Teramo e Provincia

Teramo. Upa. Di Sabatino rilancia il progetto di regionalizzazione delle Biblioteche provinciali

 

 

Proposta sul demanio idrico: alle Province parte dei canoni che oggi incassa la Regione da utilizzare contro il dissesto idrico e la tutela della ridorsa idrica

 

 

 

Prima riunione dei nuovi presidenti provinciali, oggi a L’Aquila. Renzo Di Sabatino ha rilanciato la proposta di legge per la regionalizzazione delle Biblioteche Provinciali così come elaborata dagli stessi Direttori in vista dell’avvicinarsi della scadenza del 31 dicembre, quando, secondo la Delrio, la Provincia dovrebbe cessare le competenze relative alla cultura. “I tempi stringono – dichiara Di Sabatino in proposito – e se non cominciamo a fissare un’agenda operativa, su queste come su altre funzioni da trasferire a Regione e Comuni, rischiamo di far entrare in sofferenza i servizi”.

 

Altra partita è quella che riguarda il demanio idrico gestito dalle Province: un servizio che si occupa sia di rilasciare autorizzazioni sia di vigilare e comminare sanzioni. Gli utenti sono essenzialmente gli agricoltori e gli imprenditori che hanno necessità di prelevare le acque dai piccoli pozzi e dai corsi d’acqua superficiali. Per questa attività, delegata dieci anni fa dalla Regione, la Provincia riceve 8000 mila euro l’anno ma è la Regione a incassare sia i canoni che le sanzioni: milioni di euro.

 

“In dieci anni di delega la Regione Abruzzo ha incassato circa 2 milioni dal nostro servizio: si tratta di risorse che potremmo utilizzare, come del resto prevede la legge, per interventi contro il dissesto idrogeologico e la tutela delle acque – spiega Di Sabatino – in un momento nel quale il ridisegno di competenze e funzioni impone una rigida rivisitazione della spesa è necessario che vengano ricontrattate  le condizioni con le quali a suo tempo furono trasferite una serie di attività senza una adeguata copertura dei costi”.

 

Un trasferimento di risorse previsto dalla “Legge sul federalismo demaniale” (art. 3 comma 2 del D.Lgs n. 85 del 28/05/2010 ) che ha sancito che una quota dei proventi dei canoni ricavati dalla utilizzazione del demanio idrico venga destinato alle Province. Pur se in vigore da molti anni la Regione Abruzzo non ha ancora stabilito, tramite intesa con le Province, la quota dei proventi da destinare agli enti locali. Una quota che servirebbe a ristorare e risanare i danni ambientali che i territori subiscono per i prelievi.

 

La nostra, quindi, non è una semplice rivendicazione economica: una simile scelta gioverebbe all’ambiente e alla tutela quantitativa della risorsa idrica, garantendo maggiori controlli; alla tutela qualitativa della risorsa idrica dall’inquinamento come dalla riduzione del rischio idrogeologico; gioverebbe, infine, anche agli utenti con spese istruttorie e canoni minori delle attuali applicateconclude il Presidente.

 

Teramo 13 novembre 2014

 

 

 

 

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