Teramo e Provincia

Teramo. LODEVOLE L’INIZIATIVA DELLA CAMERA DI COMMERCIO DI TERAMO DI DESTINARE 50 MILA EURO COME CONTRIBUTO A FONDO PERDUTO ALLE IMPRESE GIOVANILI

QUINDI COSTITUITE DA IMPRENDITORI DI ETA’ COMPRESA TRA I 18 ED I 35 ANNI CHE HANNO INIZIATO L’ATTIVITA DAL 1 GENNAIO 2015 , MA PURTROPPO SONO SOLO BRICIOLE IN CONFRONTO ALLA RIDUZIONE DI OLTRE 2,5 MILIONI DI EURO PREVISTI NEGLI ANNI PASSATI PER LE ATTIVITA’ PROMOZIONALI. E’ DISCUTIBILE CHE IL PRESIDENTE LAMENTI LE MINORI ENTRATE MA NON INTERVIENGA FATTIVAMENTE METTENDO, AD ESEMPIO, A DISPOSIZIONE DELLE IMPRESE GLI IMPORTI PREVISTI PER LE INDENNITA’ ED I GETTONI DI PRESENZA PARI QUASI A 300 MILA EURO. 

La CONFARTIGIANATO Imprese Teramo è preoccupata tantissimo per le imprese artigiane, principalmente per quelle del settore EDILE, le quali non crescono, di conseguenza, anche se riscontriamo qualche segnale positivo, non crescono le nuove iscrizioni alla camera di commercio. Non crediamo, a differenza di quanto dichiarato ai giornali qualche giorno fa dal Presidente di Casartigiani, sia il caso di gioire. La crisi permane in tutti i settori e specialmente nel settore edilizio; molte imprese dopo anni di promesse attendono ancora il pagamento delle fatture emesse alla P.A. . La cosa assurda è che molte imprese falliscono e qualche imprenditore, purtroppo, si uccide pure, nonostante siano creditori, a volte anche di milioni di euro, dello Stato, Regioni, Province e Comuni; anche i privati ultimamente tendono a ritardare i pagamenti forse indotti ad approfittare anche della lentezza della giustizia.

Gli incentivi sono necessari e a volte risolutivi, ma prima di concederli al nuovo imprenditore occorre necessariamente informarlo attraverso specifici corsi di formazione a cosa va incontro, quali sono gli adempimenti necessari e obbligatori, quali sono le spese da sostenere, e per ultimo quali sacrifici sono necessari per immettersi nel mondo economico. Spesso succede che i pochi risparmi personali, e dei loro genitori, vengano persi e a volte si indebitino pure prima di chiudere l’attività appena iniziata.

Il futuro imprenditore dopo aver appreso le difficoltà a cui va incontro, se si ritiene necessario, bisogna imparargli la professione attraverso  specifiche scuole di mestiere utilizzando, se necessario, anche Maestri Artigiani in pensione i quali  possono trasferire la loro esperienza, bravura e professionalità, oltre ad insegnare loro a lavorare in Sicurezza rispettando l’ Ambiente, il tutto sempre con la dovuta passione.

A questo punto la Regione Abruzzo, le Camere di Commercio e chi più ne ha più ne mette devono intervenire finanziariamente con contributi a fondo perduto, eliminare almeno per i  i primi tre anni tutti i costi relativi a INPS, INAIL, Tassa Camerale, Tasse in genere e tutte le altre bazzecole, in modo che il nuovo imprenditore possa  tranquillamente dedicarsi al proprio lavoro in tranquillità.

Purtroppo dobbiamo lamentare che la Regione Abruzzo dal 2008 non eroga più contributi al settore Artigiano anzi quel poco che stanziava negli anni precedenti alle Cooperative di Garanzia per l’abbattimento del tasso di interesse dei finanziamenti garantiti sono stati eliminati prima dal Governo Regionale di Centro Destra e successivamente anche da quello di Centro Sinistra. Non comprendiamo come si possa sperare di far ripartire l’economia se nel bilancio Regionale di oltre 6,5 miliardi di euro si prevede per Confindustria, Artigianato, Commercio e Turismo solo pochi milioni appena  lo 0,002 del bilancio stesso.     

Ricordiamo a tutti che il 98% delle imprese Italiane hanno meno di 20 dipendenti e sono quasi tutte imprese Artigiane quindi non riusciamo a capire come mai il Governo dialoghi, quasi sempre, solo con la CONFINDUSTRIA ignorando l’Artigianato, e come sia possibile altresì che il Parlamento seguiti a promulgare leggi solo per la grande impresa. Speriamo che presto ci sia una inversione di tendenza a livello Nazionale e Regionale per il futuro dell’Artigianato.

Attendiamo ancora, dopo diversi mesi, i chiarimenti chiesti in Consiglio Camerale a CASARTIGIANI, CNA, CONFCOMMERCIO e CONFINDUSTRIA sui dati e numeri di associati dichiarati in occasione del rinnovo del Consiglio Camerale.

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