Cultura & Società

CHARLES PEGUY VENERDÌ 31 OTTOBREL’INAUGURAZIONE DELLA MOSTRA PRESENTATA AL MEETING DI RIMINI

 

Secondo appuntamento del programma per il centenario

della morte del pensatore francese

“Storia di un’anima carnale” è il titolo della mostra che, dopo la presentazione al Meeting di Rimini, farà tappa a Teramo nell’ambito delle celebrazioni per il centenario della morte di Charles Péguy, il giovane socialista francese che si convertì al cattolicesimo e divulgò la propria fede in numerosi libri prima di morire  a soli quarantuno anni in battaglia durante la prima guerra mondiale.

La mostra, inserita nel calendario delle iniziative promosse dall’Ufficio Diocesano per il progetto culturale insieme a Salotto culturale “Prospettiva Persona”, Centro Servizi per il Volontariato della provincia di Teramo, Associazione Culturale “Gente e Gente” e Associazione Culturale “Charles Peguy” di Alba Adriatica, sarà inaugurata venerdì 31 ottobre, alle ore 18, nella Sala Caraciotti di via Torre Bruciata, e resterà aperta fino al 9 novembre. All’inaugurazione della mostra interverrà anche il regista e curatore, Massimo Morelli.

«L’apparente ossimoro della prima parte del titolo – si legge nella presentazione – aiuta a spiegare le numerose polarità della biografia di Péguy: la povera gioventù orleanese e l’attiva maturità nel cuore della cittadella culturale parigina, il mai rinnegato socialismo e la lotta contro l’ideologia partitica, il dreyfusismo e il patriottismo, la fedeltà alla condizione di sposo e padre senza negare i sentimenti che l’hanno messa alla prova, la passione per l’amicizia e la netta rottura con chi non ne condivideva più il motivo ideale, il pungente vigore di polemista e l’afflato poetico. Quell’apparente ossimoro dà poi ragione del filo conduttore che attraversa tutti gli scritti di Péguy: l’assoluto rispetto del reale concreto – carnale appunto – così come si pone, nell’inesausta ricerca della sua “anima”. Deriva da qui la sua persistente polemica contro ogni stortura ideologica: politica o dei “sistemi” teorici, giornalistica o letteraria, pedagogica o sociologica; tutte quelle cioè che caratterizzano il “mondo moderno”. Da ultimo e soprattutto, “anima carnale” definisce compiutamente la profonda e radicale percezione dell’avvenimento cristiano propria di Péguy».

 

Il programma delle iniziative proseguirà lunedì 3 novembre, alle ore 18, nella Sala San Carlo, dove è previsto l’incontro con i rappresentanti del mondo produttivo ed economico locale sul tema “Non si guadagnava; non si spendeva; e tutti vivevano”. La compagnia teatrale “Associazione l’Altro Cantiere” leggerà alcuni brani tratti dall’opera “Il Denaro” di Péguy. Martedì 4 novembre, alle ore 21, nella Sala Prospettiva Persona, si terrà invece un incontro sul film “Giovanna d’Arco” di Luc Besson. Seguirà venerdì 7 novembre, nell’auditorium San Carlo, una giornata di studi su Péguy dal titolo “Non si è mai parlato così cristiano”. Domenica 9 novembre, infine, sempre nell’auditorium San Carlo, alle ore 17,  serata conclusiva della mostra “Péguy e la speranza” con rappresentazione della compagnia teatrale “Associazione l’Altro Cantiere”.

 

Di modeste origini (sua madre era impagliatrice di sedie mentre suo padre morì pochi mesi dopo la sua nascita) Charles Péguy fu notato dal direttore dell’École Normale d’Orléans che lo fece entrare al Liceo di Orléans. Qui ottenne una borsa di studio che gli consentì di diplomarsi brillantemente e di entrare nel 1894 all’École Normale Supérieure di Parigi, dove fu allievo (e successivamente amico) di Romain Rolland e di Henri Bergson. In quegli anni sviluppò le sue convinzioni socialiste. Fondò la libreria “Bellais” vicino alla Sorbona. Nel 1900, dopo il quasi fallimento della sua libreria, si distaccò dai suoi soci Lucien Herr e Léon Blum e fondò la rivista “Cahiers de la Quinzaine” allo scopo di far scoprire nuovi talenti letterari e pubblicare sue opere. Vi collaborarono, tra gli altri, Romain Rolland, Julien Benda e André Suarès. Nel 1907 si convertì al cattolicesimo. Da allora in poi, produsse opere sia in prosa (di argomento politico e polemico) sia in versi (mistiche e liriche). Tuttavia, la sua intransigenza e il suo carattere appassionato lo resero sospetto sia agli occhi della Chiesa, di cui egli attaccava l’autoritarismo, sia ai socialisti, di cui denunciava l’anticlericalismo e in seguito il pacifismo. Tenente della riserva, durante la Prima guerra mondiale si arruolò nella fanteria. Morì in combattimento, all’inizio della prima battaglia della Marna, il 5 settembre 1914.

 

Teramo, 28 ottobre 2014

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