Roseto. Comitato contro l’aumento della Tarsu

 

Roseto degli Abruzzi

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COMUNICATO STAMPA

La richiesta si riferisce specificamente sia al primo “ingiustificato” aumento della TARSU pari al 60% deliberato nel 2007 dalla Giunta Comunale e sia al secondo ed ancor più ingiustificato aumento del 25% deliberato nel 2010, ambedue gli aumenti provocati non da negligenza o morosità dei Cittadini, ma “precisamente” dalla necessità e urgenza di dare copertura agli “incredibili” maggior costi di gestione e di amministrazione dei vecchi e dei nuovi servizi di raccolta dei rifiuti.

Il Comitato contro l’aumento della TARSU, chiede al Sindaco Enio Pavone e all’Ufficio di Ragioneria di avviare le pratiche per la restituzione, prima di tutto alle famiglie, un quota significativa del milione e quattrocentomila euro corrispondente a quanto il Comune di Roseto, il CIRSU e la SOGESA hanno richiesto in più in questi sette anni senza averne precisato e dimostrato il relativo titolo.

In base alle norme di legge vigenti in materia, al fine di attuare un efficiente ed adeguato servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani, bisognava procedere ad una valutazione attenta dei costi e dei benefici dell’affidamento del servizio in termini di efficacia ed economicità della gestione, la quale, come è noto, ha invece provocato una consequenziale e concreta “pesantissima” ricaduta economica sui Cittadini contribuenti, sui bilanci familiari e delle attività produttive, già duramente colpite dalla crisi in atto.

Il Sindaco in carica, a qualunque schieramento politico appartenga, è oggi il rappresentante della intera Comunità, ed in quanto tale deve essere un “garante” di tutti i Cittadini e fare quanto di sua propria competenza per “restituire” ai Cittadini, ai pensionati, ai lavoratori, ai molti attuali disoccupati, in cassa integrazione, in attesa di rientrare al lavoro, alle giovani coppie ed ai soggetti economici maggiormente in difficoltà, le somme ad essi arbitrariamente richieste e non dovute.

La lesione grave di un diritto è stata derivata dai ripetuti e “non motivati” aumenti della TARSU, provocati anche da una cattiva e persistente gestione di un servizio “pubblico” essenziale, che in altri Comuni più virtuosi, attraverso la razionalizzazione dei costi e la eliminazione degli sprechi, ha prodotto efficienza e riduzione delle tariffe.

Pio Rapagnà ex-Parlamentare

portavoce pro-tempore del Comitato

Roseto degli Abruzzi, 30.4.2015