Cultura & Società

Montorio al Vomano. A DIECI ANNI DALLA SCOMPARSA RICORDANDO ANTONIO VALLERIANI, PEDAGOGISTA E FILOSOFO MONTORIESE

 

 

Sono passati già dieci anni da quel 7 novembre 2009, quando, a causa di complicazioni cardio-respiratorie, evolutesi dopo una polmonite, ci lasciava, nella propria abitazione di via Torrito, a 69 anni, Antonio Valleriani. Il pedagogista, filosofo e saggista di Montorio al Vomano sar・ ricordato oggi pomeriggio alle 16 nel Chiostro degli Zoccolanti del suo borgo. La sua morte fu come un fulmine a ciel sereno, nulla faceva presagire il peggio. Valleriani aveva ancora tanto da vivere e viaggiare per esplorare l’animo umano e raccontarlo attraverso i suoi libri. Era un «viandante» il cui «cammino si fa con l’andare», come diceva Antonio Machado con una metafora tanto cara a Valleriani, da indurlo a titolare le sue prime due opere Verso l’oriente del testo (Andromeda Editrice, 1995), con prefazione di Paul Ricoeur, e Il viandante e la sua strada (Andromeda Editrice, 1997), con prefazione di Mauro Laeng (quest’ultimo volume con una copertina che raffigurava Charlot di Charlie Chaplin, il vagabondo per  antonomasia).

Antonio Valleriani, primo di quattro figli, nacque a Montorio al Vomano, da Umberto (detto Arturo) e Giuseppina Fortunato, il 29 febbraio 1940. Dopo essersi diplomato, nel 1959, all’Istituto Magistrale “Giannina Milli” di Teramo (dove ebbe come insegnante lo stesso Laeng) vince, nel 1967, il concorso per l’abilitazione all’insegnamento. Nel 1970 si laurea a L’Aquila nella Facoltà di Pedagogia e, il 25 aprile dello stesso anno, sposa Marilena Nibid, dalla cui unione nascerà l’unico figlio Cristiano. E’ stato docente alle allora scuole elementari e, in seguito, ha svolto la professione dell’attuale dirigente scolastico al terzo Circolo di Teramo, fino alla pensione, arrivata nel 2004. Per molti anni ha tenuto corsi di preparazione ai concorsi magistrali per insegnanti, presso le sedi provinciali dei sindacati confederati.

Da sempre interessato alla filosofia, alla politica e alla cultura in generale, Valleriani è stato tra i fondatori de “Il Paese”, periodico di attualità politica e culturale, pubblicato a Montorio al Vomano dal 1974 al 1977, sotto la direzione di Domenico Marcozzi (chi scrive, conserva gelosamente l’intera collezione della rivista, donatagli a suo tempo dallo stesso Valleriani, tramite il figlio Cristiano). Con le sue pagine, il nostro studioso affronta svariate tematiche: dalla politica all’attualità, dalla storia alle tradizioni popolari; interessantissima, infatti, è l’intervista che gli rilascia l’antropologo Giuseppe Profeta (già preside delle scuole medie di Montorio e poi professore  ordinario di Storia delle tradizioni popolari nelle Università di Calabria, de L’Aquila, di Chieti e di Teramo) sulla religione e superstizioni in Abruzzo.

Nei primi anni Novanta, inizia una collaborazione con riviste specializzate, quali “I Problemi della Pedagogia”, diretta da Luigi Volpicelli, “Rassegna di Pedagogia”, fondata da Giuseppe Flores D’Arcais, e “Prospettiva Persona”, fondata e a lungo diretta dai teramani Attilio Danese e Giulia Paola Di Nicola (per quest’ultima, Valleriani, dirige la collana “Raccontiamo la pedagogia” e il relativo Laboratorio Pedagogico).

Studia per molto tempo la filosofia ermeneutica, approfondendo in particolare il pensiero del già menzionato Paul Ricoeur; del filosofo francese, che ha conosciuto di persona, Valleriani si definisce un allievo. Con lui ha una corrispondenza epistolare incentrata sui temi dell’ermeneutica educativa. Come dirigente scolastico coniuga l’ermeneutica filosofica con quella letteraria della Scuola di Costanza, centro di ricerca dell’estetica della ricezione, di cui sono esponenti di rilievo Hans Robert Jauss e Wolfgang Iser. Attraverso questo connubio cerca di rinnovare la pratica dell’insegnamento scolastico. Con un gruppo di docenti, infatti, elabora delle linee di ermeneutica educativa da applicare nella prassi educativa nella scuola, per sviluppare una maggiore maturità e spirito critico negli alunni. Collabora con la Cattedra di Pedagogia sociale e della marginalità sociale della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Ferrara; inoltre ha fatto parte di un gruppo di studiosi a livello internazionale, formato da professori spagnoli, messicani e italiani che si interessano dei problemi dell’educazione nell’era della globalizzazione. In seguito approfondirà lo studio della cultura barocca, mostrando interesse per la filosofia della differenza e per gli studi culturali e postcoloniali. Tali esperienze lo hanno indotto a sviluppare un concetto di educazione neobarocca.

Tra le sue varie pubblicazioni, ricordiamo Ri-pensare la cultura formativa dell’ambiente (1999), Il gioco, il volto, la maschera (2001), Figure dell’esperienza (2002), tutti editi da Andromeda Editrice. Seguono Trame dell’alterità (Edigrafital, 2002), Pellegrini del mondo e del vivere. Graciàn e Comenio educatori del Barocco (Edizioni Unicopli, 2006), Emancipàcion y tragedia en filosofia de la education. En torno alla pedagogia analògica de lo cotidiano – Antonio Valleriani, Coordinador (Università Pedagogica Nacional – Plaza y Valdés, Mexico, 2008) e Al di là dell’occidente. La svolta neobarocca dell’educazione  (Edizioni Unicopli, 2009). Suoi saggi sono apparsi in molti volumi collettanei e in alcuni libri di fotografie. Ha contribuito, con alcune schede, anche alla realizzazione di Gente d’Abruzzo. Dizionario biografico (Andromeda Editrice, 2006), collana curata da Enrico Di Carlo.

Persona molto riservata, Antonio Valleriani è stato un punto di riferimento per le scuole italiane anche se ha fatto di tutto per non sembrarlo, appartato e silenzioso com’era; aveva ampi orizzonti, la sua era una cultura avanzata che aveva interlocutori ovunque, al di là del mero pensatore locale, attaccato alla propria terra. Le sue pubblicazioni sono state adottate da importanti università, varcando i confini nazionali: Portogallo, Spagna, Messico e Repubblica Democratica del Congo.

Dopo la sua scomparsa, furono organizzati due convegni per ricordarlo: uno a Teramo (febbraio 2010) e l’altro a Montorio al Vomano (settembre 2010). Gli atti di quest’ultimo, intitolato “Modi del sentire contemporaneo in educazione. In memoria di Antonio Valleriani”, confluirono in un volume curato da Anita Gramigna e Carlo Pancera, dal titolo Poietica dell’Educazione. Le dolci eresie del pensiero (Este Edition, 2012) e venne presentato nel suo paese natio.

A Montorio al Vomano, tempo fa, la Commissione per la toponomastica cittadina aveva intenzione di intitolargli la Biblioteca civica.

Pietro Serrani

Foto Archivio Famiglia Valleriani

 

Pubblicato sul quotidiano teramano “La Città” del 7 novembre 2019

 

 

 

 

 

 

 

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