Lettere

Roseto degli Abruzzi. Polemica Rapagnà-Giunco, 2° puntata

Pio Rapagnà – ex Parlamentare

Via Lombardia, 10

64026 Roseto degli Abruzzi (TE)

DICHIARAZIONE ALLA STAMPA LOCALE

Sull’ultimo numero cartaceo di Eidos oggi in distribuzione in edicola e nei locali pubblici e privati di Roseto e Pineto, nella pagina “Lettera al direttore”, l’amico e storico William Di Marco firma e pubblica un intervento intitolato: “Lettera di Pio Rapagnà al nostro amico Mario Giunco“.

Il Direttore di Eidos risponde, al posto di Mario Giunco da me duramente criticato e contestato nel merito dei contenuti “falsi e diffamatori” nei confronti di Ignazio Silone riportati in un intervento apparso sullo scorso numero di Eidos a firma di Mario Giunco e avente come titolo: “Silone, il segreto dei suoi occhi – Ancora nuovi documenti, ma il mistero rimane”.
William Di Marco, come Direttore editoriale, risponde ad una mia lettera della quale però non pubblica contestualmente il contenuto, in modo tale che chi legge la sua risposta si possa rendere conto di che cosa si tratta e, così poter verificare di persona che non corrisponde al vero che io nella lettera abbia “accusato” Mario Giunco “di essere fascista e quant’altro”, poiché in essa io, invece, parlo di Mario Giunco testualmente come “
già fedele allievo dello storico fascista Raffaele D’Ilario“.
Purtroppo per l’amico e storico William Di Marco e per i tanti lettori, per quanto non ce lo saremmo aspettati, lo “storico” Mario Giunco, parlando del “mistero” di Ignazio Silone, ha fatto riferimento al 
Romanzo di Renzo Paris “IL FENICOTTERO – VITA SEGRETA DI IGNAZIO SILONE”, che, dunque, essendo un “romanzo”, non è un’opera storica scritta da uno “storico”.
A tutte le altre “gratuite e fantasiose” affermazioni dell’amico William Di Marco, sul 
“veleno ideologico” degli anni ’70, su Indro Montanelli (gambizzato) che, a suo modo di liberale e garantista, difende Silone dalle falsità e condanna, senza regolare processo, di alcuni storici, e sugli ismi (totalitarismi) ritirati in causa in questa triste vicenda, spero di poter rispondere per iscritto nel prossimo numero di Eidos.
Intanto ricordo ai tanti smemorati della ricerca storica e letteraria, che 
Ignazio Silone è stato esule e ricercato dal regime fascista ed il fratello Romolo Tranquilli gli è morto nelle carceri fasciste, e che sono loro “personalmente” ad essere state le vittime dei totalitarismi (fascismo e nazismo) che certi “presunti” storici fascisti, come per esempio Raffaele D’Ilario a Roseto, hanno esaltato, condiviso e difeso fino all’ultimo e senza alcun segno di autocritica e di vergogna.
Per questo, ed in questa circostanza “pubblica”, 
mi aspetto nei prossimi giorni le scuse da parte degli amici storici Mario Giunco e William Di Marco, avendo io fatto semplicemente il mio dovere di cittadino, antifascista e democratico, a nome e per conto di Ignazio Silone che non può più difendersi e a tutela della sua memoria, e chiedo, dopo tanti anni di calunnie e diffamazioni nei confronti di “un povero cristiano”: in quale regolare processo è stato processato e condannato Ignazio Silone? Chi lo ha denunciato? Chi eventualmente lo ha difeso? E quale Tribunale ha emesso la sentenza?

Pio Rapagnà – ex Parlamentare rosetano

Roseto degli Abruzzi, 4 aprile 2015

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