MARIO ADINOLFI PRESENTA A PESCARA “VOGLIO LA MAMMA”,

 

I #figli non si pagano, per una #moratoria Onu contro l’utero in affitto.

Il giornalista e politico romano, fondatore e direttore responsabile del quotidiano La Croce, a Pescara domenica 12 aprile per presentare la richiesta di #moratoria Onu contro l’utero in affitto e il libro “Voglio la mamma”, in cui contesta quelli che secondo lui rappresentano i falsi miti di progresso.

 

Un pubblico attento e interessato ha accolto Mario Adinolfi, in visita a Pescara per presentare il libro “Voglio la mamma. Da sinistra, contro i falsi miti di progresso”, edito da Youcanprint nella collana di saggistica e pubblicato nel 2014. L’incontro, svoltosi domenica 12 aprile nella sala consiliare del Comune di Pescara, è statoorganizzato in collaborazione con il Centro Servizi per il Volontariato di Pescara, l’associazione Stella del Mare, il Forum delle Associazioni Familiari dell’Abruzzo, l’associazione culturale San Benedetto, il Centro di Aiuto alla Vita e il Movimento per la Vita Abruzzo. L’evento ha fornito l’occasione per approfondire le tematiche legate a quelli che per Mario Adinolfi rappresentano i “falsi miti di progresso” (aborto, eutanasia, matrimonio omosessuale, utero in affitto), oltre che per promuovere la moratoria Onu contro l’utero in affitto.

A introdurre i lavori sono stati Vincenzo D’Incecco e Marco Presutti, consiglieri comunali di Pescara, che, spogliandosi delle differenti e opposte appartenenze politiche, sostengono la causa della moratoria Onu contro l’utero in affitto.

Giornalista e politico, nato a Roma nel 1971, Mario Adinolfi è fondatore e direttore responsabile del quotidiano La Croce, in edicola e online dal 13 gennaio 2015. In 122 pagine di “Voglio la mamma” Mario Adinolficontesta i “falsi miti di progresso”, invitando la politica a stare dalla parte dei più deboli.

Mario Adinolfi, quali sono i “falsi miti di progresso”?

Quando parlo di falso mito del progresso, mi riferisco all’offensiva antropologica che vuole raccontarci la trasformazione delle persone in cose come qualcosa di positivo. Sono falsi miti del progresso quelli che reificano la persona umana, cioè la rendono un oggetto di compravendita. Penso ad esempio ai meccanismi dell’utero in affitto che sfruttano la donna, la sua corporeità, la sua maternità: si acquista il frutto del suo ventre, cioè il bambino che diventa a sua volta un oggetto di compravendita come anche l’ovulo e il seme. Ecco, tutto questo mi preoccupa, perché viene considerato una grande evoluzione dell’umanità, mentre per me è un falso mito del progresso. Ci ho scritto sopra un libro e lo racconto tutti i giorni sul quotidiano La Croce e oggi sono a Pescara per parlarne con la città.

E proprio a proposito di utero in affitto, state raccogliendo anche delle firme per una moratoria Onu. Ma volendo enfatizzare e ribaltando il punto di vista sulla donazione, la pratica dell’utero in affitto non potrebbe essere considerata come uno strumento di estrema generosità, poiché si dona a qualcuno qualcosa di cui l’altro non può disporre?

Il problema è che non è un dono: c’è di mezzo la compravendita, ci sono di mezzo i contratti e le agenzie intermediarie che spendono e fanno spendere molti soldi per queste pratiche. Non c’è alcuna donazione. Nessuna donna si fa bombardare di ormoni e porta avanti una gravidanza per regalare un bambino a un altro. Lo fanno perché ci sono dei contratti molto specifici, tipizzati, in quei pochi paesi in cui questa norma è accettata e che sono quelli rispetto ai quali noi chiediamo con le Nazioni Unite una moratoria. Anche qui a Pescara stiamo raccogliendo delle firme per chiedere che l’Onu faccia una moratoria sull’utero in affitto in quegli otto paesi che possono applicare questa norma che io ritengo barbara. Stati Uniti,  Russia, Canada, Ucraina, India, Bangladesh, Thailandia, Cina: sono questi i luoghi dove si applica questa pratica folle e chiunque la conosca sa che non è una pratica di donazione, ma di compravendita anche molto costosa. E ovviamente se un oggetto di compravendita è una macchina va bene, ma se è una donna o un bambino, ritengo che se ne debba almeno discutere.

         Per lei tra i falsi miti del progresso sono da annoverare anche i diritti alle coppie omosessuali?

In conseguenza sì, perché due omosessuali non possono fare figli se non attraverso una pratica che è quella dell’utero in affitto, poiché non possono fare null’altro che questo. Anche la legge che è in discussione in questo momento al Senato, il DDL Cirinnà, prova a mascherare le cose, parlando di stepchild adoption, ma di fatto quest’ultima serve a legittimare l’utero in affitto che è stato per altro praticato da un senatore della commissione Giustizia che ha votato a favore di quella norma. Trovo che questa cosa debba essere detta con chiarezza ai cittadini, che poi se ne faranno un’idea decidendo anche con le mobilitazioni di opinione pubblica come quelle di oggi a Pescara.

         Non crede però che in questo momento agli omosessuali siano riconosciuti meno diritti, almeno sul fronte delle unioni civili? A Roma, per esempio, la giunta capitolina ha approvato una delibera che riguarda il cosiddetto piano LGBT che mira a contrastare le discriminazioni e a favorire un clima sociale rispettoso delle differenze. Cosa ne pensa?

Ovviamente queste sono riforme a costo zero, che si possono fare facilmente per farci sopra propaganda. Io dico che gli omosessuali come tutti, sono persone come noi, identiche; abbiamo tutti gli stessi diritti, identici. C’è però un’altra questione: cos’è il matrimonio? Da più di duemila anni è qualcosa di molto specifico. Se vogliamo equiparare tutto rischiamo di creare una forte confusione del diritto di famiglia. I diritti devono esserci tutti, devono essere tutelati senza chiedere se sei omosessuale o no: su questo non c’è niente da discutere, tant’è che io la mia battaglia sull’utero in affitto non la faccio contro gli omosessuali, la faccio contro l’utero in affitto, sia se fatta da coppie omosessuali che da coppie eterosessuali, con la particolarità però che le norme che vogliono andare verso il matrimonio omosessuale poi prevedono sempre la legittimazione dei meccanismi dell’utero in affitto.

Aborto, eutanasia, pillola abortiva, preservativo: anche questi per lei sono falsi miti del progresso?

Sì, anche quelli sono falsi miti del progresso. Secondo me la persona umana va tutelata, questo è l’elemento principale, soprattutto se è una persona debole. Il bambino nascituro, il bambino malato, l’anziano malato sono persone deboli. La mia logica è quella che dice sto con il più debole, sempre. E l’idea che vengano soppresse queste persone, affermando per altro che lo si fa per il bene dei soppressi, suona un po’ ipocrita, falso. Lo si fa per propria comodità, ma almeno lo si dica, lo si dichiari. Io sono contrario.