Cultura & Società, In rilievo

Teramo. Il giornalista Pino Scaccia incontra il Rotary Club Teramo

 

Venerdì 24 ottobre 2014, nel Ristorante “Sporting” di Teramo, Pino Scaccia, inviato storico del Tg1 Rai, ha incontrato i soci del Rotary Club Teramo, presieduto da Tommaso Navarra.

 

Dopo i consueti inni e ringraziamenti da parte del Prefetto del Club, Serafina Garbati, il Presidente ha introdotto e presentato l’ospite della serata ripercorrendo la sua attività di giornalista e, oggi, scrittore.

Pino Scaccia e Tommaso Navarra Pino Scaccia, Tommaso Navarra e Dino Venturoni Scaccia e Navarra Tommaso Navarra durante il suo intervento con Scaccia e Arangiaro

Scaccia ha seguito i più importanti avvenimenti degli ultimi trent’anni: dalla prima guerra del Golfo al conflitto serbo croato, dalla disgregazione dell’ex Unione Sovietica fino alla crisi in Afghanistan, oltre al difficile dopoguerra in Iraq (dove è stato l’ultimo compagno di viaggio di Enzo Baldoni) fino alla rivolta in Libia. Ha realizzato numerosi reportage in tutto il mondo, emergendo per alcuni “colpi” giornalistici: è stato il primo reporter occidentale ad entrare nella centrale di Černobyl dopo il disastro, a scoprire per primo i resti di Che Guevara in Bolivia e a mostrare le immagini fino a quel momento segrete dell’Area 51 nel deserto del Nevada. Si è occupato inoltre di cronaca con particolare riferimento a mafia, terrorismo e sequestri di persona oltre a terremoti e disastri naturali.

 

Durante l’incontro Scaccia ha presentato il suo ultimo lavoro: “Mafija. Dalla Russia con ferocia” (Round Robin Editrice, 2014), un libro-inchiesta che racconta la sua esperienza diretta in Russia agli inizi della cosiddetta “mafija”.

 

In Russia la chiamano “Organizacija” – ha detto Scaccia e si legge nel risvolto di copertina – C’è sempre stata, ma sulle ceneri del post comunismo è diventata una minaccia globale. Forse non è la mafia più forte, ma sicuramente la più ricca. Sfruttando le vecchie regole della nomenklatura, ha la capacità di trasformare in attività lecite tutto il malaffare: ha già invaso Europa e Stati Uniti. Possiede un vero esercito: centomila uomini attraverso seimila gruppi criminali (solo in Italia ne sono attivi sessanta) ma è quasi invisibile perché ripercorre le strade intraprese dagli oligarchi. Cerca soldi, più che sangue. Stretti gli accordi con tutte le grandi mafie del mondo ha un patrimonio smisurato di miliardi di dollari che reinveste nelle banche e nel mercato immobiliare. Attivissima nel traffico della droga, nella tratta di essere umani e nelle armi, mette paura per la potenzialità nel nucleare: sarebbe in grado di costruire addirittura la bomba atomica. L’ombra dei “padrini con il colbacco” circonderebbe anche il mistero della Concordia. E poi gli affari per il gas, i legami Putin-Berlusconi, lo sciagurato imbroglio kazako e sullo sfondo la caccia ai dissidenti e la strage dei giornalisti: trecento uccisi negli ultimi vent’anni. Con Mosca nuova centrale del capitalismo”.

 

Presenti anche Don Aniello Manganiello che è stato parroco di Scampia per sedici anni durante i quali ha combattuto la criminalità organizzata; Lorenzo Diana, ex senatore e Presidente della “Rete per la legalità”, considerato uno dei maggiori esponenti della lotte alle mafie, costretto a vivere sotto scorta; il giornalista Marcello Martelli e il caporedattore de “Il Centro”, Dino Venturoni.

 

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