Lettere

Sulmona. Le OO.SS. Nursind e CISAL-FPC hanno appreso che il Centro di Salute Mentale ed il Centro Diurno Psichiatrico di Sulmona verranno temporaneamente spostati

Sulmona 08 settembre 2014
Alla cortese attenzione Della Redazione Giornalistica

Le OO.SS. Nursind e CISAL-FPC hanno appreso che il Centro di Salute Mentale
ed
il Centro Diurno Psichiatrico di Sulmona verranno temporaneamente spostati
“in
extremis” nello “scatolone giallo” della Zona Artigianale-Commerciale di
Via
Lamaccio, vicino alla ex sede provvisoria della Croce Rossa. Lo “scatolone
giallo” è una struttura su tre piani costruita come centro di formazione
professionale a servizio della zona artigianale-commerciale con fondi per
lo
Sviluppo Economico e che non può essere destinato ad altro uso.
Questa soluzione provvisoria trovata “in extremis” dimostra la incapacità
dell’
Azienda ASL Avezzano-Sulmona-L’Aquila di dare risposte logistiche ed
organizzative serie e concrete alle esigenze degli operatori e degli utenti
della salute mentale della zona peligno-sangrina.
La soluzione adombrata non tiene conto del benessere dei pazienti e della
lotta continua contro lo stigma che ogni giorno si combatte, è
strutturalmente
inadeguata, non è centrale alla città, non è facilmente raggiungibile e non
è
servita adeguatamente da mezzi pubblici, è isolata dal cotesto della vita
cittadina, è esposta ad atti vandalici e delinquenziali, squalifica
l’azione
terapeutica equiparandola ad una banale “officina della mente” mettendola
in
una zona artigianale,.
La soluzione di sistemare, anche solo temporaneamente, i locali del CSM di
Sulmona presso lo “scatolone giallo” della zona artigianale-commerciale non
ci
trova d’accordo perché inadeguata, squalificante, decentrata, indegna per
l’
azione assistenziale verso i malati mentali.
Da anni le attuali sedi dei Centri di Salute Mentale di Sulmona e di Castel
di
Sangro sono considerate inadeguate e carenti. La sede del CSM di Sulmona,
oltre
a varie segnalazioni degli operatori fatte negli anni scorsi, è stata
oggetto
di una ispezione da parte dei NAS. La sede del CSM di Castel di Sangro deve
trasferirsi perché non rispetta le basilari norme di accreditamento
sanitario e
anche per consentire al Comune di eseguire interventi edilizi strutturali.
L’Azienda ASL in questi anni ha premuto sui Comuni di Sulmona e di Castel
di
Sangro perché risolvessero queste “proprie” inadempienze. Gli
amministratori
comunali hanno proposto varie soluzioni ma l’Azienda pretendeva soluzioni
non
onerose per sé sia nell’ipotesi di un eventuale affitto sia per gli
interventi
di adeguamento strutturale e logistico. Insomma anche se deputata
istituzionalmente a tutelare la salute pretende che gli enti locali si
accollino le sue proprie spalle soluzioni onerose.
La minaccia di chiudere i servizi di salute mentale a Sulmona e a Castel di
Sangro perché non ci sono soluzioni strutturali per i servizi pubblici e
trasferirli ad Avezzano o L’Aquila rientra forse nella strategia
sistematica di
spoliazione di servizi sanitari nei nostri territori.
Preannunciamo tutte le possibili azioni di lotta sindacale, politica ed
anche
giudiziaria perché questa eventualità non venga messa in atto.
Chiediamo che l’ASL trovi nell’immediato altre soluzioni e mettendo a
disposizione il giusto finanziamento per affrontare non una ennesima
emergenza
ma un annoso problema sempre rinviato.

Il Segretario Provinciale
Nursind L’Aquila
Dott. Antonio Santilli

Il Segretario Aziendale
CISAL FPC
Dott. Massimo Tardio

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