Teramo. Danza in carcere per la IX edizione del Festival Interferenze. Da evento a progetto culturale

 

 

Si chiama “Il coraggio di stare” lo spettacolo outdoor che Electa creative arts in collaborazione con il Circuito Abruzzo Danza propone sabato 27 settembre alle ore 10:30 e in replica domenica 28 settembre alle ore 9:30 nella Casa Circondariale di Teramo a Castrogno per il Festival Interferenze giunto alla sua IX edizione sostenuto dal MiBACT (Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo), dal Comune di Teramo e dalla Fondazione Tercas.

“Interferenze” spiega Eleonora Coccagna direttrice del Festival “è nato come esperienza di coinvolgimento della città e dei cittadini e nel corso degli anni si è modificato adattandosi alle esigenze del territorio, trasformandosi da evento di formazione e intrattenimento a progetto culturale a lungo termine finanziato dal MiBACT volto a favorire l’informazione, la divulgazione, la promozione e la comunicazione nel campo della danza. Grazie a questi finanziamenti il progetto Interferenze si sviluppa durante l’intero arco dell’anno e nel 2014 ha realizzato 40 spettacoli in 12 comuni differenti, seminari nelle scuole superiori, incontri con gli artisti, convegni all’Università, incontri tra operatori di settore, residenze artistiche, coproduzioni, mobilità di coreografi, progetti multidisciplinari, happening in location urbane e iniziative di monitoraggio e analisi delle realtà produttive della danza contemporanea locale” (vedi allegato). “Queste molteplici azioni hanno lo scopo di preparare il pubblico agli spettacoli, formarlo e aggiornarlo sulle ultime tendenze della danza contemporanea italiana e internazionale. e, contemporaneamente, vogliono favorire la produzione locale, la sua mobilità, creare delle sinergie con altri festival e teatri regionali e consolidare i rapporti con le reti e i partner nazionali ed internazionali (Festival Damça em transito – Rio de Janeiro, Festival Danse en Ville – Eupen, Liège, Belgio, Festival Ballo Pubblico Outdoor -Siena-Certaldo-Poggibonsi, FIND – Festival Internazionale della Nuova Danza di Cagliari, Anticorpi XL).

Il cuore del progetto Interferenze resta “lo spettacolo”, la performance, la proiezione all’esterno di un impegnativo lavoro “dietro le quinte” fatto di formazione e relazione, di educazione del pubblico e supporto agli artisti durato un intero anno, la sintesi di tanto lavoro preparatorio che vede nella presentazione al pubblico uno step fondamentale.

Ideatore e regista del “Il coraggio di stare” è Tommaso Serratore, impegnato da sempre nella ricerca e nell’integrazione tra danzatori professionisti e gente comune: “Mi piace lavorare con non professionisti, ho fatto parte del progetto  Co.Dance_Abitare Corpi, Abitare Luoghi, organizzato dal CRUD – Bella Hutter – Centro Regionale Universitario per la Danza di Torino in cui lavoravo con non professionisti, ed è stato amore a prima vista;” spiega Serratore “Questo lavoro è stimolante e impegna emotivamente i danzatori in un lavoro di formazione e integrazione oltre che di espressione corporea, ma coinvolge anche i detenuti che manifestano per la prima volta emozioni e stati d’animo attraverso la danza, e gli spettatori che per la prima volta andranno a vedere uno spettacolo di danza varcando la soglia di un carcere, un luogo dalle fortissime connotazioni negative. Grazie a questo lavoro” continua Serratore “ proviamo a ribaltare il pregiudizio negativo che marchia queste persone e, per sottolineare il cambio di prospettiva, abbiamo ribaltato anche lo spazio fisico, con gli spettatori su un palco e i danzatori in platea”.

