Cooperazione nei Paesi dell’ex Unione Sovietica: l’IZS dell’Abruzzo e del Molise in Kazakistan per la Brucellosi

 

 

 

All’inizio di dicembre una delegazione dell’IZS dell’Abruzzo e del Molise composta da Massimo Scacchia, Fabrizio De Massis, Manuela Tittarelli e Katiuscia Zilli si è recata nella Repubblica del Kazakistan per effettuare l’audit finale del “Twinning OIE per la diagnosi ed epidemiologia delle Brucellosi animali”.

Il Twinning OIE è un progetto di gemellaggio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità Animale che vede coinvolti un centro di eccellenza già riconosciuto dall’OIE, in questo caso IZS dell’Abruzzo e del Molise, e uno che vuole diventarlo come il National Veterinary Reference Center (NVRC) della Repubblica del Kazakistan.

Il Twinning OIE sulla Brucellosi, durato due anni, è stato finalizzato a migliorare le conoscenze e le competenze del personale del NVRC, nonché fornire assistenza tecnico-scientifica agli altri Paesi dell’Asia centrale.

 

Successivamente all’audit ha avuto luogo ad Astana il workshop di chiusura del Twinning al quale hanno partecipato 45 esperti: il delegato OIE per la Regione Centro Asiatica; rappresentanti del National Veterinary Reference Center, dell’Istituto di ricerca scientifica veterinaria, del Laboratorio veterinario della Repubblica del Kazakistan; oltre ad Autorità veterinarie di Paesi quali Uzbekistan, Kyrgyzstan, Tajikistan e Azerbaijan. Durante il workshop sono stati presentati i risultati raggiunti dal NRVC, evidenziandone le potenzialità come Laboratorio accreditato e Centro di Referenza Nazionale per le Brucellosi, per poi individuare a livello collegiale le attività future da svolgere in collaborazione con i Paesi dell’area centro-asiatica.

 

“L’Organizzazione mondiale per la salute umana, WHO, ha stimato che ogni anno nel mondo circa 500.000 persone contraggono la Brucellosi”, afferma il dott. Massimo Scacchia, responsabile del Laboratorio di Referenza OIE per le Brucellosi dell’IZSAM, “un numero a mio avviso sottostimato considerando che nel continente africano questa malattia viene confusa spesso con la malaria, avendo sintomi simili. Nei Paesi in via di sviluppo le donne e i bambini, con gli allevatori, sono le categorie più a rischio avendo responsabilità diretta nel gestire i piccoli ruminanti di proprietà della famiglia”, continua il dott. Scacchia, “inoltre in questi areali è tradizione bere latte crudo, che è una delle vie di trasmissione più comuni, soprattutto da parte di bambini e anziani. La Brucellosi rappresenta un problema non solo sanitario. L’infertilità degli animali conseguente alla malattia fa sì che questi producano un minor numero di agnelli, quindi minor quantità di proteine d’origine animale nella dieta della popolazione”. Il dott. Scacchia si sofferma anche sul peso strategico di attivare progetti di cooperazione in quella zona del mondo: “Il Kazakistan è uno dei Paesi emergenti più floridi e ricchi di risorse naturali, lo dimostra la presenza dell’ENI. In Kazakistan, così come in Angola, Mozambico, Algeria e altri Paesi dove il nostro Istituto è già presente, si potrebbero svolgere attività tecnico-scientifiche di alto livello, in supporto alla popolazione locale, operando anche grazie ai finanziamenti di aziende italiane che operano nel Paese”.

 

 

L’ISTITUTO E LA BRUCELLOSI: CENNI SULLA MALATTIA

L’IZSAM è stato designato Laboratorio di Referenza dell’Organizzazione Mondiale della Sanità Animale per le Brucellosi nel 1993. Nel 1999 è stato designato anche Centro di Referenza Nazionale per le Brucellosi dal Ministero della Salute italiano.

La Brucellosi è una malattia batterica che colpisce bovini, bufali, pecore, capre, cammelli, suini, cani e animali selvatici. È una zoonosi, ovvero una malattia trasmissibile all’uomo, che si declina al plurale perché i responsabili delle infezioni negli animali sono sei specie di batteri appartenenti al genere Brucella.

Negli animali l’infezione primaria è spesso seguita da aborto e infertilità e nel tempo tende a cronicizzare. Gli animali infetti eliminano la Brucella tramite l’aborto o il feto, i liquidi e gli invogli vaginali, il colostro e il latte. La trasmissione della malattia in allevamento avviene tramite ingestione di materiale contaminato o contatto del microrganismo con la congiuntiva. È possibile la trasmissione per via venerea o la trasmissione congenita e perinatale, con insorgenza di infezione latente. La trasmissione della malattia in allevamento avviene per l’ingresso di un animale infetto o per mescolamento di animali sani e infetti, come accade al pascolo durante la transumanza.

L’uomo può contrarre la Brucellosi direttamente attraverso il contatto per via orale o congiuntivale con materiale biologico derivante da animali infetti, o manipolando attrezzi contaminati.

La via di trasmissione all’uomo più comune è quella alimentare. Il consumo di latte crudo, prodotto da animali infetti, di suoi derivati (crema, panna, yogurt, burro e gelato) e di formaggio fresco (non fermentato e non stagionato) è la più frequente sorgente d’infezione. Mentre le carni provenienti da questi animali infetti non giocano un ruolo nella diffusione della malattia all’uomo.