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SIAAIC E SERIE A PER ALLERGY DAY: L’ALLERGICO VINCE, ANCHE CON LO SPORT. LA SENSIBILIZZAZIONE PARTE DALLA SERIE A

Due testimonial d’eccellenza: Luca Toni dell’Hellas Verona e Sergio Pellissier del Chievo Verona. Proprio le due società del capoluogo veneto sono tra quelle che hanno maggiormente supportato l’iniziativa.

 

 

 

Fra 265 atleti partecipanti ai giochi olimpici di Sidney la prevalenza di prove allergiche positive era il 33% e il 25% di tali atleti presentava sintomi clinici. L’allenamento può migliorare i sintomi asmatici, la qualità della vita, la resistenza all’attività fisica e la funzione polmonare, così come ridurre l’iperreattività delle vie aeree.

 

Allergy Day – Sport e specialisti uniti per sensibilizzare sulle allergie

Un’iniziativa di SIAAIC, Società Italiana di Allergologia, Asma ed Immunologia Clinica, FIGC, Federazione Italiana Giuoco Calcio, e Lega di Serie A

In tutti gli stadi dei match di Serie A

25 e 26 aprile 2015

 

INSIEME PER LE ALLERGIE – Grazie ad un accordo della SIAAIC, Società Italiana di Allergologia, Asma ed Immunologia Clinica, con la FIGC, Federazione Italiana Giuoco Calcio, e la Lega di Serie A, la 32a giornata (25 e 26 aprile) vedrà i calciatori impegnati in una campagna di sensibilizzazione sulle allergie, in occasione dell’Allergy Day, giunto alla sua quarta edizione. All’inizio dei match, sarà esposto uno striscione e saranno proiettati due video della durata di 30 secondi. A disposizione anche cappellini ad hoc per gli allenatori, per consolidare il rapporto tra il mondo dello sport e la cura delle allergie, con il fine ultimo di dare un’immagine positiva: “l’allergico vince”.

 

I TESTIMONIAL – Novità di quest’anno, due testimonial d’eccellenza: Luca Toni dell’Hellas Verona e Sergio Pellissier del Chievo Verona. Proprio le due società del capoluogo veneto sono tra quelle che hanno maggiormente supportato l’iniziativa. Inoltre, con 37 e 36 anni di età, Toni e Pellissier sono anche il simbolo che lo sport si può fare ad ogni età. Sono stati scelti per sottolineare che il connubio sport-allergologia deve essere positivo, senza limitazioni per chi è allergico.  Occorre evitare che l’asmatico rinunci a fare sport; l’importante è che ci sia sempre un costante riferimento medico.

 

I DATI – In uno studio riguardante 2060 atleti, che effettuavano 68 diversi discipline, il 17% soffriva di rinite allergica primaverile, fra questi il 59% necessitava di terapia durante la stagione pollinica. Gli atleti con rinite allergica primaverile avevano maggiori sintomi legati all’esercizio fisico e risultavano inadeguatamente trattati per tale sintomatologia. In un altro studio effettuato fra 214 atleti partecipanti alle Olimpiadi del 2000, il 56% riferiva importanti sintomi riguardanti rinopatia allergica. Solo il 41% presentava test diagnostici positivi per almeno un allergene e il 29% riferiva associata congiuntivite allergica stagionale. Fra 265 atleti partecipanti ai giochi olimpici di Sidney la prevalenza di prove allergiche positive era il 33% e il 25% di tali atleti presentava sintomi clinici.

 

GLI OBIETTIVI DELLA CAMPAGNA – “Il primo messaggio che si vuole comunicare – sottolinea il Prof. Gianenrico Senna, Responsabile Allergologia Azienda Ospedaliera di Verona e Vice Presidente della SIAAIC – è che le allergie sono comuni in ogni fascia di età e in tutti coloro che praticano sport. Tuttavia se ben curata, l’allergia non è un ostacolo per lo sport. Talvolta c’è un certa retsistenza degli atleti professionisti di fronte all’uso ai farmaci, visti come potenziale doping. Oggi in realtà i farmaci per le allergie non solo non sono assimilabili a sostanze dopanti, ma non influiscono neppure sulla prestazione. Il secondo messaggio è quello relativo alle allergie alimentari: l’alimentazione è importante, serve per fare bene nello sport, ma laddove c’è allergia serve il parere di uno specialista che identifichi i cibi responsabili delle razioni allergiche e suggerisca le modalità per escluderle dalla dieta utilizzando metodiche diagnostiche validate.

 

L’IMPORTANZA DELLO SPORT – “L’esercizio fisico regolare è uno dei modi più efficaci per mantenere uno stato di buona salute – dichiara la Prof.ssa Erminia Ridolo, docente di Allergologia e Immunologia Clinica presso l’Università di Parma e consigliere Siaaic – Una buona parte della popolazione generale effettua competizioni sportive, tra cui molte persone affette da asma. Recenti dati scientifici hanno ribadito che quando l’asma risulta ben controllata non rappresenta limite alla performance sportiva. Infatti l’allenamento può migliorare i sintomi asmatici, la qualità della vita, la resistenza all’attività fisica e la funzione polmonare, così come ridurre l’iperreattività delle vie aeree. Tuttavia l’esercizio fisico porta spesso a respirare a bocca aperta provocando così una maggiore penetrazione di allergeni e inquinanti atmosferici nelle vie aeree. Non è sorprendente che, comparati ai non atleti, atleti che effettuano discipline di endurance elevata presentano una maggior prevalenza di patologie respiratorie, come rinite e asma. E’ possibile viceversa osservare broncocostrizione e dispnea indotte da esercizio fisico, in atleti che non hanno diagnosi di asma. Tali manifestazioni si notano particolarmente negli atleti che effettuano sport invernali e nuotatori rispetto alla popolazione generale”.

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