Cultura & Società

A Roseto la mostra di fotografia di Marco Divitini

 

Dopo i successi siciliani, tutto pronto nella cittadina costiera per ‘Adriano, la Villa e le memorie’

 

 

 

Tutto pronto a Roseto per la mostra personale di fotografia del teramano Marco Divitini che, di ritorno dalla kermesse siciliana che gli è valsa la cittadinanza benemerita nella celebre cittadina di Favara (Agrigento), torna a esporre gli scatti dedicati a uno dei più importanti siti archeologici d’Italia, Villa Adriana.

 

La mostra, dal titolo “Adriano, la Villa e le memorie”, sarà visitabile gratuitamente dal 16 aprile al 7 maggio presso la libreria ‘La Cura’. L’inaugurazione è prevista per sabato 16 aprile dalle ore 19.00, quando l’attore Giorgio Mattioli reciterà l’opera di Marguerite Yourcenar per  aprire al pubblico quello che promette di essere un prestigioso momento culturale.

 

Nei locali de ‘La Cura’ saranno infatti esposti alcuni tra i migliori scatti già oggetto di mostre che il maestro teramano ha portato in giro per l’Italia sotto l’egida del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo – Soprintendenza per i Beni Archelogici del Lazio – Roma, che ha gradito a tal punto le fotografie di Divitini da consentirne la pubblicazione sul sito ufficiale di Villa Adriana.

 

Non solo. A portare in alto il nome di Teramo il progetto, sempre a firma del maestro teramano, del quale fanno parte anche gli scatti dedicati al prestigioso sito realizzato dall’imperatore Adriano. “L’idea – spiega meglio in merito Divitini – è quella di immortalare le migliori ville storiche d’Italia, di proprietà dello Stato, in modo da regalare agli occhi dei più una visione onirica di quelli che, all’epoca, erano appunto veri e propri ‘sogni’ per i potenti”.

 

Il riferimento è a prestigiosi siti quali la Reggia di Caserta o Villa d’Este a Tivoli, solo per citare alcuni esempi. Tutti sono stati immortalati utilizzando la particolare tecnica dell’infrarosso, che ha reso famoso il fotografo teramano in ambito nazionale.

 

“Un modo unico – continua Divitini – di rappresentare la bellezza “invisibile” della vegetazione di Villa Adriana, andando oltre ciò che i recettori umani consentono solitamente di individuare e mettendo a nudo, in questo modo, quello che la Villa in questione rappresentava per lo stesso imperatore Adriano: il punto di incontro tra la realtà e la dimensione onirica”.

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