FL GALLERY Bruna Esposito inconveniente

10 ottobre – 14 novembre 2014
Inaugurazione 9 ottobre, ore 18.30

FL GALLERY
Via Circo, 1 – Milano

Dal 9 ottobre al 14 novembre 2014 la FL GALLERY è lieta di presentare inconveniente, mostra personale di Bruna Esposito, una delle più note e significative artiste italiane della generazione emersa negli anni ’90. Il progetto presenta un corpo di lavori inedito ispirato all‘inconveniente, concetto inteso dall’artista come spunto per una riflessione non lineare sull’inaspettato, l’imprevisto e il non conveniente, visto sia come ostacolo che come risorsa.

L’artista trae dal dizionario Treccani online e commenta:

“ inconveniènte agg. e s. m. [dal lat. tardo inconveniens -entis, agg., comp. di in– e conveniens, part. pres. di convenire: v. convenire]. – 1. agg., letter. Che offende o è contrario alla convenienza; sproporzionato, inadeguato, inopportuno; ant., svantaggioso. È molto meno usato dei sinon. sconveniente (che ha inoltre sign. più grave) e disconveniente. 2. s. m. Fatto o situazione spiacevole, che reca disturbo o crea ostacolo, danno, disagio: sono sorti varî i.; rimediare a un i.; gli i. del traffico; leggero, grave, serio inconveniente. Anche, più genericam., lato negativo, svantaggio: questa soluzione presenta qualche i., ha parecchi i., non è senza inconvenienti; gli i. della celebrità, della coabitazione, ecc.

Rimbalza questa parola nella mia mente anche come titolo appropriato per la mostra. Cosa mi spinge a pensare questo titolo? Fare un’opera e fare una mostra può rivelarsi “inconveniente”? Cosa ci motiva, quando succede un serio inconveniente, comunque a fare? Realizzato con tavoli dei mercati ambulanti, carta da regali e coperte isotermiche, in mostra presento un corpo di lavori inedito, ispirato all‘inconveniente ”.

Dopo la strutturazione della suggestione attraverso una precisa definizione linguistica, Bruna Esposito esce dall’etimologia stretta – che vede l’inconveniente come sinonimo di sproporzionato, inadeguato, inopportuno o peggio di ostacolo, danno o disagio – per allargarne il senso al di là della negazione, trasformando così l’accezione negativa di inconveniente in potenziale occasione.

È caratteristica del lavoro di Bruna Esposito l’utilizzo di materiali eterogenei e linguaggi spesso legati al quotidiano, in un atteggiamento alchemico che li rielabora poeticamente coinvolgendo molti livelli sensoriali. Nel dare solidità a ciò che è transitorio, Bruna Esposito fa evolvere il rapporto tra l’opera e lo spettatore attraverso una nuova visione della realtà, partendo dall’apparenza minimale dei singoli elementi per arrivare a una monumentalità strutturale intrinseca dell’insieme, fatta di chiarezza espressiva e consapevolezza spaziale.

Bruna Esposito fa parte di quel momento dell’arte italiana che ha avuto il suo apice, e il suo pieno riconoscimento, con il Leone d’Oro vinto con altre quattro artiste italiane con l’inesistente padiglione nazionale dAPERTutto, curato da Harald Szeemann alla Biennale di Venezia del 1999. Un’artista, dunque, di grande spessore e sensibilità che ritorna per la terza volta con una personale alla FL Gallery, sua galleria di riferimento.

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Bruna Esposito è nata nel 1960 a Roma, dove vive e lavora, ha studiato al IV° Liceo Artistico Statale di Roma con Carmengloria Morales e ha frequentato un anno alla Facoltà di Architettura di Roma. Dal 1980 al 1986 si trasferisce a New York, dove lavora negli studi di Lucio Pozzi e Donald Judd e studia danza con Batya Zamir e Sally Gross. A New York crea, produce e realizza performance e happening teatrali in luoghi pubblici o non-profit, collabora con artisti, danzatori e musicisti americani e tedeschi tra cui Penelope Wehrli e, nel 1986, viene selezionata dal Whitney Independent Studio Program. Dal 1987 al 1989 si trasferisce a Berlino Ovest, dove realizza sculture galleggianti e happening site specific e sviluppa, grazie a due borse di studio dell’Internationale Bauausstellung Berlin, un progetto per due gabinetti pubblici a compost organico considerati utopici, prodotto con il supporto della Dena Foundation for Contemporary Art, della Fondazione Antonio Ratti e della Biennale di Istanbul, e costruito a Istanbul nel 2003.
Ha partecipato a numerose mostre collettive internazionali: Documenta X a Kassel nel 1997, La Biennale di Venezianel 1999 e nel 2005, Sonsbeek 9 ad Arnhem in Olanda nel 2001, la Biennale di Istanbul nel 2003 e nel 2006, la Biennale di Gwangju in Corea del Sud nel 2004, la Quadriennale di Roma nel 1996 e nel 2008 e la Prospect 1 – New Orleans nel 2008.
Le sue mostre personali istituzionali sono la Clocktower P.S.1 di New York nel 1999, Castel Sant’Elmo a Napoli nel 2002 e, nello stesso anno, il Museo d’Arte Contemporanea del Castello di Rivoli.
Ha vinto numerosi premi: l’Italian Studio Program P.S.1 a New York nel 1999, anno in cui riceve il Leone d’Oro della Biennale di Venezia per il Padiglione Italia dAPPERTutto. Nel 2001 riceve il Primo Premio Nazionale per la Giovane Arte Italiana e nel 2011 la Selezione al Premio della Camera dei Deputati per il 150° dell’Unità d’Italia.