MINORI. DISABILITÀ, GUARDARE A SVILUPPO EMOTIVO E STRUTTURA DEL SÉ

Lo dimostrano 2.500 video IRCCS San RAffaele. Se ne parla al Congresso IdO

Roma 16-18 Ottobre

Roma, 25 settembre – “Nell’ambito delle disabilità dello sviluppo dell’età evolutiva, e in particolare nelle disabilità intellettive, non si può non tenere conto della struttura di personalità che si forma attraverso lo sviluppo emotivo e la strutturazione del ‘sé’, eventi in gran parte influenzati dalle interazione precoci con la madre, il padre e i pari. Ne è convinto Giorgio Albertini, neuropsichiatra dell’IRCCS San Raffaele di Roma, in sintonia con una parte “sempre crescente della letteratura, e non solo recente”, che al XVI Congresso nazionale promosso dalla Scuola di Specializzazione in Terapia Psicodinamica del’Età Evolutiva dell’istituto di Ortofonologia (IdO) su ‘Il processo diagnostico nell’infanzia. Cosa e come valutare clinicamente sintomi e comportamenti del bambino’ (in programma a Roma dal 16 al 18 ottobre), parlerà de ‘La valutazione dello sviluppo emotivo: il modello Dosen (Saed – Scheme of appraisal of emotional development)”– (Leggi il progr amma:http://www.ortofonologia.it/allegati/XVI_Convegno_nazionale_IDO_Programma_presentazione.pdf)

Sulla base di questa constatazione è partita l’attività di Anton Dosen, psichiatra olandese tra i cofondatori dell’attuale società scientifica ‘Mental Health and intellectual disabilities’. “Nel suo lavoro- racconta Albertini- ha sempre stressato il modello bio-psico-sociale ed educativo per includere l’aspetto dello sviluppo emotivo che studia come il bambino struttura il suo sé”. Secondo il neuropsichiatra dell’IRCCS San Raffaele lo sviluppo emotivo è una tematica di cui ci si occupa poco: “C’è una grande attenzione allo sviluppo psicomotorio, psicocognitivo e agli aspetti comportamentali senza domandarsi cosa si celi dietro. Adesso in Olanda stanno rendendo lo Scheme of appraisal of emotional development (Saed) di Dosen una scala standardizzata e valicata- fa sapere il medico- e noi ci occuperemo di validarla per diffonderla in Italia, Belgio, Francia e Germania”.
Il gruppo di lavoro italiano è composto da Giampaolo La Malfa, psichiatra di Firenze; Giorgio Albertini, neurologo; Gianna Orsini, psicologo; Claudia Condoluci, pediatra; Alessandra Corbellini, logopedista.
In questo contesto, l’IRCCS San Raffaele ha introdotto una novità: “Il modello Dosen non prevedeva necessariamente dei video, invece noi, con il consenso dei genitori, videoriprendiamo i bambini a cui somministriamo la scala, quale schema di valutazione dello sviluppo emotivo. È importante perché la scala ci fornisce informazioni qualitative, in un mondo che sembra volere solo informazioni quantitative. Emozioni come la rabbia difficilmente potranno essere misurate su una scala numerica. Noi abbiamo registrato 2.500 video in questi ultimi 15 anni– ricorda il medico- e adesso stiamo andando a vedere retrospettivamente se alcuni sintomi e stati emotivi che i bambini avevano, hanno influenzato il loro assetto emotivo, cognitivo e comportamentale e dei comportamenti mal adattativi nell’età adulta”. A livello clinico “correliamo spesso il modello Dosen ad altri test: Ados, CARS (Childhood Autism Rating Scale) e Vineland per avere informazioni aggiuntive- precisa il medico- ma solo grazie ai video o tteniamo informazioni quantitative e qualitative”.
Il modello diagnostico Dosen si compone di quattro fasi della durata totale di 30 minuti per osservare il bambino in differenti situazioni: da solo, con l’operatore, con i genitori e, infine, con i pari. “Dalle informazioni ricavate si crea una specie di punteggio a cui corrisponde una particolare fase dello sviluppo: omeostasi (il bambino 0-6 mesi deve sperimentare l’equilibrio tra stimoli interni ed esterni), la fase dell’attaccamento, la fase dello sviluppo del sé, la fase dell’identificazione e la fase della consapevolezza . “Abbiamo osservato bambini dai 2 anni e mezzo ai 12 anni”.

Albertini conclude: “Vogliamo dimostrare che nei disturbi del neuro sviluppo, se in eta’ adulta compare ad esempio una sindrome depressiva con abbassamento del tono dell’umore, perdita di interesse e alterazioni del comportamento in giovane età adulta, questi quadri non nascono improvvisamente ma sono la risultante di un processo che può avere una predisposizione genetica che dipende anche da situazioni ambientali e che trova nelle fasi anche precoci dello sviluppo elementi predisponenti, aggravati da eventi poi ambientali avversi. Noi poniamo l’attenzione sullo sviluppo emotivo, lo sviluppo del sé e le competenze sociali. Le persone che hanno più successo- conclude- sono quelle che oltre all’intelligenza razionale per problem solving hanno anche un’intelligenza emotiva e sociale”.

Il convegno dell’IdO sarà l’occasione per presentare i risultati della ricerca unitamente ai test innovativi e alle scale di screening ideati dall’Istituto. Il Congresso sarà visibile gratuitamente anche in diretta streaming. Tutte le informazioni sul sito www.ortofonologia.it