Cultura & Società, In rilievo

Il 4 maggio convegno ad Atri su Ariodante Mambelli in occasione del bicentenario della nascita.

Sabato 4 maggio, nell’Auditorium Sant’Agostino di Atri, a partire dalle ore 17 prenderà avvio il convegno “L’europeismo di Mambelli tra scienza e utopia”.

L’iniziativa, patrocinata dall’amministrazione comunale di Atri, dalla Provincia di Teramo e dall’Istituto Abruzzese di Ricerche Storiche intende rinvigorire, in occasione del bicentenario della nascita, l’attenzione sul canonico atriano Ariodante Mambelli (1819- 1890),patriota, filosofo ed insegnante appartenente alla Giovine Italia, lungamente in corrispondenza epistolare con Giuseppe Mazzini e con Garibaldi.

I lavori del convegno, coordinato dal giornalista RAI Antimo Amore, verranno preceduti dai saluti istituzionali del sindaco di AtriPiergiorgio Ferretti, del presidente della Provincia Diego Di Bonaventura, del Rettore dell’Università di Teramo Dino Mastrocola, del presidente dell’ Istituto Abruzzese di Ricerche Storiche Egidio Marinario, dell’assessore del Comune di Atri Alfonso Di Basilico e di Attilio Faiazza Mambelli.

Prenderanno quindi la parola Sandro Galantini dell’Istituto Abruzzese di Ricerche Storiche (“Mambelli e la questione del mare Adriatico”) e Franco Trubiani dell’Università di Teramo (“L’attualità della riflessione Mambelliana alla luce dell’evoluzione del pensiero giuridico europeo”).

La conclusioni sono affidate allo storico Giancarlo Prosperi, cui si deve l’iniziativa.

Al termine del convegno, grazie alla disponibilità dei discendenti del celebre canonico atrianopotrà essere visitato, con ingresso libero, il Palazzo Mambelliin via Cardinal Cicada n. 12Si tratta di un edificio storicodi particolare pregio, risalente alla metà del XVIII secoloma rimaneggiato successivamente, la cui parte architettonicamente più interessante è a sinistra della Cattedrale, con la fuga di archi a tutto sesto e il portico chiamato appunto “Mambelli”. Nei suggestivi interni, ricchi di affreschi, mobili antichi e con una splendida pavimentazione realizzata da Giovanni Pallarin nel 1860, sono conservati documenti e lettere di grande valore storiografico.

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