Lettere

Lettera aperta al Sindaco di Teramo

Egregio signor Sindaco,

la sua temerarietà e la sua imperiosità sono note ed evidentemente anche apprezzate, dacché la maggior parte degli italiani e dunque dei teramani  è interessata, non alla realtà in quanto tale, ma ad una interpretazione autorevole e ad una rassicurante  rappresentazione di essa. Ma questa autoreferenzialità diventa inaccettabile quando assume i caratteri della spudorata menzogna.

Il question time  tenutosi  ieri in Consiglio, come sempre si è risolto in una risibile pantomima dove le risposte alle domande più scomode sono sistematicamente rinviate in sine die ed i particolari più irrilevanti assurgono ad una stucchevole centralità. Fin qui nulla di sorprendente, il copione è conosciuto.

Ma lei si è sbilanciato fino a smentire l’impegno assunto all’ultimo Consiglio del 27 novembre, di rispondermi per iscritto sulla questione Fratarcangeli  e questo non glielo consento. Se vuole essere preso sul serio, si comporti seriamente se le piace fare il Joker da Joker sarà trattato. Da lei esigo quantomeno il rispetto formale se non sostanziale. Avrebbe potuto rispondere nei più disparati modi, giacché appunto non le difettano né l’immaginazione né la spavalderia, ma non offendendomi con la sua dissimulazione.

Antefatto:

con una mozione le ho chiesto di ragguagliare il Consiglio circa i provvedimenti che la sua Amministrazione intendesse adottare, in merito al ritardo nell’attivazione del servizio di trasporto scolastico, di cui è affidataria la ditta Fratarcangeli, alla luce del parere espresso dall’Avvocatura in data 11/11/2014. Tale parere esclude, in capo alla Ditta,  non solo l’obbligo contrattuale alla prestazione del servizio, poiché alla riapertura delle scuole (avvenuta il 10 settembre) non esisteva alcun contratto che la legasse al Comune di Teramo, ma anche qualsiasi responsabilità precontrattuale, dato che il Piano trasporti che modificava le condizioni del contratto scaduto, le era pervenuto soltanto il 5 settembre.

La sua risposta è nel verbale di Consiglio di cui, come l’ho preavvisata, pubblicherò lo stralcio più saliente: “…mi dia una settimana di tempo e le risponderò o per iscritto a questa sua richiesta, previa presa visione di questo parere, ripeto, di cui io non sono a conoscenza e questo però è un problema mio, della mia Amministrazione, che domani mattina discuterò con l’Avvocatura, per capire innanzitutto perché è stato fatto questo parere, chi l’ha chiesto e poi soprattutto perché io non ne sono a conoscenza. Quindi le chiedo una settimana di tempo

Fatto:

con una interrogazione, ieri, le ho chiesto di rispettare l’impegno preso e lei, ha negato sfrontatamente l’esistenza di tale vincolo ed ha anche affermato con un salto di logica davvero strabiliante, di non essere tenuto a rispondere, poiché  tali questioni non sono soggette alla discrezionalità della politica, bensì alla mera valutazione dei tecnici (!)

 

Epilogo:

capisco la sua difficoltà nel fronteggiare e giustificare simili accadimenti, ma è suo dovere di Amministratore individuarne le responsabilità ed assumere le risoluzioni del caso. Ed il caso in esame è molto semplice: se la responsabilità non è della Fratarcangeli, allora grava interamente sulla sua Amministrazione, in particolare nella figura dell’Assessore e/o del Dirigente preposti al settore.

A questo punto da lei mi aspetto una risposta pubblica, esauriente e definitiva.

Paola Cardelli Teramo

 

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