Cultura & Società

Presentazione del libro “Viva la guerra e altre parole perdute” di Giuseppe Rosato (Di Felice Edizioni)

Sabato 23 febbraio alle 17.30 alla Sala Figlia di Jorio del Palazzo della Provincia di Pescara, sarà presentato il libro “Viva la guerra e altre parole perdute (Di Felice Edizioni) di Giuseppe Rosato, una raccolta di articoli usciti sulla Gazzetta del Mezzogiorno dal ‘76 all’85 e di scritti pubblicati su quotidiani e riviste, a partire dal 1969.

Interverranno oltre all’autore, Dante Marianacci e Valeria Di Felice. La lettura di alcuni brani sarà a cura di Carlo Orsini.

L’iniziativa è patrocinata dalla Provincia di Pescara.

 

Dalla quarta di copertina: «C’erano una volta i contadini (per esempio i nostri, in Abruzzo) che se ci capitasse d’incontrarli mentre stavano parlando tra loro, sorridendo e salutandoci dicevano: “Stavame a fa’ nu trascorse”. Che per loro era da intendersi un discorso, un parlare alla buona, quattro chiacchiere. A pensarci non era – se non lessicalmente – un errore: come se tutto ciò che ci si trovi a dire sia a quel punto già trascorso, passato, non più presente. Questi scritti, diciamoli discorsi, ormai andati, relegati in un passato non più prossimo, sono dunque anch’essi trascorsi: parole remote, perdute, sfoghi di lingua e di penna. Riesumati dopo trenta o quarant’anni, potrebbero al più farsi argomento di una chiacchierata tra quattro amici al bar.»

 

 

Giuseppe Rosato (Lanciano, 1932) ha insegnato Lettere e lavorato per la RAI, nei servizi culturali e nei programmi, e per riviste e terze pagine di quotidiani.

Ha condiretto le riviste “Dimensioni” (1958 – 1974) e “Questarte” (1977 – 1986).

Ha pubblicato libri di versi in lingua e in dialetto (a incominciare da L’acqua felice, Schwarz, Milano, 1957), di narrativa, prose brevi, aforismi, oltre ad operine satiriche, epigrammatiche, parodistiche.

Per la Di Felice Edizioni ha pubblicato la silloge Il mare (collana «Il gabbiere», 2016).

Nel 1966 ha fondato con Ottaviano Giannangeli il Premio Nazionale “Lanciano” (poi “Mario Sansone”) di poesia dialettale.

Ha vinto premi letterari, tra i quali il “Carducci” (1960) e il “Pascoli” (2010).

 

 

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