Cultura & Società

Il cibo e i suoi valori simbolici nella cultura dei popoli del Mediterraneo Incontro con Maria Concetta Nicolai autrice del libro “Pane dell’uomo pane di Dio” (Edizioni Menabò)

 

 lunedì 6 luglio ore 18, 00 – Padiglione Italia EXPO – Milano

 

Lunedì 6 luglio alle ore 18,00 presso il Padiglione Italia – EXPO Milano – si svolgerà l’incontro con Maria Concetta Nicolai, autrice per le Edizioni Menabò del libro Pane dell’uomo pane di Dio, novità editoriale che verrà presentata in occasione della settimana del protagonismo abruzzese all’EXPO.
L’autrice offre una riflessione sul cibo e i suoi valori simbolici che prende avvio dal banchetto che Prometeo offre a Zeus e che da millenni tocca la cultura dei popoli che si affacciano sul Mediterraneo. Un banchetto che si basa sull’inganno e che pertanto costituisce una “hibrys” imperdonabile, ma che, nello stesso tempo, rappresenta una sfida che l’umanità lancia alla comprensione del Sacro.

Il mito, la letteratura classica e l’archeologia sono le coordinate su cui si basano la “sacralità, l’identità collettiva e l’antropologia del cibo nell’Abruzzo antico e la loro persistenza nelle tradizioni popolari religiose” (come recita il sottotiolo del libro): un lungo excursus denso di riferimenti e rimandi che non si esaurisce con l’alimentazione e il nutrimento fisico.  È un libro, scrive Franco Farinelli in postfazione: “che si presenta non soltanto come libro di antropologia, di folklore o di cucina arcaica ma svela le prime mosse del misterioso, originario processo che tiene insieme quel che siamo con quello che conosciamo, e getta luce su come facciamo a conoscerlo”.

Con questo preciso obiettivo l’autrice traccia un  suggestivo viaggio  che parte da quando il neonato associa alla richiesta e all’offerta del latte materno un  linguaggio relazionale che innesca una serie di dinamiche su cui esempla ogni altra situazione che inerisca ad una necessità espressa. “La declinazione politica del cibo vede riverberata potentemente in sé la radice sacra, documentata  nel testo anche attraverso il perfezionamento di un sistema, a volte privativo, a volte concessorio  che regola la giusta ed equilibrata corrispondenza del credente con la sua religione, all’interno della quale  il modo di alimentarsi stabilisce la qualità della fede”, commenta Luciano D’Alfonso nella sua Presentazione.

Rosanna Tuteri, illustrando  i motivi della scelta iconografica che completa il volume, attingendo alle più significative scoperte archeologiche fatte negli ultimi anni in Abruzzo, aggiunge che “la stretta connessione tra banchetto e religione emerge dagli oggetti disposti sui tavoli da mensa e di servizio, puntualmente riscontrata dai rinvenimenti nei contesti di scavo, relativa al sacrificio rituale, alla cottura delle carni e al banchetto vero e proprio per il consumo del pasto con cibi diversi e del vino”.

La seconda parte del libro espone le origini di una serie di tradizioni  religiose abruzzesi ed a proposito della porchetta  che tanta parte ha nella festa popolare, Maria Concetta Nicolai richiama all’attenzione del lettore la “porca caesa”  su cui giurano nel 91 a. C.  i federati della guerra sociale, così come appare sul rovescio della medaglia commemorativa coniata a Corfino: “I federati, che su recto avevano posto l’immagine dell’Italia, identificata con la Mater Matuta coronata di alloro, sul verso raffigurano il giuramento di otto rappresentanti della lega federale che, in assetto di guerra, stendono le spade sulla scrofa da sacrificare, sul cui corpo il pater patratus innalza il vessillo sociale”. Né mancano i puntuali  riferimenti alle offerte cereali, ai pani, alle panarde che connotano tante processioni e festività religiose.

 

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