Teramo e Provincia

Atri. Anche i Giovani Democratici del Cerrano contro l’intitolazione di un luogo pubblico a Giorgio Almirante

 

Riceviamo dai GD-Cerrano

 

Toponomastica e Figurine

Oggi pomeriggio, su proposta del Sindaco Gabriele Astolfi, il Consiglio Comunale di Atri dibatterà sull’intitolazione di uno spazio urbano a Giorgio Almirante. L’argomento può forse sembrare di nessun interesse pratico, ma solo apparentemente, perché in realtà la toponomastica è un argomento importante quanto un’aliquota di TASI. I nomi che si danno ai luoghi rappresentano la carta d’identità dell’autopercezione di una comunità, e appendere una targa di marmo dedicata a un personaggio in un luogo pubblico significa proporre quel personaggio come modello per i giovani. Per questo, pur lasciando al Consiglio Comunale l’onere di discutere nel merito del progetto, dobbiamo prendere posizione e dire chiaramente che non possiamo accettare la parificazione con Enrico Berlinguer implicita nella scelta del Comune: perché, dalla nostra prospettiva, non ha alcun senso storico, e denota una concezione mercantile della memoria pubblica indegna di una città antica e dotta come Atri. Ma andiamo con ordine.

Alla generazione cui appartiene il Sindaco Astolfi, forse Enrico Berlinguer e Giorgio Almirante appaiono soprattutto come i segretari nazionali di due Partiti della Prima Repubblica fieramente avversi, e le loro personalità possono confondersi fino a essere considerate intercambiabili. Ma noi siamo giovani nati negli anni Ottanta e Novanta. Il nostro sguardo, per forza di cose, è diverso, e paradossalmente può essere più in grado di inquadrare le due personalità nella giusta prospettiva storica: perché il nostro rapporto con un Berlinguer o un Almirante non è quello emotivo del tifoso, ma quello ragionato dello studente, che apprende quei nomi dai libri di storia.

Proprio dai libri di storia, la nostra generazione può scoprire che quando Berlinguer aveva su per giù la nostra età era un giovane militante, torturato dai carcerieri nazifascisti durante la guerra civile del 1943-1945, che all’interno della Federazione Giovanile comunista si distingueva per la posizione critica nei confronti dell’Unione Sovietica. Quando Almirante aveva la nostra età, invece, di professione faceva il redattore di un giornale che si chiamava “La Difesa della Razza”, traduceva dal tedesco le idee razziste e antisemite in voga nel Terzo Reich, e prendeva parte alla repressione violenta del movimento partigiano. Potremmo sbagliare, ma dal nostro punto di vista di osservatori antifascisti non sembrano proprio due figure intercambiabili, da scambiarsi come due figurine.

Andando avanti nel tempo, scopriamo che mentre Berlinguer disegnava con Aldo Moro la strategia del “compromesso storico”, per evitare all’Italia il destino di autoritarismo toccato al Cile, Almirante finiva implicato in torbide vicende giudiziarie legate agli anni di piombo (la strage di Peteano), da cui si salvava a più riprese grazie all’immunità parlamentare, e faceva pubblicamente appello ai giovani italiani perché seguissero il modello della dittatura dei “colonnelli” in Grecia. Di nuovo, ogni cittadino antifascista, anche non di sinistra, non dovrebbe avere dubbi su da che parte stare.

Forse, Sindaco Astolfi, è sbagliata proprio l’idea di applicare la “par condicio” ai nomi delle strade. Nella storia spesso le posizioni sono sfumate, e il torto e la ragione sono equamente distribuiti fra i suoi protagonisti. Nella guerra civile italiana del 1943-45 non fu così. In quei due anni, Giorgio Almirante aveva convintamente sposato la causa sbagliata, mentre Enrico Berlinguer aveva scelto quella giusta. Fra partigiani e repubblichini non può esserci “par condicio”: non lo dicono i Giovani Democratici di Atri, caro Sindaco, ma la Costituzione su cui Lei ha prestato giuramento.

E allora bando all’ipocrisia. Caro Sindaco, nulla ci farebbe più piacere che vedere una strada della nostra città dedicata a un gigante della nostra parte politica come Enrico Berlinguer. Noi giovani democratici lo considereremo un modello sia che il suo nome entri nella toponomastica atriana, sia che non vi entri. Non possiamo dire lo stesso di Giorgio Almirante: e non per faziosità, ma perché conosciamo la storia di questo Paese. Se sente il bisogno di controbilanciare “a destra” Largo Berlinguer, dedichi pure una strada a un democristiano anticomunista come De Gasperi, a un liberale come Luigi Einaudi o a un monarchico come Giovannino Guareschi. Non avremo obiezioni, anzi: accoglieremmo con estremo favore un progetto sulla toponomastica di ampio respiro che preveda anche conferenze per gli studenti degli ultimi anni degli istituti superiori, in cui il contributo di uomini e donne di tutti gli schieramenti alla vita politica del nostro Paese venga soppesato da prospettive diverse e inserito nel corretto contesto storico. Ne trarrebbe beneficio la consapevolezza di tutta la cittadinanza, e magari si aiuterebbero i cittadini a “far pace” con la politica, dopo anni in cui essa è apparsa come una ruberia legalizzata. Ma che sia un lavoro meditato, non uno scambio di gagliardetti. Se la Sua idea è quella di barattare un Largo Berlinguer contro una Via Almirante, senza far luce sulle loro diverse responsabilità, per creare nelle generazioni future una memoria confusa e oscura come la notte in cui tutti i gatti appaiono grigi, non potremo in alcun modo dirci d’accordo.

 

Francesco Sfredda

Referente Atri

Giovani Democratici del Cerrano

image_pdfimage_print
Condividi:

Leave a Comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Controllo anti spam: * Time limit is exhausted. Please reload CAPTCHA.