Teramo. La verità sul bando periferie, lettera aperta dell’On. Valentina Corneli (M5S)

La verità sul bando periferie

10 settembre 2018

Riceviamo e pubblichiamo

On. Valentina Corneli M5S

Al capogruppo Pd del C​onsiglio comunale di Teramo, Luca Pilotti, il quale ha chiamato in causa la sottoscritta sulla questione del differimento dei fondi del bando periferie a 96 comuni capoluogo al 2020, nonché all’On. Stefania Pezzopane, che sullo stesso tema si è espressa duramente nei giorni precedenti, rispondo con dati concreti, al di là della facile propaganda. Occorre rammentare in primo luogo come il differimento sia la conseguenza della illegittimità costituzionale, rilevata con sentenza della Corte Costituzionale n. 74 del 2018, della norma con cui il Pd medesimo aveva promesso i fondi ai suddetti comuni. Ed infatti proprio di mera promessa – ai limiti della presa in giro – occorre parlare, visto che i progetti venivano finanziati per metà dell’importo complessivo. Nella fattispecie, la norma illegittima risulta essere quella esposta al comma 140 dell’articolo 1 della legge di stabilità per il 2017 (L. 232/2016), che estendeva il finanziamento del bando in questione anche ai progetti dei comuni non inizialmente vincitori, peraltro senza neanche prevedere adeguate valutazioni. Non solo, ma gli illustri esponenti del Partito Democratico dimenticano che l’emendamento in questione, ovvero il 13.2 (testo 2), è stato votato all’unanimità da tutti i senatori presenti nella seduta del Senato n. 32 del 6 agosto 2018, ivi compresi i loro colleghi dem e i componenti di quel Governo Renzi che aveva varato il Piano periferie (con lo stesso Renzi in testa)!

Inoltre, è bene ricordare come i fondi per i primi 24 comuni, ovvero gli iniziali vincitori del bando, siano assolutamente assicurati (la Corte stessa ha fatto salvi i procedimenti di spesa in corso, laddove possa determinarsi un pregiudizio ai diritti costituzionali delle persone) ed i risparmi di spesa derivanti dal blocco delle convenzioni andranno a finanziare un fondo apposito e ulteriore, grazie al quale i comuni in avanzo di amministrazione vedranno liberarsi risorse aggiuntive svincolate dal patto di stabilità interno, risorse che saranno a disposizione di tutti gli 8 mila comuni italiani, e non solo dei capoluoghi. Invero, la sentenza della Corte impedirebbe comunque di utilizzare le risorse promesse agli altri 96 comuni, in quanto l’allora Governo Renzi scavalcò le proprie competenze scippando (stavolta è davvero il caso di dirlo) quelle afferenti agli enti territoriali e, in primis, alle Regioni. Infatti, la Corte ha specificato che i settori indicati nella disposizione reputata illegittima afferiscono a materie di competenza regionale concorrente o residuale, il ché vuol dire che qualsiasi atto inerente l’utilizzo dei fondi in questione deve necessariamente prevedere il coinvolgimento degli enti territoriali interessati. L’incertezza prodotta dal provvedimento illegittimo del precedente governo ha pertanto determinato l’esigenza di congelare le convenzioni in essere per condurre una più attenta e adeguata valutazione. Se siamo arrivati a questo punto, la responsabilità, insomma, è proprio del Pd, ovvero di coloro i quali ora si indignano.

Infine voglio sottolineare che il Governo si è già impegnato a finanziare i progetti esecutivi approvati con i lavori in corso e a dialogare con l’Anci per far in modo che nessun comune sia abbandonato: il tempo delle promesse e delle mancette elettorali è finito, questo vuole essere il governo dei fatti e del reale supporto ai territori.

 

​On. Valentina Corneli