Salvatore Insana, video maker vincitore della vetrina “014 – Video in cantiere” con il video “Strategia K”, accompagna il lavoro di Serratore e lo arricchisce dei suoi scenari “cercando, attraverso questi squarci visivi proiettati durante lo spettacolo, di restituire lo spirito del progetto partendo dal messaggio del film Into the wild che ha ispirato il lavoro di Serratore. La mia è proprio una sfida, quella di invadere questo spazio asettico di visioni andando oltre le pareti bianche aprendo questi spazi all’esterno”.

Il Direttore della Casa Circondariale di Teramo dott. Stefano Liberatore sottolinea come “Questa esperienza e in generale le iniziative culturali siano in grado di operare un riconoscimento dell’eguaglianza sia sul piano umano sia su quello sociale. La fase della risocializzazione inizia infatti fin dal periodo detentivo, e la possibilità di poter effettuare delle attività culturali e di intrattenimento è una risorsa preziosa per la realtà carceraria”.

“Formiamo persone che provengono da aree di degrado sociale e con una bassa scolarizzazione” puntualizza la dott.ssa Elisabetta Santolamazza Capo Area trattamentale “e, anche se il primo approccio può essere di disorientamento, i detenuti hanno subito intuito quali e quanti benefici ne potranno trarre in termini psicologici, e la loro partecipazione attiva e attenta la si coglie nei loro sguardi”.

 

LO SPETTACOLO

Il coraggio di stare

Idea e regia: Tommaso Serratore
Assistente: Caterina Squillacioti.
Progetto video: Salvatore Insana

Danzatori: Sara Pischedda Teresa Morisano, Elisabetta Bonfà, Luca Castellano, Ramona Di Serafino, Mara Cibelli, Morena Antonelli insieme ai detenuti Salvatore, Claudio, Diego, Gaetano, Marco, Achille, Raimondo.

Promosso dall’Associazione Electa creative arts di Teramo in collaborazione con il Circuito Abruzzo Danza all’interno del Festival Interferenze IX edizione.
Sostenuto da: Comune di Teramo, Fondazione Tercas, Ministero dei Beni e Attività Culturali- Dipartimento dello Spettacolo dal Vivo.

Prenotazione obbligatoria al numero 348.7501568

“Il coraggio di stare” è nato in un contesto accademico, all’interno del Centro Electa di Teramo e si espande in un ambito non convenzionale, differente da quello in cui si opera solitamente con la danza, con il desiderio di indagare le possibilità di intervento della disciplina coreutica in un contesto di particolare eccezionalità e complessità quale quello carcerario.
Ma perché proprio il carcere? Per il bisogno urgente di dare visibilità e valorizzare le risorse umane in questo luogo così fortemente connotato, dove tutto è percepito dall’esterno come negativo, pericoloso, buio.

Chi penserebbe di assistere ad uno spettacolo di danza in carcere?

Chi degli spettatori ha mai messo piede in questo luogo?

Il coraggio di stare apre una porta, dall’interno verso l’esterno, un interno fisico fatto di muri alti di cemento e sbarre di ferro e un interno emotivo fatto di pensieri emozioni, sogni e paure di uomini.

Il corpo è un veicolo espressivo privilegiato, luogo di nascita e sviluppo di emozioni e sensazioni, bacino di risorse per lo sviluppo cosciente dell’espressione personale e non solo artistica. Attraverso il corpo la creatività si sviluppa, si diffonde, si trasmette anche in contesti segreganti, difficili o addirittura estremi.
Le linee guida di questo progetto sono inclusione, non discriminazione, coinvolgimento e valorizzazione della persona, creando la possibilità di scambio e confronto tra persone esterne e detenuti per riaffermarne l’uguaglianza sul piano personale ed emotivo.
Lo strumento è una drammaturgia non per forza narrativa, sospesa tra narrazione e immedesimazione, in un “rivelarsi” che non è soltanto performativo, ma anche cosciente e intuitivo, nello stesso modo con cui ciascuno di noi si rapporta a se stesso, agli altri, allo spazio, al mondo.

Lo spettacolo è gratuito – posti limitati – necessaria la prenotazione al numero. 348 7501568

 

 

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