SIMIT – Vaiolo delle scimmie: “Non ci sono cure né vaccini, letalità inferiore al 10%”

In merito al recente caso di vaiolo delle scimmie in Europa, il commento del Prof. Massimo Galli, Presidente SIMIT, Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali

CONSEGUENZE – La letalità nei casi riportati in Africa è contenuta attorno all’1-3% e comunque inferiore al 10% ed è più alta nei bambini. Nell’epidemia che nel 2003 ha interessato gli USA, dovuta all’importazione di esemplari infetti di Cricetomys gambianus, un grosso ratto venduto come animale da compagnia, tutte e 81 le persone colpite hanno presentato una malattia di grado lieve e non si sono registrati decessi. Anche la probabilità di generare casi secondari (infezioni da uomo a uomo), che in Africa è risultata compresa tra il 3 e l’8 %, negli USA è risultata pari a zero.

PROFILASSI E CURA – Per questa infezione non sono disponibili cure specifiche, né profilassi vaccinale. Si tratta tuttavia di una malattia dalla contagiosità e pericolosità contenute, in particolare in un contesto europeo dove non sussistano fattori favorenti un decorso di maggior gravità, come la presenza di bambini malnutriti o immunodepressi. La notizia del caso importato in Europa rappresenta tuttavia una ulteriore testimonianza di come viaggi in aereo possano portare in poche ore malattie della foresta profonda alle grandi città del mondo industrializzato. Una rete attiva di specialisti in grado di riconoscere questa ed altre malattie infettive emergenti costituisce un irrinunciabile strumento di protezione per la popolazione tutta.