USA. Una questione più grande di noi

Caro Direttore, dagli Stati Uniti seguo  i vari cosiddetti talk show della Rai. E  mi viene in mente una serie di domande da rivolgere al conduttore (ma anche al piccolo pubblico in sala, presente principalmente perche’ vuole vedersi per un minuto sullo schermo).Innanzitutto vedo spesso un prete,che in questi ultimi giorni prende praticamente la posizione dell’Islam,con il solito straniero di origine islamica che ripete sempre le stesse cose:noi siamo qui, a  noi non piacciono questi atti terroristici,poi pero’ non hanno risposta allorche’ quando qualcuno chiede:ma se e’ come dite,perche’ non scendete in piazza per condannare ad alta voce i terroristi?

C’e’ anche chi dice:dopotutto questi  atti sono una vendetta da parte dell’islam contro gli attacchi delle nazioni europee.Sarebbe importante risalire alle origini per stabilire chi diede l’avvio agli scontri bellici.
Ma la vergogna viene quando sentiamo i presenti in sala ricordare appunto ai signori della religione opposta certe pretese degli islamici in Italia, che vogliono  gettare via il crocifisso, togliere certe parole dalle nostre preghiere,di non usare la parola Cristo
e praticamente annullare l’idea del  natale.Pero’ urlano se qualcuno ricorda loro alcune parole del Corano,che non rappresenta,come dicono,il libro dell’amore e della vita mentre detta leggi completamente diverse.
Chi vive  negli Stati Uniti sa bene che la popolazione americana si ribella e si e’ sempre ribellata agli “ospiti” stranieri che si permettono di criticare il loro modo di vita,la loro religione,il loro attaccamento alla nazione.Senza mezzi termini ti dicono:guarda che se non ti piace
quello che vedi,nessuno ti obbliga a restare.
Ebbene e’ quanto dovrebbero dire in Italia,anche se ci sono 1 milione 600 mila di religione islamica che si sono piazzati a casa nostra e intendono cambiare il nostro modo di vivere.Allora, caro Direttore, i problemi sono appena cominciati.  Presto,purtroppo,vedrete arrivare
una situazione da far rizzare i capelli. Avete in mano una bomba pronta ad esplodere ma in Italia (perdonate la sincerita’) vi
preoccupate di cose sciocche,spesso inutili.Dov’e’ l’Italia degli uomini pronti a difenderla,dove sono quelli che ancora amano la nostra Patria? Siamo davvero gli italiani “venduti”, come ci chiamano in molte parti del mondo?
Benny Manocchia