano Di Giulio “Roseto degli Abruzzi – Caduti e Decorati – 1° Guerra Mondiale”, con l’intenso discorso del Sindaco, l’Avvocato Sabatino Di Girolamo. Abbiamo realizzato tante cose insieme, ma il regalo più bello è arrivato dal tuo amico di sempre, Giuseppe Del Zoppo, con la pubblicazione del libro “Un Soldato di Montagna – Sergio Paolo Sciullo della Rocca, Decorato Medaglia d’Oro Mauriziana della Repubblica Italiana”, dove ho scoperto l’Alpino Paolo, come amabilmente ti chiamavo, con una carriera militare di tutto rispetto: a Viterbo, nella scuola allievi Marescialli, 28° corso allievi destinati a incarichi di comando; ad Aosta, scuola militare alpina, qualifica di assaltatore e comando reparti di montagna; a Cesano di Roma, scuola di Fanteria, qualifica Pioniere esperto in maneggio di esplosivi; a Orvieto, scuola militare di educazione fisica, qualifica di educatore di attività fisica; a Pinerolo, scuola militare di veterinaria, idoneità a condurre reparti di salmeria in montagna – muli; a Monguelfo, Battaglione Alpini Trento, comandante di squadra assaltatori, di plotone mortai pesanti e fucilieri; per il lungo servizio svolto, il distintivo d’oro del battaglione. All’attività militare avevi legato anche il giornalismo e l’attività di saggista con opere come: “La palestra di roccia”, Tormento ed estasi”, “un volto barocco”, “Val Pusteria un paradiso nelle Dolomiti”, “la vita dell’uomo tra i monti”, “Alto Adige-storia dei cavalieri crociati”, “gli alpinisti del M. Rudlhorn”, “La Real Casa Normanna d’Altavilla”, “Il Sacrario Nazionale Mauriziano”, “Storia del Sacrario Nazionale Mauriziano d’Italia” e “Gli Alpini Abruzzesi a Bolzano”. Caro Paolo, dopo questa cavalcata di ricordi, non ti voglio salutare con i classici saluti Alpini, ma con una bellissima frase dello scrittore Mario Rigoni Stern, il quale avevi più volte incontrato ad Asiago: “Ho riscoperto la poesia, ho riscoperto il bosco, l’aria, il sole, le stelle di notte, e sembrava che i compagni fossero ancora con me.” Ciao Paolo.

Con infinita stima perenne

Walter De Berardinis

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