Grottammare. Una disperata vitalità.

A3rossoveneziano

Laboratorio Teatrale Re Nudo

Comune di Grottammare

 

DOMENICA 10 APRILE 2016   ore 21  Teatro delle Energie (Grottammare)

 

 

Pier Paolo Pasolini. Una disperata vitalità”

 

testi di Pier Paolo Pasolini

(tratti da “Affabulazione”, “Non perdona”, “Poesia in forma di rosa”, “Lettere luterane”, “Il sogno della ragione”, “Ballata delle madri”, “Supplica a mia madre”, “Resistenza”, “Le ceneri di Gramsci”, “Il pianto della scavatrice”, “La rabbia”, “Scritti corsari”, “Poeta delle ceneri”, “Vie nuove”, “Alla mia nazione”, “A un papa”, “Alì dagli occhi azzurri”, “Versi del testamento”, “Una disperata vitalità”, “la crocifissione”)

 

con                                                                                                                                   Maria Chiara Addarii, Maria Rita Bartolomei, Chiara Bellabarba, Stefania Bellavia, Giovanni Castelletti, Maria Vittoria Chessa, Giuliana Cianci, Romina Colasanti, Deana D’Agostino, Francescomaria Di Bonaventura, Luigi Di Bonaventura, Piera Di Bonaventura, Maurizio Emidi, Gabriele Faggiani, Rosanna Fasola, Caterina Frollo, Roberto Gagliardi, Andrea Marinsalta, Riccardo Massacci, Patrizia Gabriella Mazza, Andrea Mondozzi, Claudio Morando, Adriana Paoletti, Vanessa Paoletti, Olga Piergallini, Caterina Silenzi, Sibilla Spaccasassi, Paolo Talamonti, Valentina Vagnoni, Moira Vespasiani,

 

ideazione e regia

Paola Chiama, Piergiorgio Cinì

 

 

Lo spettacolo “Pier Paolo Pasolini. Una disperata vitalità” nasce dall’esigenza di guardare al nostro presente, partendo dalle riflessioni e dalle potenti provocazioni pasoliniane, che ora più che mai, in un momento di profonda crisi di valori, assumono un ruolo centrale nel tentativo di offrire una speranza ad una umanità accompagnata dall’angosciante sensazione di trovarsi alla fine della storia. La performance incarna sulla scena la profetica e imprescindibile parola pasoliniana, tentando di mantenerne vive la forza e la straordinaria lucidità, in una serie di quadri liberi da intimismi, snobismi, tecnicismi e mode; ribadendo con forza la funzione civile del teatro, inteso come gesto poetico, comunicativo, politico e realmente popolare.