In rilievo, Storie giuliesi

Giulianova. 1866, Isacchi: “i giuliesi sono persone bigotte, disoneste e misere”.

GIULIANOVA. FRAMMENTI DI STORIA DAGLI ARCHIVI – 15.
di Sandro Galantini*
I colportori, venditori ambulanti di Bibbie, libri e opuscoli evangelici, rivestirono un ruolo fondamentale nella diffusione delle denominazioni protestanti in Italia, percorrendo la penisola e preparando il terreno ai pastori ed evangelisti che avrebbero stabilito le nuove comunità. Nel settembre 1866 uno di essi, tal Isacchi, operò nella provincia di Teramo fornendo il quadro della situazione a Thomas Humble Bruce che sei anni prima era stato nominato agente della Società Biblica Britannica e Forestiera, il primo per tutto il nuovo Regno d’Italia.
Il contesto era molto difficile: forte, infatti, era la contestazione da parte dalla Chiesa cattolica che vedeva nella possibilità del contatto diretto con le sacre scritture un riemergere delle istanze della Riforma protestante.
A Giulianova Isacchi incontrò evidentemente una diffusa ostilità giacché annota: «le persone sono bigotte, disoneste e misere». Diverso invece è il contesto a Teramo, città nella quale vende molte bibbie e dove viene trattato con rispetto. Addirittura un ufficiale, avvicinatosi al suo banco e intrattenutosi a conversare, «espresse forte passione per il Gospel e disse che avrebbe raccomandato a tutti i suoi soldati di avvalersi dell’opportunità offerta di acquistare il Nuovo Testamento ad un prezzo così conveniente».
A Civitella del Tronto, invece, il 1 settembre accadde l’episodio più spiacevole. Il comandante della locale guarnigione della Guardia Nazionale aveva acquistato una Bibbia ma dopo due ore chiese di riprenderla indietro «perché il prete gli aveva detto che il libro era stato scomunicato». Poco dopo fece di nuovo ritorno e, «in preda alla disperazione», prese la Bibbia «e la ridusse in mille pezzi». Stessa sorte, riferii Isacchi, era toccata alle cinque Bibbie e agli otto Nuovi Testamenti che era riusciuto a vendere a Civitella. Tutti libri, scrisse con dispiacere, «distrutti dal prete».
A seguito di questo episodio Isacchi si recò dal prefetto di Teramo, l’emiliano Benedetto Maramotti, il quale dopo aver trasmesso un invito a comparire al prete e al comandante della Guardia Nazionale per garantire il rimborso della Bibbia distrutta, consegnò al colportore una lettera di raccomandazione per tutti i Delegati di PS della provincia ingiungendo di fornire a Isacchi «assistenza e protezione».
*Ringrazio Barbara Di Gioacchino per la traduzione dall’inglese della relazione, sinora mai pubblicata.
*Storico e Giornalista
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