Cultura & Società

Lunetta Savino per la Stagione di Prosa della Riccitelli

 

 

Quarto appuntamento della Stagione di Prosa 2015/2016 della Società della Musica e del Teatro “Primo Riccitelli”, giovedì 14 gennaio al Teatro Comunale di Teramo”, con “Grand Guignol all’italiana” di Vittorio Franceschi per la regia di Alessandro D’Alatri. In scena Lunetta Savino.Lo spettacolo andrà in replica venerdì 15 gennaio alle ore 17 per il turno pomeridiano e alle ore 21 per il turno serale.

“Il Grand Guignol, nato in Francia alla fine dell’800, si caratterizza come teatro a tinte forti, anzi fortissime, farsesco e macabro, dove scorrono in abbondanza – insieme al sangue e in barba al “bon ton” – grossolanità, violenza, cinismo, storie da cronaca nera con squartamenti e lacrime, truci vendette, eros e bordello, in uno srotolarsi dinamico di intrecci da drammone popolare, senza lieto fine. Tutto ciò con effetti, a volte, di involontaria e grottesca comicità. L’aggettivo “granguignolesco” che tutti conosciamo e adoperiamo, affonda le proprie radici in quella paccottiglia lì. In un giorno di fine estate dell’anno 2000, mentre cavalcavo verso Damasco, mi si accese una lampadina, come nei fumetti. E di colpo questo genere di teatro, a lungo snobbato e irriso, mi apparve nella sua essenza profetica, cioè ideale per raccontare il nostro Paese, le cui vicende e il cui tasso di cultura e di valori etici già allora, e da tempo, stavano procedendo con orgogliosa sicurezza verso lo zero di oggi. Scesi dal mio ronzino e mi misi all’opera. Quindici anni dopo, cioè oggi, probabilmente avrei scritto una tragedia. Ma allora ero meno ambizioso. Naturalmente, poiché italiani si nasce (in un primo momento questo testo avevo pensato di intitolarlo proprio così), lavorandoci su mi spostai un pochino verso sponde più nostrane, come la farsa e la sceneggiata, risciacquando rispettosamente i panni nella mentalità piccolo borghese che da sempre ci caratterizza e fa di noi un modello nel mondo, artisti, stilisti e ferraristi a parte. Qualche patriota verace protesterà dicendo che ho dimenticato la pizza. E’ vero, me ne scuso e riparo subito. Artisti, stilisti, ferraristi e pizzaioli a parte. La satira, come sappiamo, si pone l’obbiettivo morale di mettere a nudo le storture del mondo, ma, “en passant”, anche di divertire. Gli eroi del mio Grand Guignol sono una innocente colf depressa, un salumiere di successo, una guida turistica ignorante con una moglie fedigrafa e isterica e un postino sensibilmente gay. La storia non è importante: corna, liti, strafalcioni, soldi… come nelle migliori famiglie, con immancabile “coup de théâtre” finale. C’è anche un cane, che abbaia spesso però non entra mai in scena e quindi sarebbe elegante, pur nel clima consenziente della pièce, evitare battute facili. Come dicevo, l’ho scritto quindici anni fa. Da allora ha dormito tranquillamente nel mio cassetto strapieno, finché Alessandro D’Alatri non l’ha tirato fuori per fargli prendere una boccata d’aria. Ma non ho cambiato una sola virgola. Ahimè, non ce n’era bisogno. E questo non depone a favore della nostra Patria, dove possono passare tre lustri pieni zeppi di scandali d’ogni genere, ruberie e malefatte colossali, oserei dire granguignolesche, senza che, per l’appunto, cambi una sola virgola”.  (Vittorio Franceschi)

 

Per informazioni: Società della Musica e del Teatro “Primo Riccitelli 0861/243777 – www.primoriccitelli.it – info@primoriccitelli.it

 

Teramo, 10 gennaio 2016

 

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