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Martinsicuro. La casa editrice “Di Felice Edizioni”, invitata al SIEL (Salone Internazionale dell’Editoria e del Libro, XXIII ed.) a Casablanca in Marocco.

 

 

Il 13, 14 e 15 febbraio, la casa editrice abruzzese “Di Felice Edizioni” ha partecipato al XXIII Salone  Internazionale dell’Editoria e del Libro (SIEL) a Casablanca (Marocco), un grande appuntamento, molto atteso, a cui quest’anno hanno partecipato più di 700 editori provenienti da 54 Paesi.

16716173_265863183844237_5615227110471850433_o Il poeta Hassan Najmi e l'editore Valeria Di Felice lettura delle poesie in arabo di Valeria Di Felice presentazione del libro Il sorriso dell'alchimista di Hassan Najmi

Lunedì 13 febbraio la casa editrice truentina ha partecipato all’«Hub des Droits», una importante piattaforma di reciproca conoscenza e confronto tra 24 editori di 3 continenti diversi (Africa, Europa, Asia): Germania, Egitto, Marocco, Italia, Palestina, Tunisia, Turchia, Cina, Camerun, Gabon, Ruanda, Repubblica Democratica del Congo, la Repubblica del Congo e Ciad. Si tratta di una iniziativa organizzata e promossa dal Ministero della Cultura del Marocco insieme al “Centre Marocain de Promotion des Exportations”, al fine di incentivare l’incontro diretto tra editori aperti a una dimensione internazionale, offrendo una opportunità per lo slancio dell’impresa editoriale.

Martedì 14 febbraio, si è svolta una “soirée poétique” nella Salle de conference Afrique del SIEL con la lettura delle poesie di Valeria Di Felice (sia in italiano che nella traduzione araba), tratte dal suo penultimo libro “L’antiriva”, e le poesie dell’autore di origini palestinesi Khaled Soliman Al Nassiry. A moderare l’incontro è stato Nizar Kerboute.

Infine, mercoledì  15 febbraio nella Salle Edmond Amran El Maleh, si è svolta l’attesa presentazione del libro “Il sorriso dell’alchimista” (Di Felice Edizioni) del poeta marocchino Hassan Najmi, il quale è stato presidente dell’Unione degli Scrittori del Marocco (1998-2005), ed anche fondatore della Maison de la Poésie du Maroc (1996). Il libro, tradotto in italiano da Amel Jalled con la curatela di Antonella Perlino, ha suscitato molta curiosità nel pubblico, il quale ha rivolto molte domande sulla poetica di Najmi ma anche sull’attività di traduzione come strumento culturale per mettere in comunicazione due mondi diversi, come in questo caso quello italiano e marocchino.

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