Teramo e Provincia

PSI TERAMO – RICLASSIFICAZIONE STRADE PROVINCIALI TERAMO

Alcuni giorni or sono, attraverso gli organi di stampa, si è appreso che il
Presidente della Provincia di Teramo, Renzo Di Sabatino, ha chiesto la
decapitazione dei vertici dell’ANAS Abruzzo, colpevoli a suo dire di
non aver difeso il territorio della provincia di Teramo, nel programma di
riclassificazione delle strade abruzzesi da provinciali a statali. È fin
troppo chiaro che il Presidente ha, forse volutamente, sbagliato soggetto
e che i suoi strali li avrebbe dovuti rivolgere verso altri soggetti. È
altrettanto evidente che in Abruzzo è in atto una lotta di posizionamento
all’interno del Partito Democratico per le imminenti elezioni
politiche e forse regionali e quindi si è scelta la strada più conveniente
che è quella di “meglio guerra fuori che dentro casa”. Il
presidente di Sabatino, persona avveduta, preparata e soprattutto politico
navigato, sa benissimo che la riclassificazione di strade provinciali in
statali, passa attraverso un’intesa Stato-Regione e quindi l’Anas
è un soggetto completamente estraneo a questi accordi. Affermare poi che il Dipartimento ANAS d’Abruzzo non ha fatto nulla per
la provincia di Teramo, francamente ci lascia esterrefatti. In un sol
colpo si vogliono mettere in soffitta tutti gli attestati di stima da
parte delle Istituzioni Provinciali e dei numerosissimi Sindaci della
comunità teramana, per il grande impegno profuso dall’Anas stessa nei
fatidici giorni dell’emergenza neve e terremoto in Abruzzo, liberando
centinaia di chilometri di strade provinciali e portando soccorso alle
popolazioni stremate.  Si capisce e si giustifica l’amarezza e la delusione del Presidente Di
Sabatino, che quotidianamente è impegnato a risolvere gli innumerevoli
problemi che affliggono la nostra provincia, vedere escluse le nostre
strade da questo scellerato accordo Stato-Regione. Ho ragione di credere
che, purtroppo per noi teramani, in questo caso sono prevalsi interessi
campanilistici, di potere e elettorali, avallati, se non imposti, da parte
di chi, per il suo alto ruolo istituzionale, dovrebbe garantire euguale
impegno per tutte le Province.  Se dimissioni si devono chiedere, il Presidente di Sabatino, dovrebbe ben
sapere a chi chiederle e nel contempo dovrebbe legittimamente domandare e
domandarsi con forza e determinazione qual è stato il ruolo dei tre
Consiglieri regionali eletti nella provincia di Teramo, in questa
spiacevole e penalizzante vicenda. Cosa hanno fatto costoro per impedire
in sede istituzionale questo sopruso ai danni della provincia di Teramo,
qual è stato il loro atteggiamento nei confronti del presidente della
regione Abruzzo e soprattutto perché questo loro omertoso silenzio, a
parte l’Assessore Pepe che ha preso formale impegno? Spiace dirlo ma, l’innegabile impegno del Presidente Di Sabatino,
questa volta si è sciolto come neve al sole, per colpa di meri interessi
di parrocchia.  Ciò che fa maggiormente male è, che sulla testa dei cittadini della
provincia di Teramo, si è consumato uno dei più deprecabili compromessi
omertosi con la convivenza di chi, questi scempi, li avrebbe dovuti
combattere con tutti i mezzi nelle sedi istituzionali competenti. Io penso, che l’amico Renzo in questi ultimi tempi, sia diventato,
all’interno del suo stesso partito, un personaggio scomodo per i
futuri giochi elettorali e che, in quest’occasione, gli abbiano fatto
vivere questa partita da spettatore sugli spalti e non da protagonista in
campo. L’unico rammarico è che alla fine a pagare siano sempre i
cittadini indifesi. Giovanni Proti Segretario Provinciale

PSI Teramo

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