Cultura & Società, In rilievo

Teramo. Grande successo al Teatro Comunale per “Tres”

di Alessia Stranieri

In scena una commedia brillante e irriverente con eccellenti interpreti

“Tres” di Juan Carlos Rubio con la regia di Chiara Noschese è stato il secondo appuntamento del cartellone di prosa della stagione teatrale della Riccitelli. La rappresentazione è andata in scena al Teatro Comunale di Teramo, raccogliendo applausi e regalando sorrisi e risate. Ben due ore di recitazione hanno intrattenuto egregiamente il pubblico presente in sala e in galleria totalmente partecipe di una trama esilarante ed irriverente. Le protagoniste, tre amiche del Liceo, si ritrovano dopo quasi trent’anni con vite diverse, ma ugualmente insoddisfacenti. Dopo una notte folle tra confessioni dolci-amare, risate, alcool e una complicità ritrovata decidono di dare una svolta alla loro esistenza. E proprio il “cambiamento” è il fulcro centrale della commedia da cui scaturiscono situazioni inaspettate e fortemente ironiche. Carlotta (Marina Massironi) la ex grassottella tradita, Marisa (Anna Galiena) l’attrice zitella allegra e Angela (Amanda Sandrelli) la vedova non allegra, giungono ad una conclusione: rimanere incinte insieme e per giunta dello stesso uomo. Parte la caccia al padre “usa e getta” ideale che rispecchi le caratteristiche volute dalle tre future mamme: alto, bello, senza pancia, con i capelli e eterossessuale. La Galiena, la Massironi e la Sandrelli sono incredibili e credibilissime nella loro interpretazione. Ironiche, spontanee con una mimica espressiva e una presenza scenica di grande impatto. Il prescelto dalle “tre donne disperate in menopausa in cerca del seme della vita”, come si definiscono, è il bravo e bello Sergio Muniz che interpreta Alberto, figlio del bidello della scuola frequentata da ragazzine, un tenero bambino di cui erano invaghite. “Tres” è una commedia moderna e ironica che tocca con leggerezza e humor argomenti che sicuramente sono più compresi dal pubblico femminile che maschile: la solitudine, l’orologio biologico che segna il tempo che scorre, la ricerca dell’uomo con la U maiuscola con cui condividere la vita e avere dei figli. La trama scivola in un intreccio di situazioni paradossali che si intensificano con l’ingresso in scena dell’uomo eletto, invitato per donare il proprio seme. Quest’ultimo, dapprima restio e moralista alla proposta indecente, cede all’offerta di una cospicua somma elargita per i suoi servigi. Una scenografia allegra e colorata, gli effetti delle luci stroboscopiche e le musiche calde e appassionate dei ritmi latini accompagnano la gestazione delle tre amiche che vivono sotto lo stesso tetto con il padre delle loro creature fino al colpo di scena: Alberto non è Alberto, ma Luis, un gigolò pagato anche da Angela per realizzare il suo desiderio di condividere con Marisa e Carlotta questa incredibile esperienza. Ma non è tutto! Il seme donato non è il suo, Luis lo ha comprato a sua volta e non si conosce il donatore. Le rivelazioni dell’uomo provocano scompiglio tra le donne che vedono crollare quella minima certezza e inveiscono contro l’impostore che, lasciando la scena, le apostrofa ” Le Vergini Maria del XXI secolo”. “Ma alla fine un uomo è sempre utile…portare le valigie, cambiare i pannolini e eventualmente altre esigenze femminili” e così le tre amiche, in preda alle contrazioni, ricontattano Alberto/Luis per una nuova proposta: essere il padre non biologico, ma questa volta rigorosamente senza scopo di lucro. Il bel Sergio Muniz, anche se in cuor suo ha già accettato, chiede “E cosa ci guadagno?”. La risposta è immediata e risolutiva in tutta la sua semplice grandezza “Una famiglia che si protegge ed ha un progetto di vita comune”. E tutti vissero felici e contenti insieme ai tre splendidi pargoli…di colore!

